Lug
04
TAN DUN e Ljubljana Festival ammaliano il pubblico di Trieste

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di Maria Luisa Runti

Straordinario successo
, il 29 giugno u.s, per il concerto “Martial Arts Trilogy” di Tan Dun nell’ambito della 63° edizione del Ljubljana Festival. Già programmato per il 27, in anteprima assoluta e sospeso a causa di un violento temporale, grazie alla disponibilità del M° Tan Dun ed all’ eccellenza degli organizzatori, è potuto andare in scena in Piazza dell’Unità d’Italia, a Trieste, dopo la prima a Ljubljana.
In programma:
Hero Concerto for Violin and Orchestra;
Crouching Tiger, Hidden Dragon Concerto for Cello and Orchestra;
The Banquet Concerto for Piano and Orchestra;
The Triple Resurrection for Violin, Cello, Piano and Orchestra.

La spettacolare e magnifica esecuzione è stato accompagnata dalla proiezione su schermo di alcune delle scene più belle dei film “Hero” di Zhang Yimou, la “Tigre e il Dragone” di Ang Lee (le cui musiche hanno valso a Tan l’Oscar come migliore colonna sonora nel 2001) e “The Banquet” di Xiaogang Feng, creando una trilogia conosciuta come il ciclo delle arti marziali. Il conclusivo concerto “The Triple Resurrection” per Violino, Cello, Piano ed Orchestra commemora la nascita di Richard Wagner e rende omaggio al Ring Cycle.
Eclettico, geniale, concettuale, Tan Dun utilizza un linguaggio musicale originale e polifonico, muovendosi fra culture diverse, abbattendo i confini fra Oriente ed Occidente. Fraseggi cromatici, timbri primordiali e svariati mezzi espressivi come l’acqua, la carta e le pietre fanno parte del suo modo d’esprimersi come estrinsecazione universale di amore per la natura con cui comunica per mezzo delle sue splendide intuizioni musicali. Melodie rituali antichissime e intimamente connesse alla tradizione animista si uniscono a ritmi e melodie della natura con un intrigante ed innovativo sincretismo di tecniche compositive. Tradizione ed innovazione sono l’alchimia che rendono unica la sua musica.

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Eccellente la prova della Slovenian Philharmonic Orchestra e dell’ Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste che Tan Dun ha mirabilmente diretto e dominato in un totale, coinvolgente crescendo armonico, con suggestioni cromatiche e grande potenza espressiva. Superba la fusione di archi e percussioni, preziosi gli interventi dei fiati nel dialogo con gli altri strumenti. Tan è riuscito a fondere entrambe le orchestre in un’unica possente voce in cui si sono inserite quelle dei solisti. Un magico connubio fra musica ed immagini: a volte di delicata e sognante poesia, altre di veementi duelli ed armate a cavallo.

tan-dun-1-palco Lana Trotovšek, in “Hero Concerto” ha spaziato con il suo violino tra virtuosismi, pizzicati e delicati, nostalgici trilli, scandendo, a volte, con la mano il ritmo sullo strumento in una perfetta, magnifica gamma di coloriture intense.

tan-dun-2-palco Zhu Lin nel “Crouching Tiger, Hidden Dragon Concerto” ha impreziosito con il suo assolo di cello l’inizio del brano fondendo poi la sua voce con quella delle percussioni con virtuosismi trascinanti intervallati da pizzicati e battuti. Di delicata grazie e poesia l’intervento del tamburello suonato, con movenze di danza, da una delle orchestrali. Travolgente il crescendo dei fiati, a commento del cello, durante il video delle spade che, infine, si dileguano come un fantasma nell’incalzare delle percussioni e degli archi.
Yingdi Sun ha dato un ‘ottima prova interpretativa in “The Banquet”. Le note del piano fra fughe armonicamente cromatiche e trilli acuti (a tratti evocavano suoni di lontane campane) si sono inserite nel crescendo turbinoso di percussioni, archi e fiati in un perfetto connubio di grande suggestione emotiva a commento delle immagini.

tan-dun-acqua Straordinario l’ultimo pezzo in programma “The Triple Resurrection” che ha visto sul palco tutti e tre i solisti nonché una musicista che si è dedicata all’elemento “acqua”. Un grande bacile illuminato di verde, in cui con danzante grazia, ella la agitava e muoveva, con sciacqui e “cascate” di gocce, affondando le mani e percuotendola con diversa intensità in uno sciabordio che coinvolgeva ed ipnotizzava, in un fluire ancestrale capace di dialogare con le voci dell’ orchestra tutta in un unico appassionante crescendo fra poesia, dramma ed intima, possente, onirica apoteosi finale.

Calorosissimi applausi e ripetute chiamate alla ribalta hanno coronato il grande successo della preziosa serata.

Affermava Hermann Melville: “…come ciascuno sa, la meditazione e l’acqua sono per sempre congiunte…”

MARIA LUISA RUNTI
© Riproduzione vietata
Foto: Maria Luisa Runti

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