lorenzo tamaro 0613 Riceviamo la seguente lettera:



Il problema della “movida” serale ha indotto la Giunta comunale di Trieste a deliberare un’ ordinanza per fronteggiare ed arginare comportamenti incivili e di degrado sociale, spesso compiuti anche da giovani e minorenni.
Atteggiamenti che spesso rischiano di sfociare in reati.
Stesso discorso vale per la Baia di Sistiana (che si trova nel Comune di Duino Aurisina). Bisogna intervenire alla radice del problema perché quando si mettono in campo le forze di polizia significa che ormai è troppo tardi.
Due i danni: quello principale, il rischio per i nostri ragazzi di essere sanzionati o, cosa peggiore, dover affrontare magari una causa penale, l’altro, distogliere le forze dell’ordine con ulteriori servizi di prevenzione, per reprimere una “movida distorta”, a discapito di altri compiti quali quelli di assicurare alla giustizia chi di professione fa il delinquente commettendo magari gravissimi reati contro il patrimonio e le persone.
Il SAP, nel recente passato, ha voluto più volte richiamare l’attenzione del Prefetto affinché vi sia un maggior e miglior coordinamento tra le forze di Polizia negli adempimenti istituzionali. Ciò soprattutto nei servizi di ordine pubblico e negli accompagnamenti di cittadini clandestini ai CIE: compiti che troppo spesso gravano prevalentemente sulla Polizia di Stato.
A riguardo della nuova ordinanza comunale sul fronte delle serate della cosiddetta “movida triestina”, il SAP ritiene che sia necessario impegnare il personale con criterio.
La “Spending Review” ha ridotto le risorse: proprio in questi giorni anche a Trieste si riforniscono nuovamente i mezzi di servizio con i buoni, per mancanza di fondi ministeriali per l’acquisto di carburante, mentre il mancato turn-over ha causato un dimagrimento di più di 10.000 unità della Polizia di Stato negli ultimi due anni ed innalzato l’età media che ormai è sulla soglia dei 50 anni.
Un problema comune probabilmente anche alla Polizia Locale che in questo caso potrebbe essere la forza di polizia più appropriata per questa tipologia di lavoro e alla quale, per questo motivo, si dovrebbe chiedere uno sforzo maggiore.
Una più severa applicazione delle leggi già esistenti - e ci riferiamo ad esempio all’ubriachezza, agli schiamazzi, e tutto ciò che i locali pubblici con le loro licenze sono chiamati a rispettare a prescindere dell’ordinanza comunale - già potrebbe portare dei notevoli benefici.
Ma il ruolo fondamentale lo rivestono proprio quegli esercenti che, con una più oculata ed attenta somministrazione ed allontanamento di chi disturba la quiete pubblica, potrebbero aiutare ad alzare il livello comportamentale portandolo a modi più civili e rispettosi del prossimo, perché - non dimentichiamolo - anche il sonno di chi lavora va rispettato.
Con il concorso di tutti, ma in primis del Comune stesso e dei suoi dipendenti, si potrebbe quindi raggiungere i massimi obiettivi, lasciando l’inutile messinscena e dando spazio ad un

concreto cambio di tendenza, riportando gradualmente l’ educazione civica su parametri più normali, senza distogliere quindi chi è già impegnato a fronteggiare crimini che preoccupano maggiormente i cittadini.
Scelte queste dettate non da volontà gestionali delle Forze dell’Ordine, ma dai numeri che una certa politica miope ha voluto, la stessa che stenta a comprendere che la sicurezza ha un prezzo forse alto, ma sicuramente inferiore a quello dell’insicurezza, della paura sociale e dai danni provocati dall’inciviltà.

Il Segretario provinciale Sap
Lorenzo Tamaro

Sap, Comune di Trieste, bagordi