scempio val rosandra Ipotesi di reato: disastro ambientale. Il Comune di San Dorligo nelle vesti dell’ex Sindaco Premolin prende le distanze, pur dichiarando di aver chiesto l’intervento alla Regione. Il problema in realtà è piuttosto complesso, in quanto il Comune non aveva i fondi per realizzare tale opera di “pulizia”, imponente per spiegamento di mezzi e di persone. L’intervento della Protezione Civile però doveva essere concordato nei particolari con la Premolin, per quanto riguarda la sua esecuzione; così invece non è stato. Dal progetto d’origine, che prevedeva la rimozione di arbusti secchi e ramaglie dal letto del torrente Rosandra, si è passati, per qualche motivo misterioso, al taglio di alberi sani e dall’alto fusto che non costituivano motivo di esondazione. Nuove testimonianze, perizie di parte e carte bollate di certo porteranno la battaglia legale a prolungarsi nel tempo, dove la vera vittima, la natura, non potrà dire la sua nei tribunali.


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