casco polizia rotto Riceviamo la seguente lettera:



Da anni il SAP denuncia in ambito locale, ma anche in quello nazionale le difficoltà della Polizia di Stato, comuni a quelle delle altre Forze di Polizia e a tutto il Comparto Sicurezza, E’ innegabile che in situazioni come queste bisogna fare delle scelte, su come e dove appostare le risorse. Crediamo però, che oltre a garantire la sicurezza dei cittadini, sia necessario garantire anche quella di chi lavora per la comunità. Tra gli “attrezzi da lavoro”, la Polizia di Stato ha in dotazione dei caschi per proteggere  gli operatori da possibili traumi alla testa, derivati dal lancio di oggetti contundenti da parte di manifestanti poco ben intenzionati o quant’altro. Spesso questi caschi vengono indossati dagli agenti per ore con condizioni climatiche difficili e particolari. Il personale della Scuola Allievi Agenti, ma anche quello della Questura di Trieste, che  hanno in dotazione i caschi in questione, sono impegnati anch’essi nei servizi di Ordine Pubblico. Sono quelli forniti in occasione di “Italia 90”: hanno 25 anni! I risultati li lasciamo immaginare, considerando che un casco da moto, costruito con le stesse concezioni, è “sensibile” agli urti ed agli sbalzi di temperatura che insieme all’invecchiamento concorrono ad indebolire la parte più delicata, quella che da la reale protezione, la calotta interna in polistirolo. Il tempo consigliato di durata per i caschi da moto è al massimo di 5 anni. Il risultato è che nella maggior parte dei casi, i caschi per l’ordine pubblico in  dotazione appaiono nel loro interno seriamente compromessi dall’usura e dal tempo,  d’altra parte hanno 25 anni e sinceramente sorge il dubbio sulla loro reale efficacia e sicurezza. Sarebbe come pretendere sicurezza mandando un operaio edile a lavorare con delle scarpe antinfortunistiche danneggiate nelle sue parti protette. La sostituzione dei vecchi caschi con quelli nuovi, ha però dei costi, come lo hanno quello dei mezzi per il trasporto degli operatori di polizia. Non abbiamo più mezzi di trasporto, nello specifico furgoni che trasportino le “squadre” per poter intervenire in caso di problemi di ordine pubblico. Tanto che nell’ultima partita, che si è svolta l’altra settimana al “Rocco”, si è dovuto  ricorrere all’utilizzo, di un mezzo fatto pervenire vuoto appositamente da Padova, dal Reparto Mobile, che a fine servizio, ha fatto ritorno alla propria sede. La Scuola, non possiede più alcun mezzo idoneo, con le necessarie protezioni, per questo tipo di servizio, ma nemmeno la Questura. Cosa succede poi se al posto di un servizio “programmato” c’è la necessità di dover uscire subito ed intervenire? Aspettiamo Padova? La stagione delle manifestazioni sta appena per cominciare e la crisi, oltre ad imporre un risparmio della spesa pubblica, impone anche un attento controllo dell’ordine pubblico. Ancora una volta protestiamo per poter lavorare, ma servono i mezzi però!

Il Segretario Provinciale Sap
Lorenzo Tamaro

Sap, austerity