1-locandina-marchettaising-foto-luigi-tolotti In scena venerdì 6 dicembre alle 21.30, presso il Circolo Arci “D-Sotto” (Via Bernini 2, Trieste), “MARCHETTAISING”, cinque corti teatrali di Corrado Premuda con Valentino Pagliei e Francesco Facca.
La notizia è ghiotta perché Corrado Premuda ci riserva sempre delle interessanti, piacevolissime sorprese. Eclettico e geniale, poetico e dissacrante, sensibilissimo nel suo spaziare dalla narrativa al teatro, dall’arte alla poesia ed alla didattica, Premuda porta una luce nuova e preziosa nel panorama culturale triestino (e non solo…). Una voce giovane che ha al suo attivo numerosi riconoscimenti e premi anche internazionali. Scrittore, giornalista ed autore di testi teatrali, nel 2012 ha vinto il premio “Drama Slam” italiano con “La domenica non si andava in Val Rosandra” e, nel 2011, il Premio Hist(o)ria Slam (Croazia) per il racconto “Un memorial di presenze”. Appassionato studioso dell’arte di Leonor Fini, ha realizzato il documentario “Mais où est Leonor?” (2009 – produz. Trieste Contemporanea / Videoest, regia di G. Penco) acquistato dal Centre Pompidou e dalla Bibliothèque Publique d’Information di Parigi; Ute Lemper ha utilizzato parte della sua recensione allo spettacolo “But one day” per promuovere la tournee italiana di “Voyage”; sue le presentazioni “An Immersion in the Trieste on Paper” per la mostra “Trieste” di Jay Heikes, Matthew Day Jackson, Jessica Jackson Hutchins, Lisa Lapinski, Khartik Pandian e Erin Shirreff alla galleria Marianne Boesky di New York e “Carol Rama / Andrea Guerzoni. Quanta luce nel nero”, (Palazzetto ArtGallery – Roma), di cui ha curato anche la mostra. Sempre per A. Guerzoni, con cui ama collaborare, ha presentato “La danza dell’ape. Aforismi per Alda Merini” (TO e MI). Il suo racconto “Particole al cioccolato”, è stato pubblicato nell’antologia (uscita in italiano e in traduzione croata e con la prefazione di Claudio Magris) “Confusioni triestine” insieme a quelli di altri autori triestini (Covacich, Roveredo, Spirito, Longo). Il bellissimo romanzo “Prematurità” invece è uscito in traduzione croata per Antibarbarus di Zagabria, ma non è ancora stato pubblicato in Italia…!
Prima di dargli la parola per parlare di “MARCHETTAISING”, voglio ricordare ancora “Il Temperamatite”, un affascinante ed innovativo corso di scrittura creativa giunto ormai, con grande successo ed affluenza di iscritti, alla sua quinta edizione nonché una poetica, delicata sorpresa che ci sta preparando per Natale: “Felici e contente”, un incantato, magico libro di favole con le illustrazioni di Andrea Guerzoni.

“MARCHETTAISING” sono cinque mini atti unici… I loro titoli, alquanto ermetici… Puoi anticiparci qualche chicca?

Sì, sono davvero brevi perciò mi piace molto chiamarli “corti teatrali”. Il filo conduttore? gettano uno sguardo inusuale e stralunato sulla realtà e ne raccontano piccole e grandi verità ed ipocrisie, con un linguaggio a volte fantastico, a volte candido, a volte cinico. Un modo di osservare alcuni temi contemporanei (lavoro, scuola, sentimenti, potere, sesso) come in una pausa del gioco della vita. Un’evoluzione di personaggi che crescono e cambiano in un processo di ricreazione che si compie a vari livelli: psicologico, sociale, sessuale, emotivo. Prototipi umani che si trasformano, tentano di rivestire un ruolo diverso, perdono la propria identità, diventano oggetti, assistono a bizzarre metamorfosi fisiche, confondono le regole, diventano cartoni animati. Cinque “corti” sugli imprevisti e sulle apparenze. 

Com’è nata l’idea del progetto?

Lo scorso anno, durante la serata del primo “Drama Slam” italiano, organizzato al teatro del parco di San Giovanni a Trieste, l’attore Valentino Pagliei, che conosco da lungo tempo, mi ha chiesto se avessi dei testi brevi per lui. Abbiamo iniziato a parlarne assieme e gliene ho proposti cinque; alcuni a cui stavo lavorando e che ho perfezionato per l’occasione, altri che avevo già scritto. Nel progetto abbiamo coinvolto anche Francesco Facca, attore per il quale alcune parti di quelle opere sembravano scritte apposta.

Il titolo dello spettacolo è anche quello di uno dei corti. Forte, graffiante, bellissimo, arriva come una sorta di “schiaffo”. Secondo me il più coinvolgente dei cinque. Si legge d’un fiato, sino all’imprevedibile finale. Ma andiamo con ordine… Lo scenario si apre con “DIALOGO DELLA RICREAZIONE”…

Focalizza l’attenzione sul rapporto tra generazioni diverse, in una scena in cui un adolescente ed il suo professore parlano di vari argomenti e rivestono due ruoli sociali ben determinati: l’allievo ragazzo e l’insegnante adulto. E’ una riflessione dolce-amara sul mondo della scuola di oggi dove, grazie alla riforma Gelmini, una materia a mio avviso importante come la Storia dell’Arte è scandalosamente sparita dai programmi di molte scuole superiori.

Ne hai fatta un’analisi molto acuta; oltre al rapporto generazionale, si percepiscono anche insicurezza e solitudine, furbizia e malinconia del giovane studente, un quasi “disperato” bisogno di comunicare. Segue “INTERCAPEDINE”…

Parla dei pensieri e delle certezze di un uomo medio, un “macho”, uno che pensa di sapere molto bene come relazionarsi con le donne e che, per un’inspiegabile fatalità, vede il suo corpo trasformarsi davanti a lui proprio nell’essenza della sua virilità. Il testo vuole suggerire che il piacere non ha sesso!

Veniamo al cuore dello spettacolo…

“MARCHETTAISING” è un testo cinico. Un giovane si presenta in un ufficio per uno strano colloquio di lavoro. Il ragazzo è infatti intenzionato a vendere una merce molto particolare: il suo corpo. Le reazioni della struttura e dei suoi responsabili sono, dapprima, di scherno e fastidio; poi invece l’insistenza del giovane fa presa ma si ritorce proprio contro di lui: gli viene fatta una controproposta ed egli finirà vittima del suo stesso gioco. Una riflessione dura e spiazzante sulle derive del mercato del lavoro odierno.

Cinico ma anche lucido e sferzante; un crescendo incalzante che fa cadere le maschere mettendo a nudo opportunismi, consumismo ed incertezze esistenziali. Da qui si passa alla delicata poesia de “IL TERZO BRACCIO”…

E’ un testo candido in cui un bambino descrive, attraverso i suoi occhi ingenui e fantasiosi, l’universo degli adulti: il corpo della mamma e quello del papà, che riservano sorprese nonché la sua maestra, una suora, personaggio per lui molto misterioso che non è nè femmina nè maschio.

Chiude il cerchio “PELUCHE” che mi riporta al filone del teatro dell’assurdo di Ionesco…

E’ un dialogo surreale tra due personaggi che sembrano uscire dal mondo dei cartoni animati: Pelle di Pesca ed Occhi a Mandorla. Discutono, litigano e si confrontano stando appesi ad una fantastica palla di peluche. A tratti i loro discorsi rincorrono delle intenzioni umane, a tratti invece debordano decisamente in uno sketch da teatro di figura.

Affermava Eugène Ionesco ne “La cantatrice calva”: “Prendete un circolo, accarezzatelo, diventerà vizioso!”.

MARIA LUISA RUNTI
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