caso rasman iene Riceviamo il seguente comunicato, che riportiamo per intero:

Il caso Rasman innanzitutto è una tragedia. Lo è per la famiglia, per la città, ma anche per i poliziotti e le loro famiglie. Un fatto non voluto né ricercato, così sostengono anche i diversi gradi di giudizio, codificando il fatto come “colposo”. Fatti come questo necessitano certamente un equo risarcimento da parte dello Stato, senza che ciò debba gravare sui suoi servitori. Incredibilmente non esistono, infatti, coperture assicurative che tutelino gli operatori di Polizia in simili frangenti. In varie professioni purtroppo c’è il rischio che qualcosa non possa andare per il verso giusto: basti pensare nel campo medico, alla guida di mezzi pubblici o anche altri servizi di soccorso. Come già ribadito poi per casi simili a quello triestino, non è né giusto né possibile far scendere da un atto involontario la perdita del posto di lavoro: i poliziotti coinvolti sono ancora in servizio proprio perché le lunghe e puntuali indagini della Magistratura hanno acclarato che quanto avvenuto altro non è che un evento drammatico ma fortuito. Servizi come quello delle “Iene”, mandato in onda l’altra sera, finiscono solo per alimentare un ingiustificato odio nei confronti delle Forze dell’Ordine, che come in quel caso, intervengono su richiesta di cittadini preoccupati ed impauriti. Le dichiarazioni nel servizio del medico sono alquanto sbalorditive, giacché accusa gli operatori di polizia di non sapere trattare pazienti affetti da disturbi mentali (nessuno ce lo insegna, tra l’altro!), quando poi sono proprio loro a chiedere frequentemente il nostro intervento per contenere questi ammalati a cui debbono somministrare i necessari medicinali. Un paradosso vero e proprio. Peraltro sono numerosi gli interventi del SAP presso il Questore circa le perplessità che tale incombenza debba essere svolta dai poliziotti. Purtroppo anche il servizio delle” Iene” è sembrato uno dei tanti tentativi da parte del c.d. “partito dell’anti-polizia” per criticare l’operato dei poliziotti e gettare ulteriore scredito sulle “divise”. Piuttosto che cercare dei colpevoli da martirizzare, si cerchi di indennizzare in maniera giusta le vittime di queste tragedie, senza crearne altre e nel caso le parti dovessero essere invertite si applichi lo stesso “valore di vita”, visto che a fronte di risarcimenti milionari riconosciuti a cittadini comuni, che gravano poi sui poliziotti e non sull’Amministrazione, per questi ultimi si offrono cifre anche 10 – 20 volte inferiore. Aspettiamo che le “Iene” facciano un servizio anche su questo.

SAP Trieste


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