vaso hydria con atena TRIESTE 28 maggio 2014 - Apre venerdì 30 maggio la nuova sala dei “Vasi Greci” al secondo piano del Civico Museo di Storia e Arte di piazza della Cattedrale. Al suo interno si trovano esposte ben 190 ceramiche. Questo è possibile per merito dei lavori di riqualificazione degli ex uffici della direzione dei Musei Civici di via della Cattedrale, eseguiti dai tecnici dei Lavori Pubblici al fine di adibirli a sale espositive.
Si inaugura così la nuova sala dei Vasi Greci, che recupera le storiche e funzionali vetrine ottocentesche in legno, ora arricchite da un’illuminazione interna che valorizza le 190 ceramiche esposte. In successione, le vetrine presentano la ceramica prodotta a Corinto nel VII-VI secolo a.C., caratterizzata dalle fasce animate soprattutto da teorie di animali reali o fantastici; la ceramica a figure nere che vide tra V e IV secolo a.C. il predominio delle fabbriche di Atene e del suo territorio, l’Attica. Quindi la grande rivoluzione, avviata sempre in Attica, della ceramica a figure rosse, che invertendo le parti “verniciate” rispetto a quelle in cui è lasciato visibile il bel colore rosso della ceramica, permise di ottenere una maggiore naturalezza nelle proporzioni delle figure e del loro movimento, raggiungendo un realismo quasi pittorico. Seguono i vasi di produzione etrusca, ad imitazione di quelli greci, i quali avevano visto una considerevole importazione in terra italica, a tal punto che le officine attiche elaborarono forme adattate al gusto etrusco, destinate quindi al fiorente mercato verso l’Italia.

I Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste possiedono una ricca collezione di vasi greci e magnogreci frutto della propensione mercantile dei suoi abitanti, che nell’Ottocento amarono raccogliere nelle proprie case oggetti d’arte e archeologici, tra i quali una posizione di rilievo ebbero le ceramiche antiche, facilmente acquistabili in Etruria e in Puglia. Raccolte che vennero poi, con grande generosità, donate al Museo (vanno segnalate quelle dei fratelli Ostrogovich, dei coniugi Oblasser e soprattutto la Collezione Sartorio).

Grazie a un lungo e paziente lavoro di assunzione fotografica e rielaborazione, le didascalie propongono le immagini delle scene “srotolate” su un piano orizzontale; ciò ne facilita la lettura, resa difficile dai corpi cilindrici e dai ventri rigonfi su cui sono dipinte le scene.

Un apparato didattico multimediale presente nella sala permetterà di conoscere le “magiche” fasi della creazione di un vaso, dal tornio al forno. Sarà possibile inoltre consultare i dati relativi ai vasi esposti e le notizie riguardanti gli artisti presenti nella collezione.

Le scene ingrandite e l’accento posto sui particolari permetteranno poi di apprezzare la tecnica e la maestria con le quali i pittori e gli artigiani del VII-IV secolo a.C. riuscirono a creare questi fantastici vasi in semplice ceramica.

Le altre nuove sale del secondo piano ospitano, in questa fase, una mostra con una selezione di 70 reperti scelti per illustrare le diverse tematiche alle quali verranno dedicate nel futuro allestimento: rispettivamente la sezione cipriota, quella della produzione campana e lucana, quella apula. Uno spazio a sé verrà dedicato al favoloso rhyton d’argento configurato a muso di cerbiatto (prodotto sul Mar Nero nel 400 a.C.) e alla collezione tarantina con la ricca serie delle sue figure in terracotta dai contesti funerari e cultuali della antica città pugliese, colonia di Sparta.

Nella foto: Hydria con Atena in partenza a figure nere


Museo di Storia e Arte, Via della Cattedrale