ennio ferrari ugl intesa fvg Riceviamo la seguente lettera, che riportiamo per intero:

Il Segretario regionale della Federazione UGL INTESA F.P., Ennio Ferrari, interviene a sostegno delle iniziative promosse dalla Confederazione UGL sul tema delle riforme della Pubblica Amministrazione.
In particolare, analizzando i contenuti del Decreto Legge n. 90 (abolizione del trattenimento in servizio, semplificazione e flessibilità nel turn over, mobilità obbligatoria e volontaria, assegnazione di nuove mansioni, divieto di incarichi dirigenziali a soggetti in quiescenza, riduzione del 50% delle prerogative sindacali), emerge che si tratta di provvedimenti che non risolvono gli atavici problemi della Pubblica amministrazione, le code agli sportelli, la duplicazione inutile di documenti, la sovrapposizione burocratica di compiti e funzioni, non risolve, quindi, nessuna delle difficoltà esistenti nel rapporto tra cittadini e amministrazioni pubbliche. In particolare non tocca i privilegi importanti, non dà garanzie ai lavoratori precari e ai vincitori di concorso.
Come al solito, si punta il dito contro i lavoratori (mobilità coatta entro i 50 chilometri, demansionamento del personale in disponibilità) come se il costo del lavoro fosse il principale problema della P.A., sulla base della convinzione che i dipendenti pubblici siano troppi mentre, in realtà, l’Italia si colloca come numero di persone impiegate nella P.A. nella media europea e, nella spesa, veniamo dopo Danimarca, Svezia, Finlandia, Francia, Belgio, Spagna e Regno Unito (dati Eurispes).
Per UGL INTESA si deve partire da una presa di coscienza del ceto politico e amministrativo: chi lavora nel pubblico deve interpretare il proprio ruolo con orgoglio, sapendo di essere una risorsa e non un “parassita”, come vuole la vulgata dei demagoghi di turno.
Sono necessarie, pertanto, nuove responsabilità e nuove motivazioni per riconsegnare al personale pubblico la dimensione che gli appartiene, perché sia una risorsa insostituibile, come deve essere in uno stato moderno.
In questa direzione, se da una parte serve l’innesto di personale giovane, dall’altra è necessario rimotivare i tanti funzionari e dirigenti seri e preparati.
La meta da raggiungere è chiara: un sistema pubblico del fare, per il quale non è sufficiente proporre un catalogo di buoni temi.

Ecco, pertanto, tre proposte concrete che vanno al di là degli annunci:

Efficienza della Pubblica Amministrazione
Occorre dare “valore fondamentale alla valutazione delle performance vista come misurazione delle azioni delle persone e delle strutture”.
Legare le performance degli uffici, dei dirigenti all’attività dei dipendenti:
le performance degli uffici, dei dirigenti sono strettamente correlate all’attività dei dipendenti, nessun dirigente, neanche il migliore, potrebbe ottenere i risultati desiderati se il personale delle qualifiche funzionali non collaborasse al meglio;
Da qui la necessità di rendere trasparente la programmazione dell’attività degli uffici e degli obiettivi dei dirigenti, inserendo tali tematiche in modo chiaro negli istituti di partecipazione sindacale.

Introduzione di un peculiare settore di contrattazione del personale di Governo.
Riteniamo che possa essere condiviso quanto affermato nell’Accordo inter-istituzionale “Italia Semplice” del 5 giugno: Visione sociale” della funzione pubblica intesa come complesso degli enti e delle persone che la Repubblica organizza per assecondare i fabbisogni delle comunità, con un sistema di regole del lavoro pubblico composto da un livello minimo di norme rivolto a tutti i datori di lavoro e a tutto il personale impiegato e da un livello di regolamentazione più specifico frutto della negoziazione e della regolamentazione organizzativa specifica di ogni ente/settore.
A tal fine si condivide l’auspicio di una rapida ripresa della contrattazione per la parte economica, ma anche della parte normativa.

Forte investimento nella valorizzazione del personale accompagnando i processi di digitalizzazione della P.A. con azioni di supporto, di formazione e di acquisizione delle competenze professionali adeguate”. Su queste azioni vanno valutati i dirigenti amministrativi.

L’importanza di analizzare e trovare risposte al nodo delle riforme istituzionali e della riforma del lavoro della PA deriva dal fatto che abbiamo di fronte questioni enormi e, in molti casi, totalmente inedite: sappiamo che non esistono soluzioni facili e preconfezionate. E che in campo politico, sociale ed amministrativo dovremo sperimentare con coraggio innovazioni e alternative, anche creative.
Con il contributo di tutti, nessuno escluso.

Ecco perché UGL INTESA accetta, se serve alla collettività, il taglio delle prerogative sindacali, ma propone che le risorse risparmiate siano destinate a sostenere i lavoratori che saranno messi in mobilità obbligatoria.

Il Segretario Regionale
Ennio Ferrari


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