lelio swing 2014 Dopo il grande successo ai Mercati di Traiano di Roma , sarà possibile visitare anche a Trieste, dal 16 marzo al 4 maggio 2014 al “Magazzino delle Idee” la Mostra “Lelioswing 50 anni di storia italiana”. La Mostra rappresenta un omaggio all’indimenticabile Maestro Lelio Luttazzi.
Lo swing è quella capacità di esprimere la melodia, e anche la vita, con un ritmo fatto d’improvvisazione e d’armonia, che ti fa spostare l’accento su una nota invece di un’altra, ottenendo così un qualcosa di nuovo e di unico. Ecco, quel senso dello swing o ce l’hai o mica te lo inventi, e Lelio Luttazzi ce l’ha, sempre. Quando presenta, chiacchierando con ironia e leggerezza insieme ai suoi ospiti, usando le parole in maniera originale e profonda. O quando recita un po’ stupefatto e divertito, quasi si stesse osservando sul grande schermo. E ha swing quando suona, rinnovando a ogni brano il piacere del jazzista di razza, facendo di ogni esecuzione un’opera inimitabile, mai uguale e al tempo stesso inconfondibile. Musicista, presentatore, attore, scrittore, Lelio Luttazzi ha attraversato la storia del nostro paese passando con leggerezza da un secolo all’altro, osservando i cambiamenti del mondo e restando fedele a una visione della vita fatta d’intelligenza, impegno e gentilezza.

La sua è una vita ricca d’incontri, avventure, esperienze artistiche tra Trieste, Milano, Torino e Roma, la vita di un uomo per bene sempre in bilico tra l’apparire e la difficoltà di farlo, tra swing e malinconia, tra le tante attività e la pigrizia come difesa, tra i lustrini e il dramma dell’ingiusta carcerazione che l’ha accompagnato per 40 anni. Ripercorrendo la sua storia, la mostra “LelioSwing” racconta anche quella dell‘Italia permettendoci di comprendere lo spirito di un personaggio e dei periodi storici in cui ha vissuto, di testimoniare il costume, lo stile, le trasformazioni sociali che hanno accompagnato il suo percorso umano e artistico.

Silvia Colombini

“Ho eletto Oblòmov a mio modello. Non è solo pigrizia, inettitudine, incapacità d’azione. Ma anche deliberata autoemarginazione, intransigente negazione di tante cose che per altri sono importanti: il lavoro, l’efficientismo, il giovanilismo, la carriera.”

Lelio Luttazzi

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