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Grande successo per “L’onda dell’incrociatore” di Pierantonio Quarantotti Gambini in scena dal 28 u.s. e fino al 4 agosto alla terrazza della Societa’ Triestina della Vela. Un successo più che meritato per l’efficacia dell’allestimento e la bravura degli interpreti. Ottima la riduzione teatrale del non facile testo a cura di Maria Grazia Plos e Maurizio Zacchigna, a cui si deve anche la regia. Ardua impresa sviscerare il romanzo riuscendo a focalizzarne l’essenziale senza stravolgere il significato del racconto. Plos e Zacchigna ne hanno dato un taglio dinamico, stringato, scandito da un ottimo ritmo narrativo dove i due piani del racconto che vedono a confronto il protagonista: Ario giovane (Roberta Colacino) ed Ario adulto (Adriano Giraldi) si intersecano, sovrappongono ed amalgamano con grande efficacia e chiarezza d’intenti. Si inseriscono nell’affresco globale della vita e delle giornate che si trascorrono sui pontili della Sacchetta, fra giochi ed entusiasmi marinari ed amicizie quasi morbose che sviscerano curiosità e desideri adolescenziali, la scoperta del sesso, gli inganni, la violenza, le paure inconfessate e le timidezze represse. Ario, Lidia (Paola Saitta) e Berto (Lorenzo Zuffi) vivono la loro quotidianità quasi “selvaggiamente”, in un ambiente familiare dove la genitorialità è assente come supporto affettivo e psicologico ma presente soltanto come affermazione esistenziale di autorità. Amori e tradimenti non tengono conto della loro fragilità di adolescenti lasciandoli in balia di loro stessi, al loro disagio celato a fatica. Disagio che viene acuito quando, nella loro “giostra” routinaria, si inserisce Eneo (Massimiliano Borghesi), un giovane ma navigato sportivo, che ambisce a diventare campione olimpico di canottaggio. Ario, vessato dalla madre (Maria Grazia Plos) e Lidia, dal patrigno (Maurizio Zacchigna) rappresentano i due estremi del racconto: l’uno introverso, in continuo confronto con le sue contraddizioni e la sua “purezza” ingenua, l’altra che proprio dell’ingenuità fa un gioco malizioso in continuo crescendo erotico. Intorno a loro, sovrano, il mare con i suoi profumi e colori, con le sue impetuose collere, con il fluire delle onde a scandire il tempo che, inesorabile, ne segna i destini. La rigorosa ed intelligente regia di Maurizio Zacchigna sottolinea con grande sensibilità i caratteri dei personaggi resi, da tutti i protagonisti, con grande efficacia ed accurata analisi interpretativa. Formidabile Roberta Colacino nel difficile ruolo di Ario che la vede sfoderare una gamma ricca ed intensa di sfaccettature psicologiche giocate ad arte. Incisiva e passionale Maria Grazia Plos che, con le brave Paola Saitta ed Elke Burul, completa il cast femminile. Ottima la difficile prova di Adriano Giraldi che lo vede nel doppio ruolo di Ario adulto e di narratore. Un gioco di sdoppiamenti condotto con psicologia sottile, grande senso del ritmo ed efficacia espressiva. Maurizio Zacchigna ha dato voce con ironica grinta alla figura del patrigno e Lorenzo Zuffi e Massimiliano Borghesi hanno reso i loro personaggi con sensibilità e smaliziato mestiere. Azzeccate le belle e fascinose musiche a cura di Carlo Moser, suggestive le luci create da David Fischer, indovinati i costumi di Cesi Vintage. Uno spettacolo da assaporare e da rivedere.

MARIA LUISA RUNTI
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Teatro, Società Triestina della Vela, Maurizio Zacchigna, Maria Grazia Plos, Massimiliano Borghesi, Roberta Colacino, Paola Saitta, Elke Burul, Adriano Giraldi, Lorenzo Zuffi, Maria Luisa Runti, recensione