acqua identita territorio Acqua: identità di un territorio
ESPOSIZIONE - INCONTRI - VISITE - FILMATI - INTERATTIVITA’
Magazzino delle Idee, Corso Cavour, Trieste
13 settembre – 13 ottobre 2013
Orari di apertura: da martedì a giovedì dalle 10 alle 13.
Venerdì, sabato e domenica 10-13 e 16-20
Lunedì chiuso.
Orari di apertura della mostra in occasione di Notte dei Ricercatori e Next
Venerdì 27, sabato 28 e domenica 29 settembre – orario continuato 10-20
L’ingresso alla mostra e la partecipazione alle conferenze e alle visite guidate è gratuita.

Omaggio a Margherita Hack. In mostra si raccolgono offerte libere raccolte destinate al restauro della cupola Urania Carsica della Stazione Osservativa di Basovizza in omaggio alla professoressa Margherita Hack cui la Provincia ha consegnato il proprio Sigillo nel settembre 2012.

Postazioni multimediali e video
Disponibili in mostra una serie di video e documentari che saranno trasmessi a ciclo continuo.
Si tratta di Visitando la Grotta Gigante, visita virtuale con tecnologia scanner 3D ad altra risoluzione della Grotta record del Carso messa a disposizione dal Museo Speleologico della Grotta Gigante. Il video è stato realizzato nel 2011 dall’OGS - Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, grazie al contributo della Provincia di Trieste e del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Sono dedicati ai percorsi naturalistici nelle foreste d’acqua del nostro territorio i video Multivisione nella Trieste Slow e sul sentiero Foresta d’acqua a cura del Progetto Slow Tourism Università degli Studi di Trieste –Dipartimento Scienze Politiche e Sociali. In programmazione poi anche Alieni tra noi una proiezione di un video sull’invasione del gambero rosso della Louisiana nel Friuli Venezia Giulia a cura di Università degli Studi di Trieste, Progetto Rarity – Dipartimento Scienze della Vita.

Acqua. Identità di un territorio
è promossa e organizzata da Provincia di Trieste con il coordinamento di WWF Area Marina Protetta di Miramare.
Partner di progetto: AcegasAps - Gruppo Hera, Comune di Trieste – Servizio Musei Scientifici, Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste, OGS - Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale. Si ringrazia per la collaborazione il Giardino botanico Carsiana- cooperativa Rogos, il Museo Speleologico della Grotta Gigante, il Servizio geologico della Direzione centrale ambiente energia e politiche per la montagna – Regione autonoma Friuli Venezia Giulia.

GUIDA

L’acqua, bene pubblico, elemento semplice e complesso che plasma e definisce le caratteristiche e l’identità di un territorio è il filo conduttore dell’esposizione che abbraccia l’intera provincia in una sequenza di luoghi, reperti, fotografie, strumenti, video, carte e documenti. Un viaggio, nello spazio e nel tempo, per scoprire aspetti e curiosità. Dal Magazzino delle Idee si vede il mare: la sala perde i suoi tradizionali connotati per mutarsi nella banchina del porto piena di tanti e diversi oggetti appena scaricati dalle navi, ancora accatastati sui pallet o estratti dalle casse in cui erano custoditi, e dai palazzi affacciati sulle rive. E’ così che il racconto si sviluppa puntando anche sulla forza evocativa delle testimonianze scelte.
Si comincia dalla città, piccolo villaggio di pescatori fattosi emporio e sviluppatosi sulla scia di sempre più floridi commerci. Anche da Trieste parte l’intervento per il taglio dell’Istmo di Suez, grandiosa opera di ingegneria destinata a mutare rotte, rapporti economici, persino la varietà della vita nel bacino mediterraneo. E’ il barone Pasquale Revoltella a supportarne la realizzazione mentre costruisce il suo palazzo di città che ospita lungo la scala d’onore due imponenti gruppi scultorei dedicati all’ “acqua”: la Ninfa Aurisina e, per l’appunto, il Taglio dell’Istmo di Suez. Nel centro dell’emporio altre fontane segnano il susseguirsi dei borghi neoclassici, intersecandosi con opere idriche minori (sorgenti, pozzi e fontanili), cui si deve il rifornimento d’acqua prima della realizzazione dell’Acquedotto teresiano. Città moderna, Trieste è anche sempre stata “Città della Scienza”: lo sviluppo marittimo con la nascita del Porto porta con sé la creazione delle prime istituzioni scientifiche, come la Scuola Nautica, voluta da Maria Teresa d’Austria nel 1753, il primo nucleo del Museo del Mare e del Civico Museo di Storia Naturale, cui si affianca un’architettura industriale segnata dalla meccanica e dalla tecnologia. Un esempio tra tanti la centrale idrodinamica.
Tra i simboli del rapporto di questo territorio con la scienza e il mare si colloca anche il grande squalo dei Civici Musei Scientifici. E’ una femmina di 5 metri e quaranta centimetri, oggi il più grande esemplare imbalsamato conservato in Europa e nell’intero emisfero Nord, pescata nel Quarnero (Croazia) nel 1906.
Lasciata Trieste, il percorso si sposta verso gli altri comuni della provincia, toccando, dapprima, Muggia, con le tracce abitative, i moli e la peschiera di epoca romana. Nella vicina Valle Rosandra, gli aspetti naturalistici si uniscono a importanti opere dell’uomo, come i resti dell’acquedotto romano e dei mulini prossimi al corso del Torrente Rosandra. Proprio quest’ultimo, assieme al Timavo, fiume carsico e misterioso per antonomasia, sono gli unici corsi d’acqua superficiali del territorio. Situati quasi agli estremi della provincia, racchiudono la preziosa biodiversità degli ambienti umidi di acqua dolce.
Più in alto, sull’altopiano, altri e diversi manufatti: i pozzi dei borghi carsici, gli stagni per l’abbeverata degli animali e le jazere per conservare più a lungo possibile il preziosissimo ghiaccio, ma anche le grandi opere legate alla costruzione della Ferrovia Meridionale che collegava Trieste e Vienna, come l’acquedotto di Aurisina, inaugurato nel 1857 alla presenza dell’imperatore Francesco Giuseppe. Le cavità carsiche e le attività di esplorazione e ricerca ad esse collegate sono altri elementi significativi. Della Grotta Gigante, scoperta nell’Ottocento e aperta al pubblico nel 1908, fa mostra di sé una stalagmite. Alta 140 centimetri si è formata 55.000 anni fa. Accanto un sistema che riproduce il fenomeno delle “grotte soffianti” del Timavo, nonché le attrezzature dello speleosub.
Dal ciglione al mare. L’itinerario prosegue seguendo il ripido costone segnato dai pastini, terrazzamenti a viti, ulivi e alberi da frutto che degradano quasi fino al mare lambendo il Castello di Miramare e la riserva marina più vecchia d’Italia, quella di Miramare, centro della rete italiana per la tutela delle tartarughe marine. La costa è punteggiata da bidoni galleggianti della mitilicoltura. Più in alto i piccoli borghi arroccati sul ciglione raccontano altre tradizioni legate al mare: il mestiere del palombaro e la pesca praticata con čupe, topi e bragozzi. Sul fronte scientifico lo specchio di mare del golfo è oggetto dei molti rami di ricerca dell’OGS-Istituto Nazionale di Geofisica e di Oceanografia Sperimentale: dalle acque dolci di risorgenza dal fondo del mare, al fenomeno del plume. Dal Villaggio del Pescatore il paesaggio cambia, la costa si abbassa, diventa sabbiosa e accoglie il corso del fiume Timavo, appena riemerso dal suo lungo viaggio sotterraneo iniziato in Slovenia. Incerto e ancora in fase di studio, il suo corso appassiona da decenni speleologi e geologi e ospita rare specie ipogee che si sono adattate al buio perenne.
A San Giovani di Duino ha sede l’acquedotto dedicato al maggiore Giovanni Randaccio, medaglia d’oro al valor militare, caduto sul monte Hermada durante la I Guerra Mondiale; l’impianto rifornisce l’intera città di Trieste e provincia, convogliando principalmente l’acqua dalle falde isontine. La sezione offre al visitatore la possibilità di scoprire gli aspetti tecnici legati all’acquedotto situato nella pregevole area naturalistica legata alle risorgive del Timavo.


Voda, preprost in kompleksen element, ki oblikuje in določa značilnosti ter identiteto prostora, je rdeča nit razstave, ki zajema vso pokrajino z vrsto krajev, najdb, fotografij, orodij, video posnetkov, zemljevidov in dokumentov. Je potovanje v času in prostoru z odkrivanjem radovednosti in zanimivosti. S Skladišča idej je pogled na morje: dvorana zgubi svojo tradicionalno značilnost tako, da se spremeni v pristanišče, polno najrazličnejših iztovorjenih predmetov, še vedno zloženih na paletah ali izvlečenih iz zabojev, kjer so jih hranili, ter iz stavb s pogledom na morje. Tako se zgodba razvija in se osredotoča na sugestivno moč izbranih pričevanj.
Začne se v mestu, nekoč majhni ribiški vasici, ki je postala trgovsko središče ter se razvila na podlagi čedalje bolj cvetočega trgovanja. Tudi Trst je pripomogel k gradnji Sueškega prekopa, veličastnega inženirskega dela, ki je korenito spremenil pomorske poti, gospodarske odnose in celo raznolikost življenja na sredozemskem območju. Njegovo uresničitev je podprl baron Pasquale Revoltella, medtem ko je gradil svojo mestno palačo, v kateri vzdolž častnega stopnišča hranijo mogočna kipa, posvečena “vodi”: nimfo iz nabrežinskega kamna in Sueški prekop.
Jedro trgovskega središča zaznamujejo druge fontane in neoklasični zaselki, ki se prepletajo z manjšimi vodnimi objekti (izviri, vodnjaki in napajalniki), vir oskrbe z vodo pred obstojem terezijanskega vodovoda.
Moderno mesto Trst je že od nekdaj „Mesto znanosti“: pomorski razvoj z nastankom pristanišča prinaša s seboj ustanovitev prvih znanstvenih zavodov, kot je Pomorska šola, ki je nastala leta 1753 na željo Marije Terezije, prva enota Morskega muzeja in Mestnega muzeja naravne zgodovine, poleg industrijske arhitekture, zaznamovane z mehaniko in tehnologijo. Eden izmed številnih primerov je hidrocentrala.
Med simbole, ki predstavljajo navezanost tega prostora z znanostjo in morjem, se uvršča veliki morski pes mestnih znanstvenih muzejev. Ohranjeni primerek samice, dolge 5 metrov in 40 centimetrov, ujet v Kvarnerju (Hrvaška) leta 1906, je danes največji v Evropi in na vsej severni polobli.
Po Trstu nas pot zapelje v druge občine pokrajine, najprej v Milje, po sledeh naselij, pomolov in ribogojnice iz rimskega obdobja. V bližnji Dolini Glinščice se naravoslovne značilnosti prepletajo s pomembnimi posegi človeka, kot npr. ostanki rimskega vodovoda in mlini zraven reke Glinščice. Prav ta in pa skrivnostna kraška reka Timava sta edini površinski vodi tega območja. Vsaka skoraj na skrajnostih pokrajinskega območja vsebujata dragoceno biotsko raznovrstnost mokrišč.
Višje, na Krasu, drugi in različni predmeti: vodnjaki kraških vasi, mlake za napajanje živine in ledenice za čim daljše konzerviranje dragocenega ledu, vendar tudi velika gradbena dela Južne železnice, ki je povezovala Trst z Dunajem, kot tudi Nabrežinski vodovod, odprt leta 1857 v prisotnosti cesarja Franca Jožefa.
Drugi pomenljivi elementi so kraške votline in raziskovalne dejavnosti ter z njimi povezano proučevanje. Iz Briške jame, odkrite v 18. stoletju in odprte za javnost leta 1908, se razkazuje stalagmit. Visok je 140 cm in je nastal pred 55.000 leti. Poleg njega lahko opazujemo sistem, ki posnema pojav Timavskih “puhalnih jam” in pa opremo jamskih potapljačev.
Od slemena do morja. Pot se nadaljuje po strmem grebenu, zaznamovanem s paštni, vinogradi, nasadi oljk in sadnih dreves, ki se spuščajo skoraj vse do morja, dotikajo se Miramarskega grada in najstarejšega italijanskega morskega rezervata. To je Miramarski rezervat, središče italijanskega omrežja za zaščito morskih želv.
Obala je prepredena s plavajočimi posodami školjk. Više na grebenu vasice pripovedujejo druge običaje povezane z morjem: poklic potapljača in ribolov na čupah, čolnih in bragocih.
Morje v zalivu je predmet številnih raziskovalnih panog na znanstvenem področju: od sladke vode, ki ponovno vznikne z dna morja, pa do pojava oblaka.
Od Ribiškega naselja dalje se pokrajina spremeni, obala se niža, postane peščena in sprejema tok Timave, ki je komaj vzniknil s svoje dolge, v Sloveniji začete podzemne poti. Njegov tok, ki je še vedno nepoznan in ga raziskujejo, že desetletja navdušuje speleologe in geologe ter gostuje redke podzemne vrste, ki so se prilagodile na življenje v temi.
V Štivanu je sedež vodovoda, ki je posvečen majorju Giovanniju Randacciu, ki je bil odlikovan z zlato medaljo za hrabrost, in je padel na gori Hermada med prvo svetovno vojno. Obrat oskrbuje mesto Trst ter celotno pokrajino in črpa vodo predvsem iz soške podtalnice. Odsek obrata obiskovalcem ponuja priložnost, da spoznajo tehnične značinosti vodovoda v dragocenem naravnem območju Timave.
mostra, Magazzino delle Idee