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Tre presentazioni in Friuli Venezia Giulia per il libro “GIULIO FA COSE” - dal 21/2

trieste

TRE PRESENTAZIONI IN FRIULI VENEZIA GIULIA PER IL LIBRO “GIULIO FA COSE” (Feltrinelli Ed.)
CON PAOLA E CLAUDIO REGENI, ALESSANDRA BALLERINI E GIULIANO FOSCHINI:

21 febbraio 2020 ore 18 Trieste Cinema Ariston , con proiezione del documentario “A Roma per Giulio” di Ivan Gergolet
22 febbraio 2020 ore 17.30 Monfalcone Kinemax multisala, con proiezione del documentario “A Roma per Giulio” di Ivan Gergolet
22 febbraio 2020 ore 20.30 Sala Petris Centro Balducci, Zugliano (Ud), con la partecipazione di don Pierluigi Di Piazza

Dopo le affollate presentazioni di Milano, Roma e Genova, arriva in Friuli Venezia Giulia, terra d’origine della famiglia Regeni, “Giulio Fa Cose” (Serie Bianca – Feltrinelli editore).
Il libro è un forte gesto d’amore scritto da Paola Deffendi e Claudio Regeni, i genitori di Giulio, nel quale raccontano chi era il loro figlio in una narrazione intima e coinvolgente della sua tragica vicenda: fu sequestrato, torturato e ucciso al Cairo mentre svolgeva il suo dottorato di ricerca per conto dell’Università di Cambridge. Il libro è una testimonianza dolorosa e necessaria di quattro anni di battaglia corale per avere verità e giustizia.

giulio-fa-cose Il volume, uscito lo scorso 23 gennaio e scritto con la collaborazione dell’avvocato Alessandra Ballerini, legale della famiglia, sarà presentato venerdì 21 febbraio al Cinema Ariston di Trieste (ore 18.00), il 22 febbraio al cinema multisala Kinemax di Monfalcone (alle 17.30, in collaborazone con la libreria Ubik Rinascita) e al Centro “Ernesto Balducci” di Zugliano (Ud – ore 20.30).
A Trieste e a Monfalcone sarà proiettato, in prima assoluta, il documentario “A Roma per Giulio”, curato dal regista Ivan Gergolet e dedicato alla ciclostaffetta, una lunghissima pedalata in giallo di oltre 900 chilometri che tra settembre e ottobre del 2018 portò alcuni ciclisti della Fiab Monfalcone – Bisiachi in Bici – ad attraversare lo stivale da Duino a Roma, dove consegnarono una lettera della famiglia Regeni al Presidente Mattarella e dove furono ricevuti dal Presidente della Camera Fico.

Con Paola e Claudio Regeni, dialogheranno l’avvocato Alessandra Ballerini e il giornalista di Repubblica Giuliano Foschini (co-autore con Carlo Bonini del docufilm 9 giorni al Cairo) ai quali si aggiungerà Don Pierluigi di Piazza nella presentazione di Zugliano.
L’ingresso a tutti gli eventi,
nel corso dei quali verranno letti alcuni brani del libro, è libero.

giulio-regeni Alla tragedia di Giulio Regeni, scomparso il 25 gennaio 2016 al Cairo, il mondo della politica non ha ancora risposto. Non ha risposto l’Egitto di Al Sisi. Che, anzi, continua a sabotare le indagini sul sequestro, la tortura e l’omicidio del figlio di Paola Deffendi e Claudio Regeni: in quasi quattro anni gli egiziani hanno ucciso cinque innocenti, inventato storie incredibili, falsificato documenti per allontanare i sospetti dai loro apparati. Senza però riuscirci. Grazie al lavoro della Procura di Roma, cinque funzionari della Nsa, i servizi segreti del Cairo, sono sotto inchiesta con l’accusa di aver partecipato al sequestro di Giulio. E in spregio alla collaborazione giudiziaria promessa agli italiani dal Cairo, le forze di polizia continuano a intimidire, a ostacolare la commissione egiziana per i diritti e le libertà alla quale i genitori si sono rivolti al Cairo. Alla tragedia di Giulio non ha risposto l’Europa, a parte qualche passaggio di circostanza. Non ha risposto l’Italia che, anzi, ha rimandato il suo ambasciatore al Cairo. A combattere per ottenere verità e giustizia per Giulio e per tutti i Giulio d’Egitto ci sono però i genitori, Paola e Claudio, insieme al loro avvocato Alessandra Ballerini. Ma non sono soli. Anzi: con loro c’è l’onda gialla che parla di Giulio, indossa i braccialetti, appende nei principali comuni, università e luoghi di cultura quello striscione giallo per chiedere verità e giustizia. Perché Giulio era un cittadino italiano, un cittadino europeo che aveva scelto lo studio e la cultura come strumento di solidarietà e giustizia sociale. Nato a Trieste e cresciuto a Fiumicello, in Friuli-Venezia Giulia, aveva conseguito la laurea a Leeds (UK), un master a Cambridge e aveva un dottorato in corso a Cambridge. Al Cairo stava lavorando a una tesi, rivolta agli aspetti socio-economici principalmente dell’Egitto, in cui affrontava anche tematiche sindacali. Da più di tre anni questa storia è nota a tutto il mondo.

Quarta di copertina
“Chiediamo una verità processuale nei confronti di chi ha deciso sul destino della sua e delle nostre vite, di chi lo ha torturato, chi ha sviato le indagini, chi ha permesso e permette tutto ciò. Su Giulio sono stati violati tutti i diritti umani, compreso il diritto ad avere verità.”
Alla tragedia di Giulio Regeni, scomparso il 25 gennaio 2016 al Cairo, il mondo della politica non ha ancora risposto. Non ha risposto l’Egitto di Al-Sisi. Che continua a sabotare le indagini sul sequestro, la tortura e l’omicidio del figlio di Paola Deffendi e Claudio Regeni: in quattro anni gli egiziani hanno ucciso cinque innocenti, inventato storie incredibili, falsificato documenti per allontanare i sospetti dai loro apparati. Senza però riuscirci: cinque funzionari dei servizi segreti del Cairo sono sotto inchiesta con l’accusa di aver partecipato al sequestro di Giulio. Non ha risposto l’Europa, a parte qualche passaggio di circostanza. Non ha risposto l’Italia che, anzi, ha rimandato il suo ambasciatore al Cairo. A combattere per ottenere verità e giustizia per Giulio e per tutti i Giulio d’Egitto ci sono però i genitori, Paola e Claudio, insieme al loro avvocato Alessandra Ballerini. Ma non sono soli. Con loro c’è l’onda gialla che parla di Giulio, indossa i braccialetti, appende quello striscione giallo per chiedere verità e giustizia. Perché Giulio era un cittadino italiano, un cittadino europeo che aveva scelto la cultura come strumento di solidarietà e giustizia sociale. E che il 3 febbraio 2016, quando il suo corpo fu trovato ai bordi dell’autostrada che collega Alessandria al Cairo, aveva 28 anni. Erri De Luca ha scritto che “la verità non viene regalata né offerta, va scippata a pezzettini, brandello per brandello. Quello che siamo riusciti a ottenere lo dobbiamo alla mobilitazione civile dei genitori di Giulio, che si sono caricati questo bisogno di verità e ci hanno trascinato con loro”. Il rapimento, le torture e l’uccisione di Giulio Regeni riguardano tutti.

Marina Tuni (+39 339 4510118)
Ufficio Stampa “A Roma per Giulio”

Fiab Monfalcone BisiachInBici

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