martina siena È Martina Siena, ricercatrice che ha conseguito il dottorato all’Università di Trieste studiando la variabilità di proprietà idrologiche in mezzi porosi, una dei premiati con l’Eni Award ideas for a brighter future edizione 2014.

Martina Siena, che ha conseguito il PhD alla Scuola di Dottorato in Environmental and Industrial Fluid Mechanics presso l’Ateneo triestino, ha ottenuto assieme a un ricercatore dell’Università di Padova il Debut in Research Prize, riservato a ricercatori under 30 che hanno conseguito il dottorato di ricerca in una Università italiana. Il premio le è stato consegnato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso della cerimonia che si è tenuta lo scorso 17 giugno a Roma, nel Salone delle Feste del Palazzo del Quirinale. L’udienza è stata aperta dagli interventi del Presidente dell’Eni, Emma Marcegaglia, e dell’Amministratore Delegato, Claudio Descalzi.

Nata a Cremona, Matina Siena si è laureata con 110/110 e lode al corso di laurea specialistica in Fisica dell’Università di Trieste nel 2009, con la tesi dal titolo “Turbulent mixing of seawater in the Muggia bay under different forcing elements: the winter case” (relatore Prof. Franco Stravisi, correlatore Prof. Vincenzo Armenio). Ha poi proseguito gli studi presso lo stesso Ateneo conseguendo nell’aprile 2013 il titolo di Dottore di Ricerca con la tesi su “Caratterizzazione della permeabilità in mezzi porosi sintetici e naturali” (supervisori: Prof. Virgilio Fiorotto, Prof. Alberto Guadagnini, Prof.ssa Monica Riva,).
Proprio quest’ultimo lavoro di ricerca le è valso il riconoscimento “Debutto nella ricerca” dell’Eni Award.
La tesi apporta significativi contributi innovativi nel campo della caratterizzazione di flusso e del trasporto nei mezzi porosi eterogenei. La ricerca della dott.ssa Siena ha infatti come principale obiettivo lo studio della variabilità di proprietà idrologiche in mezzi porosi, con particolare attenzione alla permeabilità.
L’approccio adottato combina l’analisi di proprietà statistiche e di scaling applicata a dataset di permeabilità, con lo studio di risultati numerici di simulazioni di flusso alla microscala in mezzi porosi. Con la prima analisi è possibile caratterizzare variazioni di permeabilità alla scala di misura (tipicamente dell’ordine del centimetro), mentre la seconda analisi dà una descrizione dell’eterogeneità di permeabilità a una scala inferiore (nell’ordine del millimetro), ottenuta risolvendo processi fisici alla scala dei pori e derivando le quantità integrali di interesse. L’analisi statistica e di scaling, effettuata sia su distribuzioni di permeabilità sintetiche, sia su dataset raccolti su campioni reali, avvalora la validità dei modelli truncated fractional Brownian motion (tfBm) e truncated fractional Gaussian noise (tfGn), o di processi random sub-Gaussiani a essi subordinati, per l’interpretazione della variabilità di proprietà idrologiche. Soluzioni numeriche di campi di flusso (i.e. velocità e pressione) alla scala dei pori sono ottenute sia per campioni sintetici, sia per campioni reali, la cui geometria è ricostruita mediante micro-tomografia a raggi X.
Diverse metodologie di applicazione delle condizioni al contorno in corrispondenza dell’interfaccia liquido-solido forniscono risultati qualitativamente simili sia in termini di quantità microscopiche, sia in termini di quantità medie.

Eni Award, si legge nella presentazione del premio, «nasce con lo scopo di sviluppare un migliore utilizzo delle fonti di energia, promuovere la ricerca sull’ambiente e valorizzare le nuove generazioni di ricercatori». Il Premio ha cadenza annuale ed è testimonianza dell’importanza critica assegnata di recente da Eni alla ricerca scientifica e ai temi della sostenibilità.
Non è la prima volta che un ricercatore dell’Università di Trieste ottiene questo riconoscimento: nel 2009, infatti, il premio era andato alla dott.ssa Loredana de Rogatis per la sua tesi di dottorato in Nanotecnologie dal titolo “Disegno di catalisi nanostrutturate per la produzione di H₂ e l’idrogenazione di CO₂”. Nel 2013, invece, il premio “Debutto nella ricerca” è andato a Matteo Cargnello, laureato in Chimica e Dottore di Ricerca in Nanotecnologie sotto la direzione del Prof. Paolo Fornasiero. Il dott. Cargnello era stato premiato nel 2013 per la sua ricerca volta a sintetizzare precise nanostrutture per ottenere catalizzatori attivi e stabili per la produzione sostenibile di idrogeno.

Nell’apprendere del nuovo riconoscimento attribuito a un ricercatore dell’Università di Trieste, il Rettore Prof. Maurizio Fermeglia così commenta: «Questo premio assegnato nell’ambito degli ENI award, il terzo dal 2009 in Ateneo, sottolinea la capacità dell’Ateneo giuliano nel valorizzare giovani con tesi di dottorato di altissimo livello internazionale e sul tema della ricerca avanzata nel campo dell’”oil and gas”, un settore in fortissima espansione, a causa delle ricadute scientifiche, tecnologiche ed economiche. Investire nel segmento dei dottorati di ricerca con personale qualificato e con progetti innovativi sarà sempre una strategia vincente, soprattutto in momenti di crisi.»
«Un altro splendido risultato del sistema dottorale internazionale Environmental and Industrial Fluid Mechanics (EIFM), il quale ha sempre incoraggiato gli studenti a sviluppare tesi di dottorato in cotutela con ricercatori di eccellenza italiani e stranieri» aggiunge il Prof. Vincenzo Armenio, Direttore della Scuola di Dottorato in questione. «L’esperienza del sistema EIFM è stata recentemente travasata in un sistema dottorale a più ampio respiro (Earth Science and Fluid Mechanics) dal quale ci aspettiamo risultati simili».

La Commissione Scientifica di Eni Award è costituita da Membri scelti dal Comitato Promotore tra i rappresentanti della comunità scientifica internazionale. Esamina e seleziona i lavori dei candidati ammessi e presenta al Comitato di Eni award i nomi dei designati ai premi.


ricercatori, premio, università, Martina Siena