sotterranei gesuiti 1 I Sotterranei dei Gesuiti sono gli ambienti che si trovano sotto la Chiesa di Santa Maria Maggiore costruita nel XVII secolo a Trieste. La chiesa di impianto barocco, che si eleva in pieno centro storico accanto al celebre Collegio gesuitico (divenuto successivamente carcere criminale austriaco e carcere femminile italiano) e i sotterranei ad essi legati, hanno attirato da sempre l’attenzione di studiosi d’arte e appassionati del mistero. Autori del XIX e XX secolo come Pietro Kandler, Ettore Generini, Antonio Tribel, Giovanni Machorsich e non da ultimo il grande collezionista Diego de Henriquez, si sono occupati di ripercorrerli e descriverli, ma solo con le ricerche di speleologia urbana svolte dalla Società Adriatica di Speleologia a partire dal 1983 si è potuto avere un quadro più chiaro della situazione.
Oggi, per la prima volta, questi affascinanti ambienti sono visitabili in tutta sicurezza grazie all’interessamento della Parrocchia di Santa Maria Maggiore che, assieme ai volontari della Sezione di Speleologia Urbana della SAS, li ha aperti al pubblico.

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IL CUNICOLO DEL GATTO E I DEPOSITORI
Nel primo ambiente dei Sotterranei dei Gesuiti si trova una galleria che si sviluppa sotto le fondamenta della chiesa. Sull’ingresso si nota la carcassa di un gatto mummificato. Accanto si notano due nicchie dotate di un sistema di canali di scarico, che potrebbero essere dei “depositori” o loculi di decomposizione, dove sarebbero state sistemate le spoglie dei frati in attesa di trasferirne i resti negli ossari. Sul muro a destra si nota una iscrizione d’origine romana con tre X, da qualcuno intesa come “segno del trentesimo” legato a non meglio definite pratiche misteriche.

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LA NICCHIA CON ARPIONE
In alcune descrizioni risalenti al secolo scorso, nonché nell’illustrazione a stampa del 1884 pubblicata dal Tribel, all’interno dei sotterranei si notano alcune nicchie provviste di un arpione metallico infisso nella parete. Sempre secondo la tradizione locale queste nicchie sarebbero servite a trattenere in catene i malcapitati in attesa del processo inquisitorio. Sulle pareti si notano dei grossi cardini metallici che sorreggevano dei pesanti battenti di chiusura.

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LA CRIPTA DEI PETAZZI
Si tratta di una cripta sepolcrale, l’unica presente a Santa Maria Maggiore. Venne costruita assieme all’altare sovrastante dedicato a San Francesco Saverio, per conto della contessa Beatrice Dornberg alla morte del marito Nicolò Petazzi avvenuta nel 1664. Secondo Pietro Kandler (1853) all’interno vi furono sepolti entrambi i nobili coniugi. Secondo Antonio Tribel (1884) “nella cripta solevano vedersi gli avanzi di un sarcofago” appartenuto ai Petazzi. Durante le esplorazioni fatte dalla Società Adriatica di Speleologia nel 1984 il sarcofago non era più presente.

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LA CAMERA ROSSA
La tradizione locale (che però non è suffragata da elementi storici certi) indica in questa sala dei sotterranei il luogo scelto dall’Inquisitore per i suoi interrogatori: nella nicchia più ampia stava l’interrogato, appeso a delle catene, nella nicchia con il sedile stava il giudice avvolto nel suo manto scarlatto. Tale caratteristica ha dato il nome a questo caratteristico vano: la Camera Rossa.

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IL POZZO DELLE ANIME
E’ profondo circa 6 metri e presenta sezioni di forma diversa a seconda dei livelli. Alla base è di forma circolare ed è scavato nella roccia, poi diviene quadrato con pareti in pietre squadrate, poi ripete la parte cilindrica per sfociare in superficie con una sezione ottagonale. Deve il nome alla leggenda secondo cui gli inquisiti venivano immersi a capofitto nell’acqua. Il “Pozzo delle Anime” era nascosto da un’occlusione ed è stato riscoperto nel 1984 dagli speleologi della Sezione di Speleologia Urbana. Al suo interno c’erano materiali seicenteschi, oggi conservati nello “Speleovivarium”.

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TORRE DEL SILENZIO: la feritoia
La struttura con scala a spirale costruita in pietra arenaria che si innalza per 25 metri al di sopra della Camera Rossa, è chiamata Torre del Silenzio. Alla base di questa torre che presenta caratteristiche di tipo militare, si apre una feritoia che si inoltra per 2 metri nelle fondamenta della chiesa. Essa non conduce all’esterno, in quanto si trova al di sotto del livello esterno del terreno, ma porta alla base di un pozzetto circolare che si sviluppa in altezza per circa 4 metri all’interno del tessuto murario della torre.

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TORRE DEL SILENZIO: la sala con trabocchetto
Questo vano interno presenta sulle pareti delle caratteristiche feritoie strombate provviste di tacche di mira. Sul pavimento si apre un pozzetto che scende per 4 metri. Non si sa esattamente la funzione di questo manufatto, da alcuni indicato come “trabocchetto”, in quanto termina all’altezza della feritoia (punto 6). Al di sopra si nota una carrucola che serviva per calare una corda. All’interno sono stati rinvenuti alcuni manoscritti in lingua latina scritti attorno agli anni ‘70 del XVIII secolo da allievi della Scuola gesuitica.

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TORRE DEL SILENZIO: il coro e il vano con feritoie
A metà altezza della Torre del Silenzio si intercetta uno dei “cori” , ossia i vani laterali che in origine si affacciavano direttamente sulla navata centrale. Sul pavimento si notano ancora due fori incamiciati col legno che in origine servivano per calare il candelabro che illuminava l’altare sottostante. Sul lato interno di questa sala si apre un altro vano inglobato nella struttura della torre, anch’esso munito di feritoie di tipo militare, murate dall’esterno.

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TORRE DEL SILENZIO: la soffitta con le iscrizioni
L’ampia soffitta raggiungibile attraverso la scala a chiocciola della Torre del Silenzio è disposta sotto il tetto a 17 metri e mezzo di altezza. Un ampio finestrone a lunetta si affaccia verso l’esterno dal lato di piazzetta San Silvestro, mentre sulle pareti si possono trovare dei graffiti di antichi visitatori della fine Ottocento e firme di ospiti rifugiati in questi locali durante la seconda guerra mondiale.

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TORRE DEL SILENZIO: il passaggio ai tetti
La Torre del Silenzio termina a 25 metri di altezza, con un passaggio che conduce alle soffitte.
Subito prima dell’ultima spira di gradini una porticina conduce ai tetti.
Da questo punto panoramico si può godere di un’inedita vista sopra i tetti di Cittavecchia e ampia parte del golfo di Trieste.

Per informazioni e prenotazioni delle visite: santamariamaggiore@email.it
Sito web: www.santuariosantamariamaggiore.it
Santa Maria Maggiore, sotterranei