serracchioni «Abbiamo vinto». Così Debora Serracchiani, all’uscita del suo ufficio nella sede del Pd di Udine, commenta il risultato delle elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia. Ha aspettato che mancassero solo 40 sezioni da scrutinare. Impossibile sbilanciarsi prima: il candidato del centrosinistra, infatti, batte di misura - circa 2.000 voti - il governatore uscente Renzo Tondo, che si congratula con l’avversaria. Più tardi la neogovernatrice, entrando in Consiglio regionale, ha commentato: «Abbiamo messo un primo paletto, lo dico soprattutto alle donne». E aggiunto, non senza ironia, «Siamo diventati una bestia rara: un centrosinistra che vince non si è mai visto».
IL PD: CAPACITÀ DI VINCERE - Il Pd, con una nota, ha sottolineato che questa «è la dimostrazione che il Partito democratico e i suoi esponenti hanno la forza, la credibilità e la capacità di vincere e di saper intercettare il consenso con la forza degli argomenti e delle idee» anche « in questo delicato momento».

TESTA A TESTA MOLTO SERRATO - Si votava per presidente della Regione e il rinnovo del consiglio regionale (49 seggi, 10 in meno dopo il taglio per ridurre i costi). Una consultazione su cui ha pesato fortemente l’eco di quanto successo nelle ultime convulse ore a Roma, fino alla riconferma al Colle di Giorgio Napolitano e alla conseguente implosione del Pd. Ma proprio i Democratici guardavano con grande attenzione e fiducia a quanto successo nella regione più a nord-est: dopo 1371 sezioni scrutinate (su 1.374) Debora Serracchiani, portacolori del centrosinistra (è sostenuta anche da Sel, Idv e un paio di liste civiche) è in vantaggio con il 39,37% dei consensi; e con il presidente regionale uscente Renzo Tondo, candidato del centrodestra, al 39,03%. La distanza tra i due all’inizio dello spoglio aveva toccato anche i 12 punti percentuali, ma si è mano a mano andata riducendo. Spicca il dato delle schede nulle: oltre 11900 quando il divario tra i due candidati principali è inferiore ai 2000 voti. Le schede bianche sono oltre 5900 e i voti contestati e non assegnati una cinquantina.

AFFLUENZA SCARSA - L’affluenza in ogni caso è stata impietosa: solo il 50,48% degli elettori si è recato alle urne (il 45,8 a Trieste, il 53,46 a Udine), praticamente uno ogni due aventi diritto. Una situazione che già di per sè è un’indicazione dei malumori dell’opinione pubblica. Una quota che sulla carta avrebbe dovuto favorire in particolare il Movimento 5 Stelle, che a livello nazionale pareva uscito ricompattato dalla battaglia a favore di Rodotà al Quirinale. Lo stesso Beppe Grillo domenica aveva parlato del Friuli Venezia Giulia come della probabile «prima regione a 5 stelle d’Italia». È stato l’opposto: il candidato grillino, Saverio Galluccio, è solo terzo, con il 19,2% (e l’M5S, che partiva dal dato del 27,22% ottenuto alla Camera in febbraio, è sotto al 13,8%). Molto distanziato, infine, Franco Bandelli, della lista Un’altra Regione, con il 2,41%.

DOPO LE POLITICHE: PUNITO GRILLO - Confrontando il dato delle Regionali con le elezioni Politiche di fine febbraio, emerge che centrosinistra - con l’appoggio di due liste locali - e centrodestra - una lista d’appoggio - migliorano il numero di voti ottenuto allora (ma ai singoli partiti mancano voti rispetto alle Regionali 2008: il 3,1% al Pd e il 13% al Pdl), mentre l’#M5S sprofonda dalle 196.000 preferenze alle 54.000 attuali. Superiore, quasi il doppio, il risultato di Galluccio.

PD PRIMO, MA HA PIÙ VOTI IL CENTRODESTRA - Il Partito democratico, con oltre il 26,8%, è la prima lista seguito dal Pdl appena sopra il 20 e dal M5S al 13,77%. La prima coalizione risulta però essere quella di centrodestra: inclusa l’Udc, raggiunge complessivamente il 45,17%, mentre il centrosinistra è al 38,99%.

M5S RASSEGNATO - Proprio il leader regionale dei Cinque Stelle era stato il primo dei candidati a commentare: «Ho sempre detto che per me abbiamo già vinto, perchè abbiamo messo in piedi un movimento», ha detto poco dopo la chiusura delle urne all’agenzia Ansa. Galluccio ha inoltre rivendicato di «non aver mai fatto promesse in campagna elettorale; vediamo invece se chi vincerà manterrà le sue. Noi siamo stati sempre umili e questo ha pagato».

PROVINCE E COMUNI - Il voto riguardava anche la Provincia di Udine e altre 13 amministrazioni comunali. Si votava infine anche per due referendum: per il passaggio di Pieve di Cadore (Belluno) dal Veneto al Friuli Venezia Giulia e quello di Taibon Agordino (Belluno) dal Veneto al Trentino-Alto Adige.

Maria Strada - da Il Corriere della Sera
voto, FVG, regionali, Serracchiani, Tondo