marcella raccanelli Qual è la musica più adatta per accompagnare una simpatica signora d’altri tempi che entra in una sala, dove la attendono amici e parenti per festeggiare i suoi primi 106 anni? La marcia trionfale dell’Aida, perché è effettivamente un trionfo potersi presentare, forte sulle proprie gambe, sorridente, perfettamente lucida e vivace a un appuntamento che si traduce in uno straordinario traguardo di vita.
Marcella Raccanelli, nata a Trieste 7 novembre 1907, ha potuto vivere questa esperienza ieri, nel salone centrale al secondo piano dell’Itis, dove vive da tre anni. Ad aspettarla tanti ospiti della struttura, ma soprattutto la figlia Nivea, i nipoti Mauro e Tiziana, la sorella Clelia, arzilla 91enne, i pronipoti Alice e Christian, un nugolo di cugini. E al centro, su un tavolo, una macchia di colore composta da garofani rossi, una torta, “fritole” e una bottiglia di spumante che la signora Marcella ha voluto stappare con le proprie mani, facendosi aiutare, ma non troppo.
A quel punto il musicista ingaggiato per l’occasione, munito di pianola, ha cambiato repentinamente genere e ha proposto “Viva là e po’ bon”, che i presenti hanno intonato in coro.
«Sono figlia di quel rione di Gretta al quale sono ancora affezionata – ha confessato – e dove ho celebrato il secolo di vita nel 2007». Marcella Raccanelli ha sempre vissuto a Trieste con la sola eccezione del periodo della Prima guerra mondiale, quando assieme ad altri profughi italiani dovette andare nelle Marche. Ma appena il conflitto si concluse tornò.
E prese servizio alla Fabbrica tabacchi, facendo contemporaneamente la lavandaia «perché eravamo nove fratelli – ha spiegato – e bisognava darsi da fare». Quando chiusero la Fabbrica trovò un impiego nello studio medico del dottor Rosani, un dentista al quale si rivolgevano numerosi benestanti triestini.
«Non era raro – hanno voluto ricordare i parenti – che qualche signore dell’epoca la accompagnasse a casa in carrozza, per galanteria, fino in Gretta». Vicino allo studio medico c’era l’atelier di pittura di Cesare Sofianopulo e uno dei clienti di Rosani era l’artista Vito Timmel, che Marcella Raccanelli conobbe.
Fra le sue passioni la scrittura. «Ho tenuto un diario fino al compimento dei 100 anni – ha sottolineato - e ho composto un libro di poesie». Forte anche l’amore per la musica. E fino al 2007 la signora Marcella ha vissuto da sola, facendo quattro piani di scale ogni giorno. «Adesso – ha spiegato - spingo le carrozzine delle ospiti più giovani lungo i corridoi». Marcella Raccanelli può vantare un ricordo che fa parte della storia di Trieste: «Nella Prima guerra mondiale, i miei zii materni combattevano per l’Austria mentre mio padre, che aveva deciso prima del ’14 di fare il militare con l’Italia, fu internato in un campo di concentramento in Austria». (Ugo Salvini da Il Piccolo)
centenari, record