io sono dio e non voglio guarireVenerdì 25 luglio, alle 21.00, in piazza Verdi, “Io sono Dio e non voglio guarire”, drammaturgia di Claudio Misculin e Francesca Hagelskamp, liberamente tratto da Nietzsche, Gregg Braden, Céline.

Non abbiamo ancora fatto i conti con la follia. Con la follia dell’altro e con la nostra, che si manifesta ogniqualvolta pretendiamo di poterla chiamare per nome. La chiamiamo in molti modi: prima di tutto “malattia mentale”, quasi ritenessimo che il dissezionarla con sguardo medico possa consentire di disvelarla, rivelarne la natura oscura e, infine, capirla completamente (mentre, forse, la malattia sta proprio nell’atteggiamento di chi vuole capire completamente qualcosa proprio mentre la ritiene a sé estranea).

Il “gesto folle”, nei giornali, diviene quello disperato del suicidio, dell’autolesionismo, dell’omicidio, della distruzione di quel che ci circonda – per un moto di rabbia, di gelosia, di paura; forza ed espressione che necessitano di fuga. Qualcosa che abita dentro ognuno di noi, che a volte chiamiamo ‘istinto’, e che rapidamente opponiamo alla ‘ragione’– questa sì, salvifica! – dietro cui ci trinceriamo per salvaguardarci e proteggerci.

Ma proprio quando pensi di essere al sicuro te la ritrovi davanti, per strada: giunge inaspettata, e ti colpisce. Risveglia il dubbio dentro di te, il dubbio di non sapere più cosa sia (e dove sia) la ‘salute’, qualcosa che pensavi ti riguardasse (“io, in quanto penso, sono sano”). No: non siamo solo ‘salute’, solo ‘ragione’, siamo anche qualcos’altro di oscuro, che in un primo momento non riusciamo a comprendere.


drammaturgia, piazza Verdi