1-maxfabiani cartolina web Max Fabiani ha  segnato profondamente un periodo della storia e della cultura del nostro territorio con la sua avveniristica visione architettonica ed artistica tesa ad abbattere le linee di confine, a mettere l’Uomo al centro della propria ricerca, ampliandola e dialogando con altri linguaggi artistici come pittura, decorazione e scultura. Architetto, collaboratore e collega di Otto Wagner, è stato uno dei protagonisti del rinnovamento delle arti fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Le sue più importanti opere si trovano a Vienna (l’edificioPortois & Fix, il Palazzo Palmers, il Palazzo Artarìa, l’edificio Urania), a Trieste (l’Hotel Balkan/Narodni Dom ora Scuola Superiore di Lingue Moderne, Casa Bartoli in piazza Borsa), a Gorizia (il Trgovsky Dom), a Štanjel/San Daniele del Carso (Giardino Ferrari).
Dobbiamo al fervido e geniale eclettismo di  Paolo Cervi Kervisher l’idea di un progetto che ne ripropone  la figura di Architetto, di Artista e di Uomo. Giulio Costa e Diana Hobel hanno scritto  un canovaccio di squarci  sul lavoro e sulla vita di Max Fabiani in cui emerge la sua complessa ed originale  personalità, la sua visione moderna e rivoluzionaria del “fare” architettura. Un testo proposto come lettura scenica ma con il taglio di un piece vera e propria che ben ne evidenzia un ritratto suggestivo ed umano. Fascinose videoproiezioni documentali come sfondo davanti alle quali Costa e Hobel hanno dato  voce al testo, coadiuvati da una divertente “incursione” dei “Baby Gelido”, i fratelli Daniele e Stefano Mastronuzzi , in veste attoriale.   A rendere movimentata e dinamica la scena il doppio ruolo di Paolo Cervi Kervisher nei panni di scultore e musicista.  Di forte impatto emozionale il vederlo plasmare e sagomare la creta dando forma ad un volto di donna, la madre di Fabiani, mentre lo schermo proponeva  le vere immagini di un delicato momento colloquiale fra lei ed il figlio. A sottolineare ed accentuare l’atmosfera intimistica che permea il testo, le bellissime musiche composte ed interpretate dai “Baby Gelido”  e dallo stesso PCK al sax. Padrone dello strumento, Cervi da’ sonorità e voce ad un’intensa coloritura espressiva che ben si armonizza con i suggestivi fraseggi dei Gelido. Interessante il taglio di lettura dato da Costa e Hobel anche se il testo necessiterebbe di qualche limatura, soprattutto nelle lunghe descrizioni progettuali di Fabiani.  
Un progetto avvincente e ben concepito, presentato dall’Associazione culturale Jam Art di Trieste (con il patrocinio della Provincia di Trieste e in collaborazione con la Scuola Superiore di Lingue Moderne) che, in questa sua anteprima del 10 ottobre scorso, in un’aula della scuola Superiore di Lingue Moderne (ex hotel Balkan, edificio progettato proprio dallo stesso Fabiani con l’intento di renderlo un centro polifunzionale e multidisciplinare) ha avuto una festosa accoglienza di pubblico. Sarebbe auspicabile poterlo rivedere in un teatro, in forma  scenica, onde poter meglio essere coinvolti dalla dinamica del racconto. 

MARIA LUISA RUNTI
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