spaccini marcelloRicordato da politici, giornalisti e storici il primo cittadino di Trieste dal ’67 al ’78.
Testimone di una politica diversa da quella odierna,uomo legato a principi e a valori, coerente e pragmatico, simbolo di un’ epoca fondamentale per la città. Questo Marcello Spaccini, sindaco di Trieste dal ‘67 al ‘78, delineato ieri sera nel convegno dell’Associazione Amici del caffè Gambrinus presieduta da Giovanni Esposito con una piccola folla che ha riempito ogni angolo dell’Auditorium del Revoltella. Il sindaco di oggi, Roberto Cosolini: «Erano anni di valori forti, nei quali Spaccini seppe essere anche eccellente amministratore, risultando il sindaco che a Trieste ha ricoperto quella carica per il periodo più lungo, quasi 12 anni - ha detto - ma fu anche fine interprete di quel momento storico individuando che “la città per avere un futuro deve abbattere le sue mura interne ed esterne”». La presidente della Provincia, Maria Teresa Bassa Poropat: «Spaccini è il modello positivo della politica, di quella politica che vede l’impegno dei pubblici amministratori al totale servizio della collettività». Edoardo Sasco, in rappresentanza della Regione: «Fu un politico che la gente vorrebbe oggi poter ritrovare, perché parlava coni fatti». Marcello Spaccini, nato a Roma, ingegnere, ispettore capo delle Ferrovie, eletto con una coalizione di centrosinistra «volle essere il sindaco di tutti - è stato ricordato. Il disegno della Trieste di domani - affermò nel discorso della prima seduta - è un disegno che ricopre tre aspetti fondamentali: sociale, urbanistico e economico». E su questi tre aspetti operò, modernizzando la macchina amministrativa, creando i centri civici, il nuovo assetto urbanistico, il progetto della grande viabilità, e la circonvallazione ferroviaria con il tragitto in galleria verso il Porto Nuovo che fece scomparire dalle Rive i treni merci. «Fu partigiano e patriota - ha sottolineato Guido Botteri - partecipando attivamente alla Resistenza nella Brigata ferrovieri della Divisione triestina Domenico Rossetti e il 29 aprile del 1945 fu protagonista della liberazione di DonMarzari». Lo storico Roberto Spazzali ha citato inediti aspetti del ruolo di Spaccini quale «fondatore dell’emittente clandestina Radio Venezia Giulia e poi di responsabile dell’ agenzia giornalistica Astra nel periodo del Gma». Ennio Abate e Dario Rinaldi hanno portato i loro contributi, riferendosi alla figura di Spaccini pubblico amministratore «ma capace di coltivare anche passioni che ne denotano l’indole versatile», seguiti da Giorgio Cesare, Ezio Martone, Franco Richetti e Giorgio Tombesi. Il convegno è stato coordinato dalla giornalista Marina Silvestri, mentre Mario Mirasola ha letto alcuni scritti di Spaccini.
Ugo Salvini (da Il Piccolo)