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LUCIANO GANCI: il tenore che comunica gioia

1-luciano-ganci-foto-recanatesi di Maria Luisa Runti
Solare, simpaticissimo, disponibile, LUCIANO GANCI è uno dei tenori emergenti e di maggiore spicco della nuova generazione, a livello internazionale. Affronta quasi con una sorta di incredulità i crescenti successi a cui sta andando incontro. Fra gli ultimi si rcordano: Pinkerton in “Madama Butterfly”, al Verdi di Trieste, diretto da D. Renzetti; “Attila” sia al Teatro Marijinsky di San Pietroburgo, diretto da V. A. Gergiev (ripresa dell’edizione andata in scena ad Astana; progetto dell’Opera di Roma con la regia di Pizzi) che all’inaugurazione del Festival dell’Opera di Istanbul diretto da L. Castriota; nuovamente Pinkerton ad Edmonton (Canada), diretto da R. Tweeten; “Nabucco” alla NCPA di Pechino diretto da M. Zanetti  e “Trovatore”, sempre alla NCPA, diretto da Lu Ja con la Regia di Hugo de Ana. Ultimo grande, personale successo il ruolo di Mario Cavaradossi in “Tosca” allo Sferisterio di Macerata con la direzione di Eun Sun Kim.
I premi vinti, l’ecletticità e poliedricità che hanno sinora permeato la sua giovane carriera non ne hanno intaccato la profonda umanità, l’amore per lo studio ed il prossimo. Ha l’entusiasmo di chi crede ancora nella bellezza della vita ma unito alla ratio ed alla lucida logica che gli derivano sia dalla sua formazione che dalla laurea in Urbanistica e Scienze della pianificazione territoriale ed ambientale. Lo caratterizzano una grande, spontanea semplicità e cordialità, con un briciolo di “guasconeria” tutta romana.

All’età di 9 anni entra a far parte delle Voci Bianche “Pueri Cantores” della Cappella Musicale Pontificia Sistina diretta da M° Mons. Domenico Bartolucci, dove inizia lo studio del canto e del pianoforte. Successivamente studia organo e composizione e suona come organista presso la Basilica di San Pietro, grazie alla guida del suo Maestro, Padre Raffaele Preite. E’ stato solista della Cappella Sistina in concerti sia in Italia che all’estero, nonchè nell’ambito delle celebrazioni presiedute da Giovanni Paolo II in Vaticano. Ammesso a frequentare il “corso di alto perfezionamento per cantanti lirici” presso il CUBEC, Centro Universale del Bel Canto di Vignola (MO) è stato allievo di Mirella Freni ed attualmente si perfeziona, a Roma, con il M° Otello Felici. Ha cantato ed inciso le basi per alcuni musical in scena al Teatro Sistina tra cui “Rugantino”, “Vacanze Romane” e “Se il tempo fosse un Gambero” collaborando con Armando Trovajoli e Roberto Colavalle.

Ha partecipato al doppiaggio musicale de “Il Fantasma dell’Opera” ed a quelli con la Walt Disney per Disney Channel prendendo parte a: “Enchantea”, “Disney Princess”, “Once Upon a Mattress” e “Scrubs”. Da segnalare l’incisione delle colonne sonore del film “La Terza Madre” di Argento e de “I Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo” di Verbinski. Fra i premi più prestigiosi si ricordano: “Premio Internazionale Giuseppe Verdi - giovane promessa della lirica”, ed i Concorsi Internazionali “Ottavio Ziino”, “Rolando Nicolosi” ed “Iris Adami Corradetti”. Nel 2007 è tra i vincitori del “progetto giovani tenori 2007” indetto dall’Associazione in onore di Franco Corelli e semifinalista nel prestigioso “World Opera Contest OPERALIA” (Parigi) con Placido Domingo. Nel 2009 debutta ne “Le Nozze di Figaro” e nel “Gianni Schicchi”, interpreta il “Requiem” ed i “Vesprae Solennes De Confessore” di Mozart e canta con Josè Carreras al Galà Lirico in occasione del “Premio Pavarotti d’oro” al Teatro Asioli di Correggio (RE). Da allora seguono, fra gli altri: “La Traviata”, “La Boheme” “Madama Butterfly”, “Cavalleria Rusticana”, “L’amico Fritz”, “Il Trovatore”, “Nabucco” ed “Attila”. Nel Gennaio del 2013 apre la stagione lirica del Teatro Verdi di Trieste debuttando con grande successo nel ruolo di Corrado ne “Il Corsaro”, sotto la direzione e la regia di Gianluigi Gelmetti. Ha cantato nei più importanti Teatri italiani ed europei, in India, Canada, Corea (Expo Mondiale di Yeosu), Israele e  Kazakistan, diretto da prestigiosi Maestri fra cui si ricordano: Claudio Scimone, Piergiorgio Morandi, Eve Queler, Walter Attanasi, Vijay Upadhyaya, Keri-Lynn Wilson, Leo Hussain, Adrian Kelly, Valery Gergiev, Myron Michailidis, Renato Palumbo, Donato Renzetti e Gianluca Martinenghi.

Vorrei evidenziare alcuni particolari del tuo ricco curriculum che mi hanno colpita. Tu hai iniziato gli studi nella Cappella Musicale Pontificia Sistina facendo parte delle voci bianche. Nel contempo facevi anche quelli scolastici?

Sì, a tutti gli effetti si trattava di una scuola elementare e media dove c’era questa appendice dedicata allo studio della musica, del solfeggio e del pianoforte e si faceva parte del coro. Ciò fino alla terza media poichè poi la voce era soggetta a cambiamenti ma, durante le superiori, ho continuato l’apprendimento in Cappella.

Come mai questa scelta?

Mio fratello ed io facevamo i chierichietti in parrocchia. Fu il padre di un bambino a suggerire alla mia famiglia di farci ascoltare da Padre Raffaele. Iniziò tutto per caso e cominciammo a frequentare la scuola. Una grande esperienza ed un grande sacrificio poichè tutte le festività si cantava per il Papa, ma l’ho sempre vissuto come un gioco.

Quanto ha influito la spiritualità di questa esperienza?

E’ stata fondamentale poichè, a differenza dello studio in conservatorio, dove l’impostazione accademica è quasi edonistica e crea solisti che vogliono “mettersi in mostra”, la Cappella ti insegna l’arte per metterla al servizio della fede e della chiesa che io ho commutato in: “a servizio del pubblico”. Io canto per la gente, per trasmettere un messaggio con le mie interpretazioni e non per mettere in risalto il mio ego. La spiritualità ti permette di dare un messaggio “pulito” ed il pubblico lo percepisce. Io prendo il mio cuore e lo dono alla gente. E’ un approccio diverso dal voler primeggiare soltanto per se stessi.

E per ciò che attiene a Padre Raffaele Preite?

E’ stato basilare, un pilastro nella mia vita, che ancor oggi sento sempre vicino nello spirito. Oltre ad essere stato un uomo di Dio fu uno di quei personaggi particolarmente illuminati che non forzava la mano, suggeriva… fu così che iniziai a suonare e studiare organo, quasi in parallelo con il pianoforte. Con la differenza che lo studio del pianoforte ebbe un iter accademico mentre l’organo fu subito al servizio della liturgia. Padre Raffaele mi diede una forza enorme che mi portò ad eseguire anche brani molto difficili pur avendo io solo 13 anni. Quando si è piccoli si vede tutto con occhi nuovi, da adulto vedi ciò che non vorresti vedere… Manca la spontaneità, ci si deve trattenere… a me piace fare delle battute… Un mondo dove è già tutto preordinato e deciso non è per me perciò allo studio del canto ho affiancato Ingegneria.

Musicalmente parlando hai conseguito qualche diploma, oltre ai premi che hai vinto?

Ho fatto molti anni di solfeggio, canto, arte scenica, pianoforte ed organo ma privatamente. Scegliendo soltanto la musica si sarebbe posto il problema del lavoro perciò ho scelto ed abbinato il percorso tecnico, ho fatto il geometra eppoi ingegneria. Vinto un concorso all’Enel, vi ho lavorato per 8 anni.

Come hai fai fatto a coniugare uno studio impegnativo come quello universitario alla carriera ed a quello del canto che, nel contempo, proseguivi?

Era alquanto allucinante… Cantavo, ad es. a Firenze, alla fine della recita tornavo a Roma e… alle 7del mattino ero in ufficio, pronto a ricominciare! Studiavo in macchina…

La Facoltà scientifica, quindi la logica e la matematica, quanto hanno influito sulla preparazione musicale?

Al cento per cento! Per fare l’artista devi avere basi solide, è un’inquadratura mentale sostanziale. La musica, se ci pensi, è fisica, matematica, di fatto è anche struttura. Quando canto sono me stesso.

Un’altra cosa curiosa della tua carriera. Il Teatro della Tosse di Genova, è molto importante. Tu sei stato tenore solista in “Mondo Andersen”…

Fu uno spettacolo realizzato per le “notti bianche”, dove impersonavo appunto Andersen, interpretando una canzone che a lui piaceva molto. Purtroppo col tempo, alcune esperienze si appannano, come lo fu quella con Lopez per la RAI, una sorta di coro di maschile che interagiva con il pubblico.

Hai una grande poliedricità, dall’incisione delle basi musicali dei musical al doppiaggio musicale per la Disney. Quanto ti sono poi servite queste esperienze per la scena?

Un viaggio che ti apre la mente.

Parliamo delle grandi tournee che hai fatto. Oltre ad Italia ed Europa, mi incuriosiscono India, Corea e  Kazakistan.

In Corea vi fu l’Expo Mondiale di Yeosu e, proprio con il Teatro Verdi di Trieste, vi portammo un concerto mentre in India, a Nuova Delhi, sono stato “Turiddu” in “Cavalleria Rusticana”. Un bellissimo progetto nato grazie all’ambasciata italiana ed all’illuminato Istituto di Cultura. 2000 persone a teatro nonché i maxischermi, 4000 persone in tutto! Poi ci sono tornato da solo, con una pianista italiana, per un recital. Anche questa fu una grande esperienza, molto divertente.

In Kazakistan come ci sei finito?

Hanno aperto un nuovo teatro ad Astana, grande, meraviglioso, ed hanno invitato anche alcuni artisti italiani.

E’ stata la tua prima di “Attila”?

Sì! Davanti al presidente del Kazakistan! Grande tensione, poiché Foresto è un ruolo difficile, complesso, ma è andata molto bene.

Ancora una curiosità che penso sia una chicca. Il CD di brani inediti di Mascagni. Un progetto del Teatro Regio di Torino con l’Orchestra Filarmonica diretta da G. Noseda. Di che pezzi si tratta?

Un Padre Nostro, un’Ave Maria, una cantata per Maria ed altri brani spirituali.

Per finire le curiosità… che cosa hai fatto ne “Il caimano” di Moretti?

Una scena con Margherita Buy e Silvio Orlando, commentata da un coro in cui abbiamo cantato un pezzo di Haendel.

Quali novità bollono in pentola per il futuro…?

Alcune opere già in repertorio, come “La Traviata”, “Madama Butterfly” ed “Attila” nonché due nuovi debutti in “Macbeth” e “Simon Boccanegra”.

Affermava Friedrich Schiller: “Gioia, splendida scintilla divina, figlia dell’Eliso”.

MARIA LUISA RUNTI
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