ferriera servolaAumento di capitale da 100 milioni per garantire la continuità aziendale della Lucchini, tramite conversione dei crediti delle banche in strumenti convertibili, ulteriore piano per tagliare i costi e migliorare l’efficienza produttiva, definizione del processo di vendita della società. È quanto hanno stabilito l’assemblea e il consiglio del gruppo siderurgico che fa capo alla russa Severstal ma con le azioni in pegno a Intesa Sanpaolo. Il 7 agosto, su proposta del board, l’assemblea ha approvato un piano di ricapitalizzazione della Lucchini Spa per 100 milioni di euro. «L’apporto di capitale - spiega una nota - è stato reso possibile mediante l’emissione di strumenti finanziari partecipativi sottoscritti dalle banche creditrici». L’intervento era contemplato nel pianodi ristrutturazione del debito omologato dal tribunale di Milano se, come è avvenuto, le perdite pregresse avessero portato il patrimonio in negativo. In parallelo - prosegue il gruppo gravato da 1,1 miliardi di debiti - il cda «ha avviato la definizione di un piano diretto alla razionalizzazione dei costi e all’efficientamento produttivo», chesarà presentato a fine settembre. Nel frattempo l’azienda ha chiuso, per mancanza di ordini, nelmese di agosto l’ altoforno dell’acciaieria di Piombino (Livorno). «Il consiglio di amministrazione inoltre ha definito le procedure del processo di vendita della società», le cui azioni sono in pegno a Intesa Sanpaolo, capofila delle banche creditrici, col mandato a vendere il gruppo. L’assessore regionale alle Finanze, Sandra Savino, ha espresso «apprezzamento per la manifestazione di fiducia da parte delle banche» e ha rimarcato «tutta la preoccupazione della Regione Friuli Venezia Giulia per le esigenze di investimento di cui necessita lo stabilimento triestino di Servola.
(da Il Piccolo)