4 – 9 ottobre | Teatro della Pergola
(feriale ore 20:45, festivo ore 15:45)
Teatro di Roma – Fondazione Teatro della Toscana
Sandro Lombardi
CALDERÓN
di Pier Paolo Pasolini, drammaturgia Sandro Lombardi, Fabrizio Sinisi e Federico Tiezzi con (in ordine di apparizione) Camilla Semino Favro, Arianna Di Stefano, Sabrina Scuccimarra, Graziano Piazza, Silvia Pernarella, Ivan Alovisio, Lucrezia Guidone, Josafat Vagni, Debora Zuin, Andrea Volpetti e con la partecipazione straordinaria di Francesca Benedetti.
scene Gregorio Zurla
costumi Giovanna Buzzi e Lisa Rufini
luci Gianni Pollini
movimenti coreografici Raffaella Giordano
canto Francesca Della Monica
assistente alla regia Giovanni Scandella
regia Federico Tiezzi
Durata: 2 h e 15’ senza intervallo.
Federico Tiezzi e Sandro Lombardi firmano per la prima della stagione ’16/’17 del Teatro della Pergola di Firenze, da martedì 4 a domenica 9 ottobre, Calderón, la tragedia in versi scritta da Pier Paolo Pasolini nel 1966 e pubblicata nel 1973. Una produzione Teatro di Roma – Fondazione Teatro della Toscana.
Il poeta di Casarsa si ispira al capolavoro del grande tragediografo spagnolo del “Secolo d’oro” Pedro Calderón de la Barca La vita è sogno, ambientandolo nella Spagna franchista durante gli anni del regime. Sandro Lombardi incarna Basilio, il Potere, mentre Rosaura che fa tre sogni successivi, ognuno in un ambiente differente – aristocratico, proletario, medio borghese – è interpretata da tre attrici differenti, Camilla Semino Favro, Lucrezia Guidone e Debora Zuin. Tra le inquietudini di Mulholland Drive di Lynch, il gioco costante di riflessi e di rimandi fra realtà e sogno, e la dicotomia dei costumi in bianco e nero, un apologo sui temi della diversità e della libertà. Con la partecipazione straordinaria di Francesca Benedetti.
Mercoledì 5 ottobre, ore 17, Sandro Lombardi, insieme a Cesare Molinari, Laura Caretti, Renzo Guardenti, presenta alla Pergola il suo volume Puro Teatro, edito da Cue Press. Introduce Marco Giorgetti. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
Calderón è la straordinaria riscrittura pasoliniana del classico La vita è sogno di Calderón de la Barca, ambientato nella Spagna franchista durante gli anni del regime. Una delle sue “più sicure riuscite formali”, a detta del suo stesso autore. Scritto nel 1966 e pubblicato nel 1973, unico dramma teatrale pubblicato in vita da Pasolini, il testo è la grande parabola di un conflitto generazionale più che mai contemporaneo. Tragedia in versi, dramma di poesia, grandioso affresco storico, risulta tuttora il punto più alto della teatro italiano del secondo Novecento.
Ma Calderón, regia di Federico Tiezzi, con Sandro Lombardi, un cast di prima grandezza e anche la partecipazione straordinaria di Francesca Benedetti, alla Pergola di Firenze da martedì 4 a domenica 9 ottobre come apertura della stagione ’16/’17, è soprattutto una precipitosa discesa agli inferi: del mondo sociale e di sé. Come un sogno che si chiude sempre in un altro sogno, Rosaura si risveglia in una classe sociale sempre diversa. Dal mondo aristocratico a quello piccolo-borghese fino alla miseria sottoproletaria, Rosaura è sempre straniera. Come straniero è sempre stato il suo scomodo autore, poeta civile, ma anche mistico, disperato profeta. Bloccati in una storia e in una società cui non vogliono appartenere, i protagonisti di Calderón vivono nello spazio doloroso fra la rabbia e la nostalgia, l’amore per il mondo e la rabbia verso gli adulti, i padroni della storia. Federico Tiezzi concepisce lo spettacolo, una produzione Teatro di Roma – Fondazione Teatro della Toscana, come ultima parte di una trilogia che prende in esame la dissoluzione della famiglia, qui colpita anche dalla forza dialettica del maggio ’68 e dallo sguardo impietoso di Freud. Lo avevano preceduto Ifigenia in Aulide di Euripide (INDA, 2015) e Questa sera si recita a soggetto di Luigi Pirandello (Piccolo Teatro di Milano, 2016). Questo Calderón sottolinea l’aspetto di ‘tragicommedia’ presente nel testo, lasciando emergere la sua comicità stridente, surreale e stralunata.
Siamo nella Spagna franchista del 1967. La Rosaura di Camilla Semino Favro, Lucrezia Guidone e Debora Zuin fa tre sogni successivi, ognuno in un ambiente diverso – aristocratico, proletario, medio borghese – a significare l’impossibilità, per tutti, di evadere dalla propria condizione sociale. Nel primo sogno Rosaura si innamora di Sigismondo (Graziano Piazza), un ex amante della madre che scoprirà essere suo padre; nel secondo, da prostituta, si innamora di Pablo (Josafat Vagni), un ragazzo che scoprirà essere suo figlio; nel terzo è una moglie rassegnata al proprio destino, che si innamora di Enrique (Andrea Volpetti), uno studente rivoluzionario.
È Pasolini a sottolineare come il tema del dramma sia lo scontro tra individuo e potere, impersonato da Sandro Lombardi: “In tutti e tre i suoi risvegli, Rosaura si trova in una dimensione occupata interamente dal senso del Potere. Il nostro primo rapporto, nascendo, è dunque un rapporto col Potere, cioè con l’unico mondo possibile che la nascita ci assegna. Il Potere in Calderón si chiama Basilio (Basileus), ed ha connotati cangianti: nella prima parte è Re e Padre (appare nello specchio – con l’Autore!! – come nel quadro di Diego Velásquez Las Meninas), ed è organizzato classicamente: la propria coscienza di sé – fascista – non ha un’incrinatura, un’incertezza. Nella seconda parte – quando Rosaura si risveglia ‘povera’, sottoproletaria in un villaggio di baracche – Basilio diviene un’astrazione quasi celeste (sta nello stanzone de Las Meninas vuoto, come sospeso nel cosmo: e da lì invia i suoi sicari sulla terra); infine, nella terza parte, è il marito piccolo-borghese, benpensante, non fascista ma peggio che fascista”.
Il tema della diversità, della irriducibilità di ogni essere umano alle logiche del potere borghese, è dunque ricorrente in tutti i sogni, risolto nelle metafore di amori incestuosi. Segue una quarta (e ultima) incarnazione di Rosaura in uno “scheletro bianco quasi senza più capelli, nella cuccia”: lo scheletro vivente di una vittima delle SS naziste, nello stesso salone di reggia trasformato in lager, mentre irrompe il coro degli operai comunisti in veste di salvatori.
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30
Firenze
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055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
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Matteo Brighenti
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