superprovince«Friuli storico e Trieste hanno identità distinte e devono ottenere grande autonomia. Trento e Bolzano sono i modelli».
Friuli storico da una parte, Trieste città metropolitana dall’altra. Nel rispetto della storia. Un modello Trentino Alto Adige da guardare, se non da imitare. Pietro Fontanini, nel mezzo del dibattito sulla riforma degli enti locali, non può che ribadire la sua idea di sempre, quella di una regione «unita ma che mantiene distinte le sue identità ». Il presidente della Provincia di Udine, non più segretario della Lega Nord e, chissà, sfidato da Claudio Violino nella corsa alla candidatura 2013, è «a disposizione » per portare avanti nel prossimo mandato questo progetto.

Fontanini, Province da mantenere, accorpare o cancellare?
Da accorpare. In chemodo? Viviamo in una regione che ha alle spalle una storia molto particolare e una struttura istituzionale fondata su un compromesso che ha messo assieme due realtà con vicissitudini diverse. Da un lato il Friuli, dall’altro la Venezia Giulia, territorio a lungo sotto il dominio austriaco e capace di maturità amministrativa solo dopo la seconda guerra mondiale. E poi il confine. Dica. Un confine molto chiuso che ha creato non pochi problemi, di riflesso, anche al Friuli. Abbiamo vissuto quel tipo di separazione sempre nel senso peggiore, non come opportunità di confronto ma come linea di chiusura verso l’esterno. Concretamente con servitù militari e caserme, oltreche blocchi alle attività industriali e alle infrastrutture. Un confine, in sintesi, molto pericoloso.

Si deve ripartire da lì?
Sì, da una realtà storica che ha messo assieme due entità distinte, per quanto legate al nomeFriuli Venezia Giulia. Par di capire che la convince il modello Trentino Alto Adige. Due Province con grande autonomia come Trento e Bolzano sono un’ottima soluzione.

All’assessore De Anna, invece, il percorso non piace.
Con lui non ho mai parlato di questi argomenti. Sarebbe interessante sapere dai cittadini se sia un modello da importare oppure no. Stando ai fatti, il livello amministrativo e di conduzione delle attività economiche di Trento e Bolzano è ai primi posti non in Italia, ma in Europa.

Il Friuli storico viene però respinto anche dal suo collega di partito Razzini e dal coordinatore del Pdl Gottardo. È un problema?
Razzini rispecchia la visione della zona della bisiacaria, più orientata verso la Venezia Giulia: pieno rispetto, così come per la posizione di Gottardo. Ma ci sono molte parti della Lega motivate a difesa del Friuli storico e, nel Pdl, vari esponenti che ritengono imprescindibile valorizzare l’identità e la tradizione del popolo friulano.

Come si conciliano le diverse posizioni?
Si dovrà appunto approvare una riforma che riesca a esaltare le due specificità della regione.

Quante possibilità ci sono che questo progetto vada in porto? E perché la Lega non ci è riuscita?
Nell’immeditato penso poche. Non vedo la forza e la volontà dei partiti di chiudere la questione prima della campagna elettorale. La Lega non ha mai avuto la maggioranza, ha dovuto per questo accontentarsi dei compromessi. Ma credo che il tema sarà fondamentale per il prossimo Consiglio regionale.

Che cosa si aspetta dalla commissione Pedicini?
Non sarà inutile. Qualche buona idea emergerà.

Non mancano, proprio in vista del voto, le riemersioni autonomiste, si muove anche l’ex padano Visentin. Che ne pensa?
Se qualcuno deve mettere un cappello a un progetto autonomista lo può fare solo il professor D’Aronco.

Lei porterà avanti un’iniziativa in tal senso?
No. Ma quel progetto ha caratteristiche per conquistare ottimo consenso.

Quindi lei sarà della Lega anche nel 2013?
E perché non dovrei? Smentisco ogni ipotesi di addio, diffusa ad arte per alimentare confusione e oscurare le questioni importanti.

Si ricandiderà alla Provincia di Udine?
Sono a disposizione per il progetto di ricostruire il Friuli storico. Mi affascina e mi motiva.

E se l’assessore Violino le soffierà il posto?
Il problema è vincere. Ragiono sui progetti, non sulle poltrone.

(Marco Ballico, il Piccolo)