rosato ettore«Trieste non si farà mettere i piedi in testa ancora una volta e quel disgraziato muro, più longevo di quello di Berlino, che amputa un pezzo di città e che troppo a lungo ha impedito lo sviluppo, stavolta lo abbattiamo ». Parole e musica di Ettore Rosato, deputato del Pd che dalla Camera ha seguito a distanza ma con grande interesse i lavori del Senato e soprattutto la questione dell’ordine del giorno firmato anche dal concittadino Giulio Camber (Pdl). Atto a cui Rosato non risparmia critiche: «I tentativi di ostacolare la riconversione del Porto vecchio ormai non si contano più. Questa volta ci hanno provato al Senato, riallacciando per l’occasione un’alleanza trasversale tra Lega e un pezzo del Pdl, quello del dinosauro. Ma non passeranno». Non è difficile da comprendere a chi si riferisca Rosato con il termine “dinosauro”… Il deputato dei “democratici” prosegue il suo affondo: «Il Pdl alla fine è sempre condizionato fortemente da Giulio Camber e questo odg è in contraddizione con il voto espresso sulla risoluzione approvata dalla Commissione esteri. L’ordine del giorno è comunque inefficace rispetto ai problemi del Porto vecchio di Trieste…». Alla chiusura di Rosato si legano idealmente le considerazioni dell’ex berlusconiano Roberto Antonione, altro deputato triestino oggi con i Liberali per l’Italia nelGruppomisto: «Si tratta semplicemente di un documento che chiede l’applicazione a livello fiscale di quanto previsto dal Trattato di Parigi del 1947.Nonc’entra con la questione dello spostamento del Punto franco. E poi è un odg, il cui valore è poco rilevante. Se non è aria fritta, entro 60 giorni il governo faccia allora un decreto che possa darne attuazione. Maio sono pronto a scommettere… ». Scommettere che, fa capire Antonione,nonaccadrà. E pare che sulla questione vi sia stato fra la serata di lunedì e ieri mattina un insistente pressing al fine di disinnescare l’emendamento Castelli (poi in effetti “retrocesso” a ordine del giorno per, stando a quanto dichiarato dal proponente, ragioni tecniche): retroscena sull’asse Trieste-Roma con azione diplomatica che ha visto protagonisti parlamentari triestini ma anchelo stesso sindaco Roberto Cosolini. Dal versante leghista intanto, sempre fra gli eletti triestini alla Camera, Massimiliano Fedriga conferma, a dispetto di alcuni rumors circolati in giornata negli ambienti parlamentari, la condivisione, sua e del partito, sull’iniziativa con primo firmatario l’ex ministro padano Roberto Castelli: «La nostra posizione sul Porto franco è nota e la portiamo avanti. Siamo per il rispetto del Trattato di Parigi del 1947. Il problema è quello diampliare le competenze dei punti franchi, nel rispetto proprio del trattato». E a proposito di Lega Nord, da Trieste esulta l’assessore regionale alle Attività produttive Federica Seganti, che in una nota celebra «l’asse Seganti-Castelli » e afferma: «Con l’approvazione di quest’ordine del giorno si compie un passo fondamentale per il rilancio del porto di Trieste»». (m.u.)
(da Il Piccolo)