industrie petrolchimicheRiceviamo la seguente lettera:


Preoccupazione per la spinta europea agli impianti di rigassificazione e per il progetto triestino restano le forti perplessità.
C’è una forte preoccupazione, già espressa dal nostro Presidente Nazionale Vincenzo Pepe, sulla spinta europea di fare dell’Italia il perno del commercio del gas – così si è espresso il coordinatore di FareAmbiente del Friuli Venezia Giulia Giorgio Cecco, durante un incontro del Comitato Scientifico locale del movimento ecologista.

Il commissario Europeo all’Energia Guther Ottinger proprio in questi giorni ha evidenziato questa funzione strategica per il nostro paese, che noi non condividiamo, perché potrebbe nascondere una nuova trappola per il cittadino utente e consumatore, - ha evidenziato Cecco - che già è gravato in bolletta degli incentivi alle rinnovabili, con il farsi carico dell’ennesima “socializzazione delle perdite”, come ha rilevato il nostro Presidente Nazionale, per effetto del provvedimento dell’Autorità per l’Energia ed il Gas n. 178/2005 sui “Criteri per la determinazione delle tariffe per il servizio di rigassificazione”, ai sensi del comma 2 dell’articolo 13 verrebbe riconosciuta la copertura di una quota pari all’80% dei ricavi di riferimento, copertura riconosciuta dal sistema tariffario del trasporto e ha durata per un periodo di 20 anni.

Riteniamo che tali impianti possono essere un’alternativa, ma non la principale attività strategica per l’energia, tenuto conto anche degli impatti ambientali e per quanto concerne l’impianto previsto a Trieste, manteniamo la nostra posizione di forte perplessità, in mancanza di chiarezza sia sulle salvaguardie dell’ecosistema che sulle ricadute positive per il territorio – ha concluso il coordinatore regionale.

Comitato Scientifico Regionale
Friuli Venezia Giulia
FareAmbiente