1-alisei-apollonio Alisei Apollonio è la voce del vento, e come il vento del suo bellissimo nome, ti circonda, ti abbraccia, ti stupisce per la grande saggezza e la profonda carica emotiva che sprigiona. Un animo poetico e dolce, altruista, semplice e spontanea, lucidissima nei suoi desideri e ferrea nelle sue decisioni, Alisei è un fiore che Trieste si è lasciata sfuggire, uno dei tanti ma, di certo, fra i più degni di nota. Classe 1991, nel 2009, a 18 anni non ancora compiuti ha vinto il “Campiello Giovani” con il racconto “Reverie”, racconto che è  stato scelto tra i cinque giunti in finale. Seicento i lavori pervenuti alla segreteria del premio e, fra questi, 25 scelti per la selezione che ha portato alla cinquina. Questa la motivazione del suo premio:
“Il racconto di Alisei Apollonio, “Reverie”, rivela un mestiere letterario sorprendente, data la giovanissima età dell’autrice. I due personaggi in scena sono un’agente immobiliare ed una anziana signora. Il ritrovamento fortuito di un vecchio diario di lei apre squarci sul suo passato così che i temi della memoria e degli affetti creano un gioco prospettico abilmente condotto dalla mano della scrittrice.”
E’ stata insignita del sigillo trecentesco della città dal Sindaco di allora, Roberto Dipiazza. Dopo la maturità classica conseguita al Liceo “Dante Alighieri” ha scelto Parigi per iniziare i suoi studi. All’Université Sorbonne, Nouvelle Paris III ha frequentato un Corso universitario intensivo di lingua araba della durata di un anno, con diploma, ed ora frequenta il Corso di laurea in Storia dell’Arte all’Università di York, nel Regno Unito. Grande appassionata di libri, ama lo studio delle lingue, viaggiare ed andare a teatro; considera la musica come un linguaggio universale. Scrivere, per lei, è un mezzo per evadere e trasmettere emozioni; i suoi appunti si trasformano magicamente in racconti che sono specchi di vita. Allo studio ha sempre abbinato il lavoro, già dai tempi del Liceo. Presentatrice FAI e guida a luoghi di interesse artistico e culturale; Autrice della sezione “I giovani di Trieste” nella pubblicazione “Top 10 Trieste”; Assistente di Paolo Cervi Kervischer per il suo allestimento nell’ambito della Biennale Diffusa di Trieste; Assistente di Maria Campitelli, Curatrice e Presidente del Gruppo78, Collettivo Arte Contemporanea Internazionale, nell’organizzazione del Ponte Internazionale Italia-Messico. Traduttrice del catalogo della mostra dall’italiano all’inglese. Nel novembre 2012 diventa cofondatrice di “The Grid”, Rivista d’arte contemporanea e blog, York, UK, rivestendone il ruolo di Direttrice/Redattrice, in ogni aspetto della gestione, stesura e pubblicazione della rivista. Dal 25 di settembre al 1 ottobre è stata una delle protagoniste del Festival d’arte Est –Ouest (Die, Drôme, Rhone-Alpes) e la sola a rappresentare la nostra città a cui, quest’anno, è il Festival stato dedicato (gli altri due importanti scrittori invitati: P. Roveredo e B. Pahor, non hanno potuto essere presenti). Nell’ambito di queste giornate il famosissimo fotografo francese Pascal Hèe, le ha scattato una magnifica serie di ritratti. Hèe è uno “specialista” nel ritrarre scrittori , uno dei suoi scatti più noti è quello dedicato a Simone de Beauvoir mentre legge “Le Monde” a Sartre, in Piazza S. Marco. Una giovanissima, grande Donna da cui moltissimi dovrebbero trarre esempio, sia giovani che cosiddette persone “mature”…!

Com’è nata l’idea della partecipazione al “Campiello”, frequentavi il penultimo anno di liceo…

Avevo un testo quasi pronto e, avendo saputo di una mia compagna di scuola che aveva partecipato, arrivando in cinquina, dopo ripensamenti e consultazioni anche con i miei docenti… ho deciso di inviarlo al premio!

I finalisti sono 25, c’è un piccolo “giallo” sul come hai saputo di essere entrata in finale…

Sì, avevano sbagliato il mio indirizzo, non mi era pervenuta alcuna comunicazione. Curiosa di conoscere chi fossero, appunto, i finalisti ho controllato nel sito e… il mio nome era il primo (in o.a.)! Roba da infarto! Poi, a Verona, c’è stata la presentazione al pubblico di tutti noi in attesa che uscisse la rosa dei cinque fra cui ci sarebbe stato il vincitore. Dal momento in cui viene definita la cinquina al momento della conferenza stampa in cui viene annunciato il nome del vincitore, suspence assoluta!

Un’attesa densa di emozioni…

Sì, è stato bellissimo… anche se continuavo a ripetermi che non avrei vinto onde evitare cocenti delusioni! Il mattino della gran giornata tutti e 5 finalisti abbiamo ricevuto il diploma di partecipazione dopodiché è stato annunciato il titolo dell’opera vincitrice… Gioia ed emozione profonde, incredulità, non sapevo che cosa dire…

Come hai vissuto quelle ore?

Nella frenesia emotiva più totale… centinaia di domande, di persone che volevano sapere mille cose, di interviste… un’esperienza straordinaria ed indimenticabile. Ciò che mi ha molto colpito è stato l’interesse che suscita il “Campiello” giovani. L’ interessamento, dal punto di vista umano, per i giovani che si sono affermati e per chi ha vinto.

E’ una considerazione molto positiva che mette in luce il vero valore di chi merita e che sottolinea quanto sia importante la vostra presenza nella vita del Paese. Almeno nella cultura ci sia spazio per la vostra voce… perché voi siete il futuro, è in voi che dobbiamo credere. La tua maggiore soddisfazione è stata quella di dover ringraziare solo te stessa poichè ha vinto il valore. Come si è svolta la serata della premiazione, in che cosa consisteva il premio?

Una serata molto glamour, alla Fenice, solamente su invito. Altre emozioni ma anche allegria. Il premio? Una coppa e due settimane di viaggio-studio in una città europea che ho potuto scegliere, sono andata a Nizza. Ho approfondito il francese come fossi un normale studente della Scuola, un liceo linguistico. Eppoi escursioni, musei, vacanza…!

A livello di pubblicazione del racconto?

I cinque racconti finalisti sono stai pubblicati in un’antologia edita da Marsilio che ha avuto una grande diffusione e successo di pubblico.

Bolle qualcosa in pentola?

Al momento no! Mi hanno chiesto dei testi nuovi ma, prima la maturità, eppoi l’università ed altri impegni… non è ancora arrivato il momento di scrivere un qualcosa di nuovo che mi venga da dentro… che sia a livello di “Reverie”.

Perciò più nulla di letterario ma hai convogliato tutte le tue energie nella fondazione di una rivista “The Grid”, un portale online che si occupa d’arte, di mostre, interviste, critica ma anche di libri, film, vita universitaria del vostro dipartimento e dell’università stessa e mette in luce la vita culturale della vostra città, York.

La versione online viene aggiornata tutte le volte che abbiamo degli eventi importanti da segnalare mentre il giornale cartaceo esce tre volte all’anno, come i nostri periodi accademici.

Sono notizie orginali o riportano anche quelle pubblicate nel web?

No, tutte le notizie sono inedite ed originali, scritte esclusivamente per la versione cartacea. In seguito gli articoli vengono ripresi, uno alla volta e riproposti nella versione web in modo che eventi ed interviste siano accessibili anche al grande pubblico.

Che tiratura avete e dove viene distribuito?

La prima edizione ha avuto150 copie di 32 pagine. Il problema sono le risorse economiche… Non vogliamo inserti pubblicitari, finche ci sarà possibile; viene distribuito nell’ambito universitario, nei bar e caffè. Abbiamo una piattaforma online in cui vendiamo opere d’arte che siano alla portata di tutti e questo è anche il nostro collegamento con la città, di cui segnaliamo gli eventi, e con gli studenti.
Abbiamo agito con discrezione ma quando il nostro dipartimento ha saputo del giornale ha aperto una pagina su FB e lo ha molto pubblicizzato. Ci ha fatto una grande gioia perché evidentemente hanno creduto nel progetto.

Dalla maturità classica come sei pervenuta a questa scelta artistica?

Il primo anno di università, a Parigi, ho studiato arabo per il corso di laurea in “Scienze del Medio Oriente”. Ma la vita parigina non rientrava nelle mie corde, non riuscivo a sentire i rapporti umani. Non c’era legame con i miei compagni di studi.

Poi è comparsa York all’orizzonte che ti ha portata agli studi attuali ed alla fondazione della rivista…

Una scelta casuale e personale… andando spesso a York mi sono resa conto dell’ottima organizzazione della sua università ed ho deciso di iscrivermi a storia dell’arte.

Hai rappresentato, da protagonista, Trieste e l’Italia al Festival d’arte Est – Ouest (Die, Drôme, Rhone-Alpes). Come hai vissuto queste importanti, intense giornate, quali le emozioni provate?

Il festival è stata un’esperienza incredibile, da tutti i punti di vista. Quello umano, soprattutto! Ho incontrato persone meravigliose, che mi hanno accolta con calore immenso e mi hanno fatta sentire a casa sin dal primo giorno. Ho visto l’entusiasmo e la partecipazione con cui si gettano in imprese culturali di non poca portata, come il Festival Est-Ouest, e con quale serietà le portano a termine. Ho scoperto un nuovo universo in cui le librerie indipendenti sono anche delle piccole case editrici e, spesso, organizzano eventi che attirano più di duecento persone in una serata. Ad esempio la libreria “Le Baz’art Des mots”, a Hauterives che mi ha ospitato per una breve lettura bilingue di “Reverie”.

Alla letteratura si è unita anche la musica, se ben ricordo…

Sì, fra gli ospiti c’è stato anche il fantastico cantante salentino Dario Muci, le cui composizioni mi hanno davvero fatto sentire fiera di far parte di una cultura variegata come quella italiana.

“Reverie” è stato oggetto di un breve corso d’insegnamento in italiano nel Liceo di Die. In che cosa è consistito, come hai affrontato l’incontro con gli studenti?

Vi ho tenuto un mini-corso in due classi di italiano (lingua straniera). Si è trattato di far avvicinare per la prima volta gli allievi ad un’ opera “letteraria” in italiano. Si è proceduto all’analisi del testo ed alla scoperta della trama con l’autore presente in classe. Il risultato è stato più che positivo: ci siamo divertiti; tutti volevano sapere come sarebbe andata a finire la storia e, la mattina della mia partenza, durante l’ultimo “caffè letterario” in città, due studenti di una delle classi in cui avevo lavorato hanno preparato una lettura recitata di un brano tratto, appunto, da “Reverie”. Sentirli leggere e vederli divertire è stata una soddisfazione immensa. Mi ha fatto capire che il racconto, scritto da una ragazza non tanto più “grande” di loro, è ancora capace di trasmettere qualcosa ed avrebbe ancora molto da dire , se distribuito su larga scala. Di certo, per me, è stato un grande stimolo.

Il programma era denso di eventi diversi e diversificati, oltre al tuo personale coinvolgimento con “Reverie”, mi accennavi ad una punta di amarezza. Che cosa è accaduto?

L’esperienza mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca perché, dopo aver passato quasi un mese a parlare con le persone di Trieste della bellezza indiscutibile della città, a tentare di convincere tutti che no, non è una città di soli vecchi e che no, il proverbiale “no se pol” non è del tutto vero… A pochi giorni dall’inizio del Festival l’ufficio stampa ha iniziato a ricevere le prime defezioni (chiaramente non mi riferisco a chi ha avuto problemi di salute) ed il fitto ed interessante programma, pieno di eventi collaterali, come ad esempio degustazioni di cibo carsico… è stato lasciato pieno di buchi incolmabili, poichè troppo tardi per trovare idee alternative. Sicuramente, però, le gioie hanno sorpassato le delusioni!

Io sono felicissima di sentire parlare una donna di appena 21 anni come se avesse alla spalle un’esperienza di vita ed imprenditoriale lunghissime, ve ne fossero delle persone con tanta voglia di costruire, con umiltà, tenacia e competenza come te… Un “grido” di speranza e di esempio per tutti coloro che ancora non sanno come muoversi… Tu non vedi il proseguio della tua vita in Italia?

No, per almeno diversi anni, perché mi trovo molto bene a York e vi trovo le cose che mi interessano. Però se in futuro le cose cambiassero e dovessi avere una competenza tale per trovare qualcosa in Italia, ci tornerei volentieri.

Vorrei chiederti chi è Alisei?

Una persona sensibile a cui piace scoprire nuove appassionanti cose, mi piacciono le sfide…

In pochissime parole…

Sensibile, un po’ temeraria, sicuramente sognatrice.



MARIA LUISA RUNTI
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intervista, Alisei Apollonio, Maria Luisa Runti