tristezzaTroppo pessimisti i sindacati? Gli imprenditori non lo sono di meno. Nei prossimi mesi potrebbero esserci sorprese per nulla piacevoli: questa è la previsione. «Non voglio essere pessimista a tutti i costi - sottolinea Sergio Razeto, presidente di Confindustria Trieste -maconsidero la situazione che andiamo ad affrontare in autunno peggiore di quella dell’anno scorso. Vedo molte piccole aziende in sofferenza e un mercato fermo. Non solo a Trieste. Se guardiamo quello che succede a livello nazionale abbiamo un incremento delle esportazioni e un calo dei consumi interni. L’Istria quest’estate ha visto il 10 per cento di italiani in meno e il 10 per cento in più di tedeschi. Questa e la situazione nazionale che è lo specchio di quello che succede anche qui da noi. E lo si vede girando per la strada. Molte aziende hanno chiuso per ferie, negli anni scorsi non lo hanno mai fatto; altre hanno allungato il periodo di vacanza. Questo significa pur qualcosa e non si può fare finta dinonvedere». Ma per Razeto la crisi è una questione drammatica che deve essere risolta a livello nazionale: «Non è possibile uscirne se non ci sono i tagli alla spesa pubblica. Il debito che abbiamo ci impedisce di investire e se non parte l’impresa si muore. E da parte del governo centrale finora non si sono viste iniziative a favore delle imprese. Troppe tasse e la stessa riforma del lavoro della Fornero è una bufala.Nonpossiamo prendercela con gli amministratori locali come Tondo o Cosolini, loro eventualmente possono farci pagare l’Imu il 10 per cento in meno, ma le decisioni che contano arrivano tutte da Roma. E per adesso sono negative per le aziende e il lavoro». (fe.vi.)
(da IL Piccolo)