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Un percorso suggestivo a pochi passi dal centro cittadino, alla ricerca dei resti di un antico castelliere sulla sommità di Montebello.
Decidiamo di partire da via Costalunga, per poter raggiungere il rione di Raute e ammirare scorci meritevoli di vita campestre. Quando iniziamo a salire l’Erta S. Anna ci torna in mente immediatamente quanto siano ripide alcune vie di Trieste. Ma la fatica è solo all’inizio.

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Quando arriviamo alla sommità dell’Erta, raccogliendo il respiro, guardiamo indietro per capire dove siamo. Possiamo ammirare uno scorcio di panorama.

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Guardando dall’altra parte, in direzione della meta, ci rendiamo conto di quanta salita dobbiamo ancora compiere per arrivare alla vetta…

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Attraversiamo in fretta la vecchia Strada Statale 202 (detta anche Camionale) e arriviamo all’inizio della Salita di Raute (sissignori, un’altra salitona impervia che vi mozzerà il fiato). Qui siamo nel rione di Raute, uno dei luoghi abitati più panoramici di Trieste.

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A lato, incrociamo diverse viuzze, che portano lo sguardo lontano, verso Altura, Cattinara e Basovizza. Nelle foto: la via Risano, Altura e Borgo S. Sergio, l’Ospedale di Cattinara.

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Alla fine della salita incrociamo via del Castelliere (toponimo), che ci condurrà all’inizio del nostro sentiero.

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Svoltiamo quindi a sinistra, verso la sagoma del viadotto della superstrada (Grande Viabilità Triestina)

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Proprio sotto il cavalcavia inizia il sentiero. Dopo aver facilmente scavalcato il muretto a lato della strada, un comodo tracciato in terra battuta ci indicherà la strada da seguire.

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La vegetazione in primavera è davvero spettacolare, specie dopo la fioritura. Gli alberelli si tingono di tutti i colori, dal giallo al fucsia, e il verde dei prati dona una sensazione di dolce relax. La natura esplode in tutta la sua gioia e le farfalle, numerosissime, fanno da silenti spettatrici.

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Dopo una breve ma intensa salita, arriviamo finalmente alla vetta di Montebello, dove troviamo effettivamente i resti dell’antico Castelliere.

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Descrizione storica: Il castelliere del colle di Montebello è situato a 288 s.l.m. Le prime indagini furono condotte da C. de Marchesetti; i materiali recuperati durante quella campagna di scavo rivelarono molte similitudini con quelli provenienti dal vicino Castelliere di Cattinara, suffragando l’ipotesi di villaggi coevi, abitati dalle stesse popolazioni. Successivamente, i ritrovamenti di frammenti ceramici avvenuti nel corso dei saggi curati dalla Soprintendenza nel 1985 hanno consentito di datare l’insediamento tra il X e il V secolo a. C.. Si suppone che il villaggio non fosse dotato di mura di difesa. Tra i materiali portati alla luce si segnalano cocci fittili decorati, sgorbie, punteruoli, impugnature di asce e manici di coltello in corno, resti di animali selvatici e domestici, pesi per il telaio e vari ornamenti in bronzo come spille, anelli, armille.
La zona sommitale del colle sul quale sorgeva il villaggio protostorico venne danneggiata dalla costruzione di un serbatoio per l’acqua; il sottostante ripiano di ponente risulta compromesso da bunker e altre opere militari realizzati nel corso della seconda guerra mondiale, allorché l’altura divenne sede di una batteria contraerea. Ulteriori danneggiamenti sono riconducibili all’uso della collina quale cava di pietra arenaria per la costruzione della massicciata della sottostante linea ferroviaria e delle case circostanti. (fonte: Comune di Trieste)

Alla fine del sentiero, purtroppo, troviamo tracce di civiltà moderna… una carrareccia conduce i veicoli a motore, partendo dalla parte opposta, in uno spazio recintato.

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Lo sguardo a questo punto volge indietro, verso lo spettacolare panorama. Trieste da questo punto di osservazione, mostra tutta la sua bellezza

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Verso ovest, osserviamo tutto il Golfo di Trieste, dal Castello di Miramare a Zaule.
Verso est, troviamo la Zona Industriale, i “pentoloni” della SIOT, e tutta la periferia della città. Più lontano, è visibile ai piedi del Monte Carso (Val Rosandra) il ridente paesino di S. Dorligo della Valle.

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Sulla sommità del Monte Carso, si riesce a scorgere (nel caso di una buona visibilità) la località San Servolo (Socerb) con il suo antico castello in rovina. L’abitato si trova in territorio sloveno.

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Volgendo lo sguardo a 180°, troviamo l’imponente Quadrilatero di Melara, le cave “Faccanoni” e le antenne di Conconello poste al punto più alto dell’Altipiano che sovrasta la città.

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Quando l’ora si fa tarda, non ci resta che salutare questo luogo incantato, ammirando per l’ultima volta il panorama di Trieste verso il crepuscolo

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