alice romagnoli Se la chiami “Giramondo”, sicuramente lei non si offende. Alice Romagnoli, neo-rivierasca da più di un mese, ormai non ha quasi più bisogno del navigatore satellitare per spostarsi lungo lo stivale italico: dal 2005 ad oggi, sono infatti ben 8 le diverse casacche che la pivot nativa di Milano ha vestito in passato e che può conservare nel proprio guardaroba, con quasi 1.100 punti all’attivo e altrettanti rimbalzi conquistati.

Impegnata anche come istruttrice di mini-basket in casa rivierasca, il tassametro di Alice vuole certamente continuare a correre specialmente sul campo, in una stagione dove si candida a essere quel “totem” che Muggia cercava da tempo per fare la voce grossa in area pitturata.

- Alice, abbiamo già detto che in precedenza ti sei data parecchio da fare sui parquets lontano da casa: ci racconti un po’ il tuo ruolino di marcia, prima di sbarcare ad Aquilinia?

“Tutto è iniziato col mio trasferimento a Cavezzo, una piazza molto importante del basket femminile: a 16 anni sono finita in prima squadra ed è stata quella la miccia che poi ha acceso la mia carriera da cestista. Ho fatto parecchia gavetta in A1 a Venezia e a Montichiari, prima di giocare nella seconda serie nazionale a La Spezia, Lucca, Udine e Marghera”.

- Dopo tanto peregrinare in giro per l’Italia, cosa ti ha portato a sposare il progetto Interclub?

“I motivi sono sostanzialmente due: il primo per studio, visto che sono iscritta al corso di Scienze Motorie dell’Università di Udine e vorrei laurearmi prossimamente. In tal senso la scelta di Muggia non è casuale, visto che avevo la volontà di rimanere nel Nord-Est per non allontanarmi troppo dalla mia facoltà. Il secondo è perché sapevo fin dal principio quanto si stia bene da queste parti, speravo dunque di venire a giocare all’Interclub, prima o poi”.

- Hai affrontato spessissimo Muggia come rivale, specialmente nelle ultime tre stagioni. C’è qualcosa in particolare che ricordi di quelle sfide?

“Ho un ricordo particolarmente vivo dei derby giocati con la maglia di Udine: in quell’ambito, l’immagine degli spalti di Aquilinia sempre affollati e pieni di calore era un qualcosa che ti faceva capire il perché Muggia fosse amata dal proprio pubblico e considerata la squadra compatta che ha poi dimostrato di essere negli ultimi campionati, specie a livello di gruppo”.

- Il gruppo, appunto: avrai avuto già il modo di apprezzare la “banda di scalmanate” che sono la colonna portante della prima squadra. Pensi che la forza di far parte di un team che si conosce bene già da anni, vi possa permettere di avere un vantaggio in più rispetto alle altre avversarie?

“Sicuramente il fatto di avere un legame duraturo anche fuori dal campo è un qualcosa che gioca molto a favore della squadra. Per quanto mi riguarda, sono stata accolta benissimo sin dal principio e ho apprezzato che, finito l’allenamento, si esca spesso alla sera con gran parte delle mie nuove compagne di squadra: posso dirti che una cosa del genere la si vede raramente a questi livelli, il che mi dà l’ulteriore conferma di aver fatto la scelta giusta nell’approdare qui a Muggia.”

- Sul discorso delle “scalmanate singole”, a oggi a chi daresti la palma di migliore?

(Alice sorride) “Su questo frangente, pur conoscendole da poco, credo senza sbagliarmi che la capitana Annalisa Borroni e Lara Cumbat siano decisamente una spanna sopra tutte le altre.”

- Tornando alle questioni serie: quali sono le aspettative per la stagione che inizierà a breve, sia dal punto di vista della squadra che da quello strettamente personale?

“A livello di team dobbiamo centrare le prime quattro posizioni del nostro girone: tutto questo ci permetterà poi di vivere con più tranquillità la seconda parte di campionato. Abbiamo larghi margini di miglioramento e le prossime amichevoli ci permetteranno ulteriormente di farci capire dove possiamo arrivare. Per quanto mi riguarda, molto semplicemente darò il massimo e cercherò di potermi rendere utile alla causa muggesana.”

- Un ultimo quesito: cosa sta a significare il tatuaggio sul tuo braccio sinistro?

“C’è scritto “Don’t forget to love yourself” (“Non dimenticare di amare te stessa”): diciamo che è una sorta di promemoria, un concetto che dovrei far mio perché molto spesso mi dimentico di farlo….”


Alessandro Asta
pallacanestro, basket, Interclub Muggia, Alice Romagnoli