prioglioUn impero da Trieste all’Ungheria, sempre guardando verso Est.
La storia dei Prioglio si è sempre sviluppata guardando a Est. Dal Piemonte ai confini orientali del Regno d’Italia nell’800, con prima base a San Giovanni al Natisone in Friuli. Dopo la prima guerra mondiale a Postumia (oggi Slovenia) e al porto di Fiume. Il ritorno a Trieste nel 1945. Nel 1997 la società contava 400dipendenti e a Roberto Prioglio venivano attribuiti un giro di affari di 45 miliardi di lire e progetti di espansione in Ucraina, Russia, Mongolia e Cina. All’inizio degli anni ’90 l’imprenditore, col figlio Francesco, aveva fondato un moderno terminal tra Ucraina e Ungheria, rilevando un’azienda locale e associando le ferrovie ungheresi e le finanziarie pubbliche Simest e Finest, con 28 mila metri quadrati di magazzini per un giro di 250 mila tonnellate di merci varie. La storia ha portato il crollo dell’Urss e l’allargamento della Ue, la fine dei dazi doganali, e nuove politiche che hanno tolto sovvenzioni al commercio di animali vivi da macello facendo di fatto chiudere il polo di Porto vecchio a Trieste. Infine, la crisi economica. Utimo atto, la messa all’asta degli immobili decretata nel dicembre 2011 dal tribunale di Ancona. In pochi anni il tracollo di un’impresa che aveva attraversato due secoli e che aveva visto Roberto Prioglio ai più alti vertici delle associazioni di categoria: Aspt-Astra (Associazione spedizionieri del porto di Trieste-Alleanza della spedizione e del trasporto in Fvg), Fedespedi (Federazione nazionale delle imprese di spedizione internazionale), Comitato nazionale di coordinamento degli utenti e operatori portuali, Confetra (Conferederazione generale dei trasporti e della logistica), Clecat (Comitato di coordinamento europeo delle imprese di spedizione).
(da Il Piccolo)