pazzoTrentasei ore di personale, folle andirivieni, tra la propria abitazione di via Vecellio, il Pronto soccorso di Cattinara e l’Spdc, il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura del Maggiore. Con tanto di proclami suicidi (uno dei quali tentato pericolosamente, se è vero che polizia e 118 hanno trovato i quattro rubinetti del gas della cucina) e con tanto di fuga finale dall’ospedale del centro città, quand’era la tarda mattinata di ieri. La crisi psichica che dunque aveva tormentato nella notte tra giovedì e venerdì L.C. - il 45enne noto sia al Dipartimento di salute mentale che al servizio di Alcologia dell’Azienda sanitaria che in preda all’alcol aveva aggreditounmedico, un’infermiera e un’assistente proprio al Pronto soccorso di Cattinara - non l’ha lasciato in pacenemmenoil giorno dopo, e il giornodopoancora. Ieri, infatti, si è venuto a sapere che l’uomo - che venerdì mattina era stato trasferito da Cattinara all’Spdc del Maggiore prima di essere dimesso - nel pomeriggio della stessa giornata è stato riportato al Pronto soccorso di Cattinara. Ad accompagnarlo il 118 assieme alla polizia, allertata dopo che in alcune parti del condominio di via Vecellio dove abita L.C. si era iniziato ad avvertire un forte odore di gas. Lemanopole, in effetti, risultavano aperte, ma il fuoco era spento. Lui, però, a Cattinara ha riferito di non sapersi spiegare perché i rubinetti del gas fossero stati girati in casa sua. Poco dopo le otto di sera, ecco un nuovo trasferimento all’Spdc del Maggiore, e daqui, dopogli accertamenti del caso, l’uscita dall’ospedale. Ospedale Maggiore dove, alle dieci di ieri mattina, l’uomo si è ripresentato spontaneamente, recandosi al Pronto soccorso e riferendo di essere stato picchiato da qualcuno durante la notte. In breve è scattata un’ulteriore chiamata all’Spdc, attivo per l’appunto nello stesso nosocomio. Pochi minuti, però, sono bastati a L.C. per uscire dal nosocomio, spontaneamente, così com’era entrato un’ora prima, dileguandosi. (pi.ra.)
(da Il Piccolo)