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Amerigo Provenzano: il segreto per fare il dj? È un mix di tre fattori

Roma – Monfalcone Maggio 2015

di Katya Malagnini
https://instagram.com/katyamalagnini/*stavolta, spammo il proifilo Instagram :D

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Amerigo Provenzano nasce a Roma sotto il segno della Bilancia. Molto presto, la sua passione, (condita dalla curiosità verso il mondo tecnologico) lo porta a comprendere che musica e tecnologia formeranno un intreccio che solidificherà in una colonna portante della sua vita.
Inizia a fare il dj a quindici anni e nel 1990, approda alla radio, inserendosi fin da subito in un contesto importante, come quello di Rds (Radio Dimensione Suono) dove introduce il sistema di Hard Disk Recording, in un momento storico, dove a farla da padrone erano le bobine. Nel frattempo, mixa - e naturalmente … selecta :D- decine di compilation (come Hit Mania Dance) riceve un Telegatto nel 1995 come miglior classifica musicale in Italia e nel 2002, assieme a F.Tamburini P.Bolognesi e D.Farra, fa partire quella che a oggi è la radio nazionale della musica dance ed elettronica per eccellenza: M2O, Musica allo stato Puro. Per primo, in Italia, propone la compilation mixata su supporto dual disk e stravolge il concetto di dj set, attraverso l’utilizzo di Ableton Live, dove il semplice mix, diventa una performance suonata a tutti gli effetti.
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La nostra intervista si svolge in un piovoso pomeriggio di fine maggio. Sono reduce da una settimana di vacanza, nella quale ho piacevolmente alternato i 32° di Riccione con i dieci di Milano, ottenendo, come risultato, il piacevole ritorno di una bronchite cronica con tanto di voce da travone della Nomentana. A contornare il tutto, uno spiacevole intermezzo degno di entrare nella raccolta delle peggiori figuracce storiche. Provenzano DJ, non è puntale, spacca il secondo e proprio mentre rispondo alla sua chiamata, alla radio del locale dove mi trovo per l’intervista…parte il segnale orario, con tanto di jingle di una radio concorrente. Annamo bene :D Per fortuna, Amerigo sembra non accorgersene. Ha una notevole reattività alle domande. La sua risposta è prontissima e nel suo parlato, sono completamente assenti dubbi e intercalari di qualsiasi natura.

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Oltre ai live nelle discoteche, Amerigo Provenzano conduce ogni giorno (assieme a Manuela Doriani) il “Provenzano Dj Show”, dove presenta la migliore musica del panorama mondiale, orientandosi sul mondo del clubbing.

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Ha prodotto molti dischi e firmato altrettanti remix, sostenuti e suonati da artisti di livello internazionale e credo proprio che… nella nostra chiacchierata, partiremo da qui.

Allora, Amerigo, ogni dieci anni ci si risente :D parliamo delle tue produzioni, ti va? Io ero rimasta a “Funny Day” :D:D:D dai… sto scherzando. Hai da poco realizzato, assieme a Nello Simioli, il pezzo “Ain’t no Sunshine”. So che questo brano sta andando molto bene ed è supportato da djs importanti. Me ne vuoi parlare?

*Arriverà, prima o poi…qualcuno che… a questa banalissima domanda, risponderà: “No; Non te ne voglio parlare” :D

Ci sta dando molte soddisfazioni, abbiamo raggiunto la Top Ten di Beatport, arrivando alla sesta posizione ed è ancora presente oggi. Questo vuol dire che il pezzo ha avuto quello spirito internazionale che volevamo dargli. Io e Nello (Simioli) ci conosciamo da molto tempo e progettavamo da un po’ di fare qualcosa insieme. Vedendo che questo progetto era realizzabile da noi due, lo abbiamo fatto. Ha avuto un ottimo supporto a livello internazionale ed è questo, ciò che c’interessava di più, perché il mercato italiano, ormai è talmente ristretto e poco importante…che quando uno fa un disco, cerca questo tipo di supporto, per confrontarsi con artisti di tutto il mondo.

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SIMIOLI & PROVENZANO FT. SCARLET “Ain’t No Sunshine”

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Oggi, in Italia è possibile produrre un brano assecondando il proprio gusto e creatività oppure si deve seguire un “filone”?
Gli spazi nei grandi network sono diminuiti e prevale la programmazione da “Hit Radio”. Di conseguenza, se il pezzo non è una hit fatta in un certo modo, non passa. Le realtà importanti dove rimane possibile esprimersi esistono (vedi M2O) e facendone parte sono fortunato, perché posso sperimentare.

Quando produci un brano su che cosa vai a puntare? Quali sono i punti cardine che il brano deve assolutamente rispettare?
Dev’essere un pezzo adatto sia alla radio, sia al club. Un prodotto “suonabile” che abbia un impatto in pista adeguato a quello che è il mio dj set. Parto sempre da lì.

Nel 2015, cos’è che rende forte un brano?

A saperlo!! :D:D
In un mercato globale è complicato. Ci sono prodotti che dietro hanno investimenti molto grandi. Il produttore singolo fa fatica a confrontarsi con queste “grandi industrie”, come possono essere Guetta o Tiesto. Loro sono aziende e un produttore come me, anche se importante, fa difficoltà.
Se domani creerò una bibita nuova, andrò a scontrarmi con la Coca Cola. Questo è il concetto. Il più piccolo fa sempre più fatica.

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PROVENZANO & MASULLO “Take Your Breath”

Quindi concordi sull’idea che il dj oggi è un brand?

Sicuramente. Vengono assegnati determinati nomi ai generi musicali, proprio per creare appeal: è marketing. Il termine Edm, per esempio…è da sempre legato alla musica elettronica in generale. Qualche anno fa, qualcuno l’ha preso, posizionato e ci ha messo dentro tutta una specifica serie di musica e artisti, definendo un genere in un modo specifico. C’è bisogno del brand. Il nome del dj, come quello del locale, piuttosto che del Festival, sono tutti brand.

Vivi da molto tempo la realtà notturna dei locali. Da anni, ormai, si parla di crisi conclamata. Tu che cosa percepisci esattamente?
La crisi c’è ma riguarda tutte le attività in Italia, non solo quelle legate all’intrattenimento. Personalmente, percepisco il disfattismo generale, del tipo: “Che lo faccio a fare, tanto nessuno ha più soldi”. Ogni anno c’è un fenomeno disfattista differente. Guardando ai locali, c’è gente che va nelle discoteche con i sacchetti di alcool pur di non pagare la consumazione e bisogna sapersi confrontare con queste realtà. Una cosa è certa: c’è meno continuità. Una discoteca lavora tutto l’anno mentre i grossi eventi, come i Festival, devono concentrarsi solo sulla riuscita del singolo evento.

Cosa ne pensi dell’interpretazione “Dj = p.r.”?
Secondo me non è cambiato tanto, rispetto al passato. Ai livelli alti, la capacità di vendersi ha sempre portato vantaggio. Sul fatto che la cosa sia un po’ degenerata, siamo d’accordo. A prescindere dalla qualità del dj, spesso viene chiesto di “portare gente” e questo ha condotto a un notevole e drastico calo della qualità in console, soprattutto nel settore resident dj. Oggi, vai nei locali e trovi i bambini che mettono musica qualsiasi, senza né capo né coda. In passato, l’apertura della serata determinava un certo tipo di musica e quando poi arrivava il guest, suonava il suo. Così la serata riusciva, perché il resident aveva fatto un ottimo lavoro, portando la pista a un determinato punto. Oggi non funziona più così. Quando in questo ambiente sono calati i guadagni, molta gente si è disinteressata a produrre musica e serate. Chi ha fatto il salto in avanti, si è messo a fare eventi grossi. Molti altri hanno mollato, dando in gestione il locale a giovani p.r.

Credo che sia capitato anche a te, almeno una volta nella vita :D:D:D e quindi, desidero avere la tua opinione. Sto facendo la campagna per estinguere gli zombie dai dancefloor :D:D:D quelli che si piantano con il cellulare in mano e restano fermi in mezzo alla pista. Come affronti questa “fetta di pubblico”?
Negli anni ho visto tanti fenomeni e quello dei cellulari, mi ricorda un po’ quello di tanti anni fa, quando a tutti venne proibito (giustamente) di fumare all’interno dei locali. A un certo punto della serata, ieri come oggi, li vedi in massa che escono per accendersi una sigaretta.
Sono cose che mi danno molto fastidio, perché ho sempre fatto questo lavoro guardando la pista con lo scopo di far divertire la gente. Sono talmente “malato” che guardo i dieci che non ballano e non i mille che si divertono e quando vedo che qualcuno non partecipa, mi chiedo il motivo, credo sia inevitabile.

Che ci vanno a fare se devono stare fermi in pista?
Appunto. Una volta, si andava nei locali per ascoltare musica e ballare. Oggi, si va per essere presenti, farsi vedere. Spesso è assente la passione per la musica!
Ma allora… sei lì perché te c’hanno portato :D e non perché volevi immergerti realmente nella musica!

Sì, anche per non stare a casa.
Esatto.

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Sono moltissimi i giovani che vogliono fare i dj :D puoi dirmi tre fattori che un aspirante tale deve possedere?
-Il talento…che è imprescindibile, nonostante ciò che si sente dire.
- La determinazione che è fondamentale: senza di lei, non arrivi, in quanto il mercato è diventato mondiale e molto esteso. Se prima c’erano milioni di djs in Italia, oggi ce ne sono trilioni nel mondo.
-La curiosità. Dev’essere tanta e portare alla scoperta delle novità e all’interesse del mondo che ci circonda.

Puoi tradurmi il tuo concetto di talento?
Essendo un concetto astratto è difficile da tradurre. Escluderei la tecnica, che nel 2015 è relativa. Il talento, secondo me è collegato direttamente al gusto, quindi: il fatto di saper scegliere la musica giusta al momento giusto, ascoltare un disco che piace e capirne il perché.
Conosco molti colleghi (dei quali ovviamente non ti farò il nome nemmeno sotto tortura) :D:D
che hanno raggiunto un notevole successo, pur essendo totalmente privi di gusto musicale…e questo, successo a parte, limita comunque una carriera.

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Nella tua posizione, credo che tu conosca un po’ tutti in questo ambiente. Ti capita mai di avvertire il peso di aver fatto determinate scelte musicali?

‘nche senso?

:D:D

#nelsensodipassareomenodischidiamiciparentieaffini

Ah beh…certo. Crescendo si arriva a un punto in cui si deve prendere quel minimo di necessaria distanza da tutto. Se un mio collega e/o amico mi manda un disco che secondo me è brutto, gli dico sinceramente che non mi piace (mo… non è che io so’ quello che decide quanno un disco è bello o brutto, pe’ carità :D). Preferisco essere diretto invece di dire: “Sì, lasciamelo che poi lo passo”. Trovo una cosa stupida prendere in giro le persone. Inoltre, faccio anche un favore all’artista in questione…perché se il disco è brutto, lui fa una figuraccia.

Su cosa bisogna puntare nel mondo dei clubbing e della musica elettronica?
*Non faccio in tempo a rendermi in conto della vastità del nosense :D della mia domanda che mi arriva il secondo: “’Nche senso”? :D
Riformulo: quali sono i fattori che contano in questo mondo? (ad esempio: la lungimiranza)

Secondo me, oggi bisogna cercare di capire dove va il mercato, captare le tendenze e cercare di anticiparle, nonché informarsi e vedere cosa succede nel mondo. Se sei bravo, queste cose le capisci prima, rispetto ad altri. Comprendere che tra due anni l’Edm inizierà a funzionare, come capire che tra uno non funzionerà più. Vale anche per i dj: rilevare con le proprie “antenne” chi emerge e chi scende. Questo è.

Quando sei partito con l’avventura di M2O ti aspettavi un successo così?
Il sogno era proprio quello di creare da zero una radio e metterci dentro, ciò che non avevamo potuto fare nelle precedenti esperienze lavorative. Questo ci ha talmente motivato che l’abbiamo fatto. Non mi aspettavo tutto questo e ancora oggi mi sorprendo, quando i ragazzi di vent’anni mi dicono che da “piccoli”, ascoltavano M2O. Lì mi rendo conto di aver realizzato qualcosa d’importante. Questa percezione non ce l’hai mai mentre fai le cose…arriva sempre dopo.

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Con chi ti piacerebbe produrre un disco e da quale voce vorresti che fosse cantato?

Sicuramente con Steve Angello. Per le voci è più complicato rispondere, ne escono di belle ogni settimana. Dico John Legend.

Ora devo alimentare il mio rinomato tarlo novantico :D:D
Qual è il tuo disco preferito degli anni novanta?
Sono talmente tanti! Ricordo che all’epoca, “Pump up the Jam” di Technotronic mi aveva folgorato. Anche se è della fine degli anni ottanta, va bene?

Sì :)

Anche “Missing” di Everything But The Girl remixato da Todd Terry che rimane uno dei miei preferiti.
Personalmente, ti dirò… salvo solo una parte degli anni novanta, non tutta la decade.

Quali sono stati gli anni migliori?
Per me 1993-94-95.

*.* *.* *.*

Credi che il filone delle serate anni ’90 sia saturo o c’è ancora qualcosa da spremere?
Lo credevo saturato qualche anno fa e invece regge ancora. Significa che c’è interesse…è un prodotto evergreen. A queste serate, spesso si vedono ragazzi molto giovani e non i quarantenni (come si potrebbe supporre). Questo fa capire che è una cosa che piace e andrà avanti.

A settembre tornerà il Sib di Rimini. Vedi questa cosa come un segnale?
Non ci credo tanto, non sono ottimista. Negli ultimi anni già voleva dire tutto e niente. Ricordo le guerre per i volumi tra gli stand; ingestibile… però, per carità, mi auguro che sia fatto bene e giovi al settore! Sono scettico perché l’ho visto, vissuto e soprattutto, ne ho visto il degrado.

Ti è mai capitato che qualcuno in cui credevi ti voltasse le spalle?
Ho smesso di aspettarmi qualcosa. La mia filosofia è quella di partire aperto nei confronti delle persone. La delusione può arrivare comunque: è l’atteggiamento che fa la differenza. Io penso al mio e cerco di essere corretto. Preferisco avere crediti che debiti.

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Mi dici un dj italiano che ti piace? #vabeneancheProvenzano :D
No, dai… quello no :D:D:D
A prescindere da tutto quello che si dice, i più intelligenti sono stati i Vinai. Hanno dimostrato a tutti che si può arrivare fino a lì. Naturalmente, ognuno percorre la propria strada per arrivarci, non è uguale per tutti. Una cosa è certa: il caso può farti arrivare in alto ma non ti ci fa rimanere.

C’è un momento della tua carriera che ricordi con particolare intensità?
Ho poca memoria e a fatica ricordo cosa ho fatto ieri. Arrivato a un certo punto, mi rendo conto di aver gestito male alcuni aspetti della mia carriera. Con gli anni, prendo consapevolezza dei miei errori. Per il resto, questo è un lavoro bellissimo che mi regala tante soddisfazioni. Guardo sempre avanti, difficilmente mi fermo per voltarmi ed è così anche per le emozioni. Magari è sbagliato, perché in questo modo vivo le cose con meno intensità… ma so’ fatto così.

Parliamo della tua vita privata: la tua giornata tipo:
Mi sveglio (con comodo) la mattina e vengo in radio.

*Dite a Provenzano che “con comodo” e “mattina” sono due termini completamente incompatibili :D

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Il grosso delle mie attività si svolge qui in radio.
Faccio il programma, ascolto i dischi e preparo il programma assieme a Manuela Doriani. Ascolto musica, faccio demo, provini e parlo con le persone. La sera, mi dedico allo sport. Curo molto anche i miei social.

A proposito di social: diciamo ai nostri lettori dove possono trovarti! :D

Certo: la mia pagina Facebook https://www.facebook.com/provenzanodj
il mio profilo Twitter https://twitter.com/ProvenzanoDj
e per ascoltare le mie produzioni, il mio Souncloud https://soundcloud.com/provenzanodj

Dimmi le tre priorità della tua vita:
1) La mia famiglia
2) I miei cani
3) La mia carriera

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Le preferenze di Provenzano DJ: Colore, emozione e strumento.
Colore: rosso.
Strumento: computer
Emozione: l’amore, sicuramente.

Amerigo…hai mai pensato a un piano B per la tua vita?
Sì, ci penso. Quando arrivi a una certa età, sei costretto a farlo :D
Ho pensato che un giorno andrò via dall’Italia e aprirò un’attività all’estero con mia moglie.

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GET FAR, PROVENZANO, JEFFREY JEY “Party With You”

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