portovecchio erosioni Obiettivo occupazione. Con questo spirito l’Autorità Portuale di Trieste ha pubblicato quest’oggi l’avviso intitolato “Procedimento concessorio di aree, manufatti e specchi acquei siti nel Punto Franco Vecchio ai sensi del Codice della Navigazione e del relativo regolamento”.
L’avviso pubblicato sul sito internet dell’Apt all’indirizzo http://www.porto.trieste.it/ita/avvisi prevede che le domande di concessione siano presentate entro il 30 giugno 2014. «Stiamo dando una forte accelerazione sul Porto Vecchio – ha commentato la presidente dell’Apt, Marina Monassi – perché si tratta di un’area di 67 ettari ferma da troppi anni. La base di riferimento è la variante Barduzzi che stabilisce una coordinata distribuzione delle attività, affinché vi possa essere una condivisione tra i proponenti già in fase di predisposizione delle offerte. Ma va precisato che nulla vieta la presentazione da parte di un unico di più progetti per il riuso complessivo dell’area».

Le novità dell’ avviso, però, non si esauriscono in questo. «L’Apt – conclude Monassi – si accollerà la realizzazione dell’infrastrutturazione primaria: quello che è stato un limite della procedura concorsuale precedente, infatti verrà realizzato dallo Stato che dopo aver acquisito i progetti relativi predisposti da Portocittà Srl, andrà a integrarli e realizzarli».

Descrizione tecnica del Porto Vecchio

Il Porto Vecchio di Trieste si estende su un’area di 67 ettari, con oltre un milione di metri cubi di hangar spesso di grande pregio, tra gli ambiti di archeologia industriale marittima più rilevanti del Mediterraneo.

L’area del Porto Vecchio è comunque ben collegata alla città data la sua posizione privilegiata vicino al centro storico e agli ottimi collegamenti stradali sia in ingresso che in uscita. Inoltre, tutta l’area è servita da un fascio di binari ferroviari direttamente collegati alla Stazione ferroviaria di Trieste Centrale ed è dotata di infrastrutture logistiche di collegamento.

Nell’area è possibile insediare attività di carattere commerciale – tipiche quindi del Porto – ma anche attività legate alla cosiddetta portualità allargata quali l’attività direzionale, ricettiva, nautica da diporto e servizi accessori inclusa la cantieristica.

All’interno del Porto Vecchio c’è il terminal operativo Adriaterminal che si sviluppa su un’area di 3 ettari e si compone di un magazzino di circa 5.000 mq, gru di moderna concezione e banchine con 12 m di pescaggio.

Il Porto Vecchio è protetto da una diga foranea disposta con orientamento parallelo all’allineamento delle banchine, ha una lunghezza di 1.100 m con fondali variabili che raggiungono una profondità massima di 15 m ed è posizionato ad una distanza di circa 130 m dal filo banchina esterno degli sporgenti.

La diga foranea era originariamente strutturata per consentire l’attracco delle navi sul lato rivolto verso la terraferma. Ad oggi l’ormeggio di mezzi commerciali è vietato e attualmente la diga foranea – dopo il restauro degli edifici ed il recupero della pavimentazione in pietra arenaria – è sede di un prestigioso stabilimento balneare.

I magazzini posti all’interno del comprensorio, ovvero i capannoni – così vengono comunemente indicati gli edifici più antichi del Porto – appartengono ad una classificazione disciplinata da regole costruttive specifiche dei lagerhauser dei porti del nord Europa che comprende locali destinati al deposito, alla conservazione e alla sosta delle merci dall’arrivo nel Porto fino alla spedizione e alla relativa distribuzione.

I magazzini furono disposti su tre strade parallele tra loro: uno stradone centrale e due strade di cui una confinante con la via ferrata.

La classificazione delle tipologie edilizie dei capannoni, che in origine erano 38 corpi di fabbrica, si possono tuttora distinguere secondo tre principali gruppi di edifici:

- a un solo piano fuori terra;

- a due o tre piani fuori terra con cantina e soffitta, con ballatoi tra gli avancorpi sostenuti da colonnine di ghisa;

- a quattro piani fuori terra con cantina, pianoterra e 4 piani superiori con ballatoi.

I magazzini erano muniti di gru, elevatori, montacarichi ed altri arredi per le operazioni di carico e scarico delle merci; inoltre, quelli del primo e del secondo gruppo, presentano un perron (banchina a sbalzo sul piano stradale) che ha un’altezza di circa 1 metro, adatto quindi per le operazioni dai carri ferroviari o da autoveicoli; mentre quelli del terzo gruppo, di più recente costruzione (primi del ’900) presentano accessi anche a filo di terra.

All’interno del Porto Vecchio è sorto il polo museale del Porto che ha sede in due dei migliori esempi di archeologia industriale-portuale, ovvero l’edificio della Centrale idrodinamica e l’edificio della Sottostazione elettrica, ancora oggi sedi di macchine generatrici di energia conservate nella loro interezza nell’edificio originario.

Trieste, 18 febbraio 2014
Porto vecchio, APT, concessione