fabiana martini trieste Riceviamo il seguente comunicato, che riportiamo per intero:

“Papa Francesco pochi giorni fa ci ha ricordato che “un mondo in cui le donne sono emarginate e discriminate è sterile, vuoto: le donne portano la vita e ci trasmettono la capacità di vedere oltre, capire il mondo con occhi diversi, con un cuore più creativo, paziente, tenero”.

Mi permetto di ricordare e sottolineare queste parole al direttore Fontana e alla sua redazione cui decisamente sembrano sfuggite” - Così Francesco Russo in merito alla polemica innescata da Vita Nuova riguardo al progetto “Gioco del Rispetto”.

“Faccio fatica - prosegue Russo - a coniugare l’attenzione e la valorizzazione del femminile da parte della Chiesa così come si ritrova nel magistero dei pontefici recenti - da Giovanni Paolo II a Francesco - con i toni davvero fuori luogo usati da Vita Nuova (e non per la prima volta) nei confronti di Fabiana Martini. Quale idea del rispetto per le donne traspare, infatti, da un settimanale diocesano che non si è fatto scrupolo alcuno nell’attaccare frontalmente la vicesindaco di Trieste con accuse e argomenti strumentali, eticamente e giornalisticamente imbarazzanti prendendo di mira una donna e una madre prima ancora che una politica?

Martini è stata condannata senza appello per aver promosso un corso rivolto ai bambini dell’asilo sul rispetto, la tolleranza, il confronto e il dialogo.

Senza neanche un minimo accenno al fatto che “Gioco del Rispetto” nasce non per incitare i bambini a scegliere liberamente il proprio sesso ma per combattere la piaga della discriminazione di genere, l’incredibile arretratezza culturale e sociale che vede le donne italiane agli ultimi posti nella classifica mondiale: mobbizzate sul lavoro a causa della maternità, con il 20% in meno rispetto agli uomini a parità di mansioni, picchiate e talora uccise all’interno delle mura domestiche.

In questi giorni, la redazione del giornale diocesano si è premurata solo di indebolire un’iniziativa nata con fini nobili sulla base di accuse pesanti e immotivate, estrapolando frasi e parole dal testo di un progetto che ha tutt’altre finalità. Con la conseguenza - mi auguro solo inconsapevolmente perseguita - di far apparire una donna la cui moralità e coerenza sono note ben oltre i confini del mondo cattolico triestino -“una omossessuale repressa e vendicativa che approva la pedofilia nella scuola” così come scrivono di lei alcuni sui social media.

Aver dato in pasto all’opinione pubblica una polpetta avvelenata carica di “cose non dette” - ma straordinariamente sottintese - ha provocato un effetto domino il cui prodotto è stata una vergognosa e neppure troppo sottile discriminazione nei confronti del Vicesindaco Martini, donna che si batte per i diritti delle donne discriminate, non - come sottolineato da Vita Nuova - promotore di progetti che vanno “contro le leggi di natura”.

Spiace, soprattutto, vedere che questo “tam tam” sia stato innescato da ambienti vicini alla Curia diocesana di Trieste: sono atteggiamenti che spiazzano e lasciano interdetti non solo molti credenti, ma l’intera comunità cittadina. Sono, oltretutto, parole che pesano come pietre e che espongono la Chiesa triestina a strumentalizzazioni politiche di ogni tipo. Vedere, tra i vari, Matteo Salvini – un leader che incita all’odio sociale, al sospetto nei confronti di qualsiasi straniero, alla discriminazione razziale, alla xenofobia e alla chiusura delle frontiere associato alle posizioni di Vita Nuova dà la misura che forse la situazione è decisamente sfuggita di mano.

Per questo spero davvero che chi ha maggiori responsabilità quanto prima intervenga per distinguere in modo netto la comunità cristiana - conclude Russo - da una campagna del fango del tutto infondata, e per questo ancora più inaccettabile”.


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