misko ucciso A Gallesano, in Istria, un bastardino ucciso con un petardo in bocca. In due giorni boom di adesioni alla caccia ai torturatori.
Sta sensibilizzando l’opinione di tutta la Croazia il brutale episodio di crudeltà verso gli animali compiuto la notte di Capodanno a Gallesano. Qualcuno ha fatto scoppiare un petardo nella bocca del cane Miško un bastardino, ritenuto la mascotte della località. Oltre a essere l’unica compagnia per la proprietaria di 89 anni, Misko passava gran parte delle sue giornate sul muro del cortile alto tre metri, non abbaiava né maltrattava nessuno, si limitava a osservare la gente che passa.
Subito dopo l’accaduto un vicino ha trasportato la povera bestiola dal veterinario a Pola che, vista la gravità delle condizioni, non ha potuto far altro che porre fine alle sofferenze di Miško, praticando l’eutanasia. Tra l’altro il cane aveva la bocca squartata e aveva perso un occhio. Ma non solo: la radiografia ha accertato la presenza di due pallini di fucile ad aria compressa nella testa e nel collo dell’animale forse sparati in precedenza.
La notizia, riportata su tutti i media croati, ha subito fatto il giro del paese, con la richiesta che i colpevoli vengano severamente puniti. A Gallesano il nome dei barbari è il classico segreto di Pulcinella, si parla di un gruppo di ragazzi violenti che maltratta e semina paura e terrore anche tra gli abitanti del luogo. E visto che le indagini della polizia non hanno avuto finora alcun esito, l’intera vicenda è approdata su Facebook dove si è costituito il gruppo “Vogliamo il nome dei torturatori di Misko”, al quale in soli due giorni hanno aderito oltre 43.000 persone.
Ecco il link del gruppo che chiede giustizia per Misko .
Inoltre è stata avviata una petizione con la quale si chiede alla Procura il massimo della pena. Finora l’hanno firmata 4.500 persone. A proposito delle sanzioni, va ricordato che dal primo gennaio 2013 il maltrattamento e l’uccisione senza motivo degli animali viene trattato non più come tragressione, ma come reato. Di conseguenza viene abolita la sanzione pecuniaria e introdotta la pena detentiva fino a un anno di carcere.
A questo punto qualcuno teme che nella triste vicenda sia intervenuto il solito papà influente del colpevole, tentando di insabbiare le indagini. Il problema però è anche più ampio. Riguarda infatti l’uso scriteriato di petardi e botti durante il Capodanno. Quelle che per noi sono manifestazioni di gioia, per gli animali sono una tortura vera e propria. Non solo cani e gatti, ma anche cavalli, mucche, capre e uccelli che svegliati di soprassalto iniziano a volare privi di orientamento e sbattono contro il primo ostacolo incontrato. Ma chi ne ha il potere fa come Ponzio Pilato e non vieta lo sparo e la vendita dei botti.
(p.r. - il Piccolo)
Capodanno, botti, cane, barbarie