treno superveloceL’accordo di cui oggi si sa che esiste quantomeno una proposta di parte, dovrebbe contemplare al di là dei sei chilometri per Capodistria - sempre che siano poi accolte per intero le istanze delle amministrazioni locali, dall’Autorità portuale al Comune - una serie di punti finalizzati per l’appunto a potenziare la linea ferrata da e per lo scalo marittimo triestino. Uno: infrastrutture ferroviarie h24 al servizio del Porto. Due: l’apertura della galleria dietro Scalo legnami per risparmiare ai convogli caricati proprio tra Scalo legnami e il Canale navigabile il giro di rientro fino a Campo Marzio, pronti di conseguenza per la circonvallazione sotterranea. Tre: il trasloco del terminale ro-ro e ro-la in area ex Aquila. Quattro: il superamento della doppia manovra Adriafer-Rfi sul confine demaniale alla radice del Porto nuovo. Cinque: una portanza per treni da 650 metri lungo i binari che portano alla stessa stazione di Campo Marzio. Sei, che è un frullato dei cinque di cui sopra: un nuovo terminale intermodale, un nuovo snodo ferroviario, alle spalle dei moli V, VI e VII. Il cuore della trattativa, lascia intuire proprio Marina Monassi, è lì che pulsa: nei «terreni» ferrati «dietro Riva Traiana, da Campo Marzio finoalMoloVII ». (pi.ra.)
(da Il Piccolo)