no matrimonioEra un vecchio detto, probabilmente basato sui fatti reali e sulle statistiche di un tempo, che non portavano necessariamente allo sfascio della coppia. Oggi invece la “crisi dei 7 anni” oltre a essere tornata di moda a Trieste, è il preludio di una dolorosa separazione. Nell’epoca attuale, dove ricucire gli strappi è in controtendenza, è sufficiente una minima scintilla per far esplodere il caso, vuoi per la scarsa tolleranza dovuta allo stile di vita moderno, vuoi perché sia più facile trovare delle alternative rispetto al passato.
Fatto sta che l’Istat oggi dice che questa storia sta diventando sempre più frequente. Secondo l’Istituto di statistica, in 20 anni, tra il 1985 e il 2005 “le unioni interrotte dopo sette anni sono raddoppiate, passando dal 4,5 per cento al 9,3 per cento”.
Le cause principali delle crisi coniugali entro il settimo anno sono, nell’ordine, le infedeltà coniugali, il disinteresse sessuale, la violenza e le ingerenze della suocera. In media, però, si arriva davanti al Giudice dopo circa 13 anni di matrimonio.
E’ interessante sottolineare che il 30% delle crisi coniugali e delle iscrizioni a ruolo delle cause di separazione aumenta nel periodo estivo. In pratica, il caldo fa scoppiare le coppie perché l’estate è il periodo in cui i due coniugi sono costretti a condividere una vacanza più o meno lunga.
E quando è tutto finito che accade? Il cosiddetto “turismo divorzile” preferito dai triestini è quello dei paesi dell’Est perché costa di meno, ma anche Spagna e Regno Unito sono mete ambite dei divorziandi.


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