ladro che scappaFinire dietro le sbarre per due paia di normalissimi jeans, rubati e mollati lì per darsi alla fuga tra la gente dopo aver spintonato una commessa. O prendersi una denuncia per un paio di scarpe da venti euro, messe ai piedi senza averle comprate fingendo poi di dover correre al gabinetto. Si tratti di smisurato senso di necessità, di cleptomania, di irrefrenabile voglia di rischiare e trasgredire, o chissà che cos’altro, solo i protagonisti di simili episodi lo possono sapere, nel loro intimo. Fatto sta che l’altro giorno, in poche ore, la Squadra volante della Questura è dovuta sgommare e intervenire per bloccare due giovani topi solitari da negozio, entrambi triestini. Era il tardo pomeriggio, anzitutto, quando il 20enne C.F. ha pensato bene di farsi un giro all’Oviesse del Viale. Non per shopping ma per taccheggiare. Una volta prese due paia di jeans, dopo averle maneggiate con dovizia come fa un innocuo cliente che “testa” la qualità del prodotto, si è messo in disparte e ha tirato fuori un taglierino, dalla lama di circa dieci centimetri (trovatogli poi addosso) per strappare i dispositivi anti-taccheggio e poter guadagnare l’uscita senza che scattasse l’allarme. Una commessa l’ha però scoperto mentre stava cercando di mettere dentro una borsa i due capi. «Venga alle casse, prego », gli ha intimato. Lui, sopraffatto presumibilmente dalla paura, l’ha spinta facendola cadere contro un espositore (fortunatamente non s’è fatta nulla), ha mollato la refurtiva ed è scappato. Un paio di addetti gli si sono messi a correre dietro. L’inseguimento si è protratto fino a via Slataper e piazza Ospedale, dove la fuga del giovane si è conclusa, braccato dai poliziotti del 113. È stato arrestato per rapina impropria. Dopo una notte al fresco, è tornato a casa. Il pm Cristina Bacer ne ha disposto la scarcerazione, alla luce anche del suo essere incensurato. Ciò non gli risparmierà comunque unprocesso a piede libero. Meno concitata la messa in scena capitatapoco dopo, verso le 20.30, alle Torri d’Europa. Una 39enne, B.A., già nota alle forze dell’ordine, è entrata nel negozio Piazza Italia e ha cominciato ad aggirarsi e confondersi tra gli scaffali, approfittando degli ampi spazi di quell’esercizio commerciale. La sua presenza e il suo fare tuttavia non è passata inosservata alle commesse. Una di queste, peraltro, ha poi riferito di essere stata messa in guardia dalla somiglianza di B.A. con una donna che, il giorno prima, era forse riuscita a portare fuori dal negozio qualche capo di vestiario. A un certo punto la stessa B.A. si è chiusa in camerino per poi uscire indossando un paio di scarpe nere. «Devo andare in bagno», si è giustificata. Il personale dell’esercizio commerciale hanno gettato l’occhio nel camerino, dove hanno rinvenuto un dispositivo anti-taccheggio strappato, e così non l’hanno mollata, finché non sono arrivati gli agenti della Squadra volante, cui in un primo momento la 39enne ha dato generalità false. È stata denunciata per furto aggravato e falsa attestazione sulla propria identità. (pi.ra.)
(il Piccolo)