immatricolazioni auto2012Unrae, che associa le marche automobilistiche estere in Italia, prevede che il 2012 si concluderà con un calo di quasi il 19%, ai livelli del 1979. Federauto avverte che a luglio il mercato dell’auto è sceso del 32% rispetto allo stesso mese del 2011. E in Friuli Venezia Giulia le cose non vanno meglio. A raccontarlo in una nota targata Confcommercio è Giorgio Sina, esponente di rilievo della categoria nel Triveneto. Il primo semestre 2012 suggerisce questa drammatica sequenza: in regione il mercato ha perso complessivamente il 24,3%, i parziali dicono che la flessione a Trieste ha sfiorato il 30%, a Udine è di poco sotto il 20%, a Pordenone gira attorno al23%, mentre Gorizia indossa la “maglia nera”con il 37,6%. Nell’ultimo dettaglio mensile disponibile, ovvero giugno, Udine - che rappresenta più o menola metà delle immatricolazioni regionali - ha perso nel confronto tendenziale il 19,6%, Trieste addirittura il 40,8%, Gorizia il 29,8%, l’industriosa Pordenone il 35,8%: la caduta del mercato auto trova nel -29,1% un impressionante riassunto percentuale. A luglio «stimiamo - pronostica tristemente Sina - un’ulteriore riduzione del 30%». Per un settore sul quale è stata costruita un’ampia porzione della storia industriale italiana, questi numeri, sia nella versione che in quella territoriale, riescono assai preoccupanti. E assai preoccupanti rischiano di essere i riscontri occupazionali per un comparto, quello delle vendite auto, che, secondo i dati diffusi da Sina, in regione consta di circa 400 aziende con oltre 8mila posti di lavoro. Di questi circa un quarto - secondo una valutazione del “capogruppo” dei concessionari triestini Fabio Padovan - sono riferibili all’area giuliano- isontina. «Queste cifre - spiega Padovan - non fanno altro che confermare una tendenza che perdura da alcuni trimestri. Il mercato auto è depresso, quello dei veicoli commerciali ancora peggio». Trieste e Gorizia appaiono più “sofferenti” non perchè il consumatore si sia impoverito maggiormente, ma per ragioni psicologiche: è in genere più anziano e molto più prudente nello spendere. Tale spiegazione “demografica” pesa, secondo Padovan, per un ulteriore 15% sulle piazze triestina e goriziana. Tutti i segmenti commerciali sono in difficoltà - esamina Padovan - anche le vetture di maggior pregio faticano, per motivi fiscali e per la crisi dell’usato. Che fare? L’agenda di Padovan recita: «riequilibrare le nostre strutture, un po’ di fiducia anche perchè il parco circolante è vecchio con una media di 9 anni, evitare le misure di temporaneo sollievo ».
(Massimo Greco - da Il Piccolo)