tifosi alabardatiDopo gli ultimi sviluppi, i tifosi alabardati ritornano a sperare nella serie D, ma certo tutta la vicenda continua a suscitare molte perplessità. Un parere sembra prevalere: l’Eccellenza, fatta con le premesse che sembrano per ora affiorare, verrebbe considerato un affronto per la Triestina al quale si preferisce piuttosto il nulla. Ha le idee chiare in proposito Piero Stinco, presidente del Nucleo Rindondo: «Per me la Triestina è una cosa seria. Proprio per questo, ritengo quella dell’Eccellenza proposta dalla cordata dei venti una presa in giro e una mancanza di rispetto per i 90 anni di storia della società. Quella non sarebbe la mia Triestina, tra quella e il niente sinceramente a questo punto preferisco il niente. Ovvio che spero molto nella serie Dproposta da Irneri: ora spero si risolva tutto, masecondomeresta la superficialità e l’incompetenza con cui è stata gestita la cosa dall’assessore Edera, per non parlare del sindaco Cosolini che non ha mai scambiato una parola con i tifosi». Tifa ovviamente per una serie D anche Lorenzo Campanale della Curva Furlan: «Già prima delle decisioni del sindaco, avrei consigliato a Cosolini di appurare con la Figc se veramente si può fare come dice la cordata Irneri: tanto poi di quello che succederà non ne risponderà certo Cosolini, ma lo stesso Irneri. Ritengo invece davvero triste l’ipotesi Eccellenza, soprattutto per come si sta sviluppando. La Triestina ha una storia, è un patrimonio di passione: massimorispetto per quella cordata, ma non c’è un progetto, bensì solo una sopravvivenza difficoltosa. Non si può pensare alla Triestina con l’atteggiamento di voler restare per tutta la vita tra i Dilettanti.Miauguro poi che alla fine qualcuno ci spiegherà tutto, a prescindere da come vada». Ancora un po’ scettica Maria Rosa Lubiana del Triestina Club De Falco: «Spero ovviamente nella D, anche se entrambe le ipotesi appaiono per ora poco convincenti. Quelli del gruppo dell’Eccellenza mi sembrano senza un progetto e soprattutto senza ambizioni. Ma anche dell’altro gruppo restano dei dubbi: perché non si vuole rispettare un iter preciso ».
Antonello Rodio (da Il Piccolo)