roberto bolle rossetti trieste Una statua greca, ma con le ali per volare: Roberto Bolle, reduce da una performance a dir poco entusiasmante a Roma, approda finalmente a Trieste, al Politeama Rossetti.
Senza risparmiarsi, cercando come sempre di curare ogni minimo dettaglio, la nostra più grande star della danza - étoile della Scala dal 2004 e dal 2009 “Principal” dell’American Ballet Theatre di New York - conquista ogni volta gli spettatori, alcuni dei quali in preda a una sorta di tifo da stadio. Dopo il Carlo Felice a Genova, l’Arena di Verona e Caracalla, ogni spettacolo è sold out. Il tour estivo prosegue oggi al Politeama Rossetti di Trieste e infine a Torre del Lago (29 luglio). Un’atmosfera incredibile, con una stagione estiva ormai agli sgoccioli che è stata penalizzata a Roma dalla querelle tra i sindacati e la Fondazione dell’ente lirico romano. Sindacati che questa sera, confermando ancora una volta lo sciopero dell’orchestra, impediranno la messa in scena della Bohème.
Ma ieri non c’è stato posto per le polemiche: un teatro stracolmo ha accompagnato le esibizioni del ballerino piemontese e dei suoi tanti “amici” (Alicia Amatriain, Federico Bonelli, Skylar Brandt, Julie Kent, Hikaru Kobayashi, Eris Nezha, Hee Seo, Daniil Simkin, Cory Stearns), in arrivo da tutto il mondo per questo appuntamento sinonimo di eccellenza, divenuto ormai da anni (risale al 2000 la prima edizione del Bolle and friends) una tradizione consolidata.
Con il solo sfondo delle rovine romane come scenografia, ma lasciando spazio anche alla potenza evocativa delle immagini video, questi corpi perfetti hanno riempito il palco in evoluzioni flessuose e virtuosistiche. Adagio della Rosa da La Bella Addormentata di Tchaikovsky (coreografia di Marius Petipa), Romeo e Giulietta di Prokofiev (coreografia di Kenneth MacMillan), Apothéose di Beethoven (coreografia di Marcelo Gomes), e ancora Sinatra Suite (coreografia di Twyla Tharp sulle musiche di Frank Sinatra), Passage (coreografia di Marco Pelle, musica e video di Fabrizio Ferri), Tchaikovsky Pas de Deux (coreografia di George Balanchine), Prototype (concept e coreografia di Massimiliano Volpini, musica originale di Piero Salvatori) sono solo alcuni dei gioielli che questo show in 2 atti ha proposto, mescolando in un felice connubio i passi più famosi della tradizione coreutica di ‘800 e ‘900 allo stile più contemporaneo della danza. Il successo ieri c’è stato, con un fiume di applausi. Ma del resto non c’è da stupirsi: Bolle fa questo effetto. E non solo per la grazia innata o la tecnica perfetta, a cui si aggiunge un’innegabile avvenenza. Ma perché il suo è un talento raro, che si accompagna a una determinazione ferrea: una sorta di fede verso la ‘dea danza’, della quale è, ogni volta che sale sul palco, testimone e interprete. Ma c’è di più, perché Bolle ha dalla sua anche una straordinaria capacità comunicativa, che gli permette di arrivare anche a chi poco conosce del mondo del balletto. Ecco perché il suo pubblico è sempre composto da veri appassionati, ma anche da neofiti, che forse magari non sapranno riconoscere i passi di danza ma che ne avvertono il mistero della perfezione e la capacità di dire senza parole, in una perfetta unione con la musica.


Roberto Bolle, danza, balletto, Politeama Rossetti