vortice acquaNon hanno esitato un attimo. Hanno visto il figlio e l’amichetto in difficoltà tra le onde e si sono tuffati in mare per portarli in salvo. Ma per la madre del piccolo, Natalia Maovaz, figlia del celebre artista Sigfrido e nipote dell’eroe Mario Maovaz, partigiano triestino ucciso dai tedeschi nel ’45, è stato un tuffo fatale. La cinquantenne, probabilmente colta da malore mentre era in acqua all’isola della Maddalena in Sardegna, è stata riportata a riva priva di vita. Inutili i tentativi di rianimarla. I medici del 118 giunti sul posto hanno potuto solo constatare il suo decesso.
Natalia Maovaz era una apprezzata restauratrice di costumi antichi. Il marito, invece, lavora in Vaticano. Era in vacanza con il marito, il figlio di dodici anni e la figlia di nove alla Maddalena da circa una settimana. Il padre Sigfrido era un famoso artista, scomparso nel 1993. Oltre che pittore e scultore, è stato critico d’arte. Il nonno Mario nel gennaio del 1945 fu arrestato dopo la spiata di un delatore con la moglie e i due figli. Tutti furono torturati. Ma fu sul partigiano mazziniano che i fascisti della «Banda Collotti» (che avevano preso il nome da capo della polizia politica di Trieste Gaetano Collotti), infierirono con ferocia. Gli spezzarono le ossa delle gambe e delle braccia, gli ridussero le mani in poltiglia, gli provocarono gravi lesioni interne. Ma lui non parlò. Non fece i nomi dei suoi compagni. Il 28 aprile di quell’anno Mario Maovaz venne fucilato dai nazisti con altri dieci prigionieri politici.
«Natalia Era una persona molto impegnata nel testimoniare i nostri ideali - ha ricordato il presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Antonio Ballarin - Non aveva incarichi ufficiali ma era molto attiva per trasmettere la nostra storia ai più giovani. È una scomparsa che ci addolora profondamente».


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