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Riccardo Sada: “Amo i matti”. Intervista al giornalista di Dj Mag Italia, ideatore del Midance

23 ottobre 2014
di Katya Malagnini
https://www.linkedin … om/in/katyamalagnini

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Riccardo Sada è il riferimento italiano per la musica dance. Giornalista (dicono sia il più temuto, ma voi non diteglielo :D) e produttore discografico, è stato per anni l’ufficio stampa di due grosse realtà nella discografia italiana degli anni novanta e duemila:”Media Records” e “Melodica“. Ha scritto tre libri (ed è al lavoro sul quarto) e ha pubblicato centinaia di articoli su molte testate. Segue assiduamente il mondo della musica da club, dei djs e degli eventi correlati, infatti, quando lo raggiungo al telefono per la nostra chiacchierata è appena rientrato dall’Ade (acronimo che sta per Amsterdam Dance Event, la più importante fiera al mondo per la musica elettronica e non per il Regno degli Inferi o peggio… per l’ Agenzia Delle Entrate :D). Sì, proprio quella fiera olandese fino a pochi anni fa ristretta a pochi eletti, e ora decantata -solo per sentito dire- anche dal bimbibinkia ancora in fasce.
Attualmente prosegue le collaborazioni giornalistiche con Iboo, Mixer e DJ Mag Italia ed è docente presso la scuola per dj Re.Creative 12.0.
Ogni anno organizza il Midance (del quale vi ho parlato qualche giorno fa, qui: http://www.almanacco … y:entry141014-025054) e da alcuni mesi collabora con la casa discografica JE | Just Entertainment.
Si diletta in montaggi video e collabora con diverse emittenti radiofoniche italiane.

Ciao Riccardo, benvenuto! Scegli una frase per descriverti che non includa la parola giornalista
Sono un visionario.

Secondo te come ti vedono gli altri?
Mi vedono difficile, una persona non semplice.

Perché?
Per me è facile dialogare con tutti, ma gli altri trovano grosse difficoltà a dialogare con me.

Come vorresti che ti descrivessero?
Come un curioso, un comunicatore.
Una persona attenta a condivisione e comunicazione.

Esseri chiari nel comunicare non è affatto una cosa semplice…
C’è stato un momento in cui lo era, nel periodo della penna e del calamaio :D
La gente poi ha smesso di dedicarsi alla scrittura per diverso tempo, per poi ricominciare, grazie a internet e i Social che hanno fornito un nuovo approccio alla tastiera.
Rimane sempre importante il contenuto e non la forma.

Quanti danni hanno fatto i Social Network?
No, non la vedo così, è come dire: “Quanti danni hanno fatto televisione, telefono e piccione viaggiatore”?
Si tratta di un mezzo di comunicazione e dipende da come lo usi. Un mezzo per comunicare non ha colpe.

Perché hai scelto di fare il giornalista?
Per appagare le mie esigenze e peculiarità. La mia è una ricerca costante di condivisione. A volte lo faccio per me stesso, altre per missione, raramente per soldi.

Hai mai fatto un altro mestiere?
Ne ho fatti mille, come il magazziniere. Ho sempre voluto avere la mia indipendenza economica. Dopo aver studiato alla Scuola Alberghiera, nel 1992 sono andato a vivere a Londra e ho fatto il cuoco.
Ai tempi, i cuochi non erano star come lo sono oggi; fare il cuoco significava alzarsi alle sette del mattino per andare a letto alle tre di notte. Un sacrificio fuori da ogni portata per me in quel momento.

Quando hai capito che eri bravo a scrivere e che volevi fare il giornalista?
Non mi sono mai ritenuto bravo. Sono onesto nei miei confronti e di conseguenza sentivo di dover fare quello, in quanto era la cosa che mi veniva più naturale, perché la facevo con amore e passione.

(ho come la sensazione di comprendere cosa mi sta dicendo :D *_*)

Capire la passione è semplicissimo: quando tu non ti accorgi che stanno volando le lancette dell’orologio, significa che quella cosa che stai facendo la ami. Il tempo non esiste più.

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Perché hai scelto di occuparti proprio di musica dance?
Sono velocemente fuggito dalla Scuola Alberghiera, perché non ho mai amato gli incravattati e gli standard.
Non mi parso il caso di iscrivermi a un Conservatorio, sarei stato recluso da uno spartito e quindi dentro i canoni.
Mi attiravano la sperimentazione degli studi di registrazione, le infinite possibilità della musica elettronica, e non ultimo, il poter tradurre in pochi minuti un’idea musicale al computer, sfruttando la fantastica possibilità di bloccare l’idea e il feeling immediato creato con musica, impedendo la “fuga delle note” :)
Infine, non sottovalutiamo il fattore “vicinato”: suonando uno strumento fai casino. In studio, metti una cuffia e suoni, quanto vuoi.

Ti sei dedicato anche alla produzione musicale, giusto?
Sì, all’inizio odiavo andare a fare l’aperitivo con gli amici, quel “cazzeggio” istituito per parlare di auto fuoriserie e di donne. Non me n’é mai fregato nulla.
Il mio tempo libero l’ho sempre investito nei miei hobby .

(hey ecco uno di noi … finalmente :D:D)

Inizialmente la musica per me era un hobby; facevo il giornalista sportivo (grazie a mio padre che lo è stato per cinquant’anni) e il mio hobby era sperimentare, creare e continuare a conoscere persone diverse dall’ambiente che frequentavo di giorno con il lavoro. Così, la dance è diventata la mia valvola di sfogo. Al tempo stesso, nel 1989 ho iniziato a produrre i miei primi dischi. Andavo in studio creare ciò che la sera, poi… avrei ballato.

Quanti promo ti mandano ogni giorno?

Una cinquantina al giorno di cartoline digitali.

C’é ancora qualcuno che manda i cd promozionali?

Non mi è mai piaciuto approfittare delle multinazionali, piuttosto che delle indipendenti; è impersonale. Preferisco andare alla casa discografica e parlare con il promoter, facendomi consigliare. Siamo persone e interagire con un “ciao, come stai” correlato da una bella stretta di mano crea un vero scambio umano.

Che cosa ti scrivano su queste mail che ti mandano? T’implorano :D di recensire i loro pezzi?

Quando guardo la posta, faccio selezione: metto in primo piano la “Vecchia Repubblica”, quindi i produttori storici, quelli degli anni novanta che tu tanto ami (chi? Io??? NOOO :D:D) ma anche quelli di fine anni ottanta. Hanno un approccio professionale, serio e soprattutto educato.
Ci sono poi molte etichette straniere, con le quali ho interazioni settimanali, e infine, ci sono quelli che considero i “bimbiminkia” (e te pareva:D). Una buona parte di loro, non ha avuto genitori educati e a loro volta hanno cresciuto dei figli carenti di educazione.
Accade così…che da nulla, senza nemmeno un saluto, ti arriva un link a Soundcloud nella chat di Facebook.

(*in questi casi, l’unica risposta possibile è fargli apparire sullo schermo la famigerata scritta “Visualizzato alle” :D:D)

Non è corretto fare così: è solo spam. Se posso ascolto tutto, ma questa forma di presentarsi è di bassissimo livello.

Attenta: proprio in questo istante mi è arrivato: “Ciao Riccardo come va? Andato bene l’Ade? Ci eravamo sentiti…. … … … … ”
Ecco. Questo succede perché di produttori ce ne sono un’infinità, mentre i comunicatori sono rimasti pochissimi.
Avendo fatto per anni anche l’ufficio stampa, oltre che il giornalista, so cosa significa stare da una parte e dall’altra.

Cosa sta succedendo nella discografia? In quale direzione si sta andando?

Non utilizzerei il termine discografia, perché di dischi in vinile ne arriva uno all’anno.
Grazie alle nuove tecnologie, si comprerà direttamente dal produttore. Non esisteranno più i mille passaggi della distribuzione alla promozione, spariranno gli intermediari.
Se ci pensi, la musica è aria; puoi trasformarla in discografia se la infili in un supporto fonografico (cd, vinile o chiavetta). A questo punto chi è il proprietario dell’aria? Il menestrello?
L’editore è solo proprietario di pentagrammi e spartiti.
La discografia è obsoleta, vecchia. Andrebbe rimessa completamente in piedi.

Spotify è un danno per la musica?
Ogni sacrificio va gratificato. Mio cognato sta ore in studio a produrre con il suo amico, ed è giusto che il loro lavoro e il loro investimento temporale vadano riconosciuti.
Per Spotify: se c’é chiarezza senza alcuna speculazione … dov’é il problema? Avanti Spotify, iTunes, Beatport! L’importante è che siano riconosciuti i diritti.

Quali saranno i suoni dell’immediato futuro?
Secondo me, per il momento non uscirà nulla. Grazie alle librerie scaricabili online (che sono suoni già precotti) non si fa altro che rimestare. È come quando compri i “4 salti in padella”, assieme ad altre cose precotte. Mescoli tutto, e il risultato finale può essere qualcosa di orribile, come una cosa decorosa. Ma tu non sarai mai uno chef.

Lo chef ha attenzione e ricerca del dettaglio e pochissime persone, per svariati motivi, oggi possono permetterselo.
Alcuni sono ignoranti, non sanno cosa sia la ricerca a livello sonoro.
Altri non lo fanno per questioni economiche. Sapere le cose e fare ricerca è importante per capire a fondo ciò che stai utilizzando: devi sapere che la Roland TB - 303 è nata da un errore e non dalla ricerca di un macchinario che producesse suoni acidi. Queste cose devi saperle.
Difficile che vangano fuori suoni pazzeschi nell’immediato futuro, potranno uscire nuovi tipi di commistioni, dalle quali potrebbero nascere nuovi sound, com’é accaduto per il Dubstep o la Trap; per il resto, non vedo grosse differenze tra un pezzo di Alesso e uno di Gigi D’Agostino. Certo, cambiano bpm, compressioni e stesure, ma rimane una classica canzone dance, con cassa in 4/4, melodia e riff. Alla fine è questo.
Non vedo fuoriclasse in grado di tirar fuori nuovi suoni. non ci credo, perché non c’é cultura. Potrebbero farlo, coloro che già l’hanno fatto in passato, come Giorgio Moroder, o Daniel Miller dei Depeche Mode.

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Ora guardiamoci questo video: True Story…

Piccoli fan, grandi risultati

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Mi dici un brano che a te fa schifo :D ma che ha avuto un successo clamoroso?
Gangnam Style” di Psy. Mi sembra un “Satisfaction” di Benny Benassi in versione coatta, una cosa fatta per una mera operazione commerciale.
Queste cose non fanno bene alla musica ma al tempo stesso, sono favorevole, in quanto fanno bene a certe multinazionali, che guadagnando questi soldi, possono reinvestirli in altro.

Quali sono i dj italiani che hanno reali possibilità di emergere in futuro?
Non voglio citarti la classifica di Dj Mag …

Ecco! Ferrrrmo :D che di quella parleremo dopo. Intendevo un tuo parere personale!
Un mio parere? Non vedo niente all’orizzonte. Il nulla.
Ci sono Rossella Blinded e Mor Flava che sono veramente fantastici. Sono molto underground e a me piacciono da morire. Naturalmente, questo non vuol dire che sfonderanno. Trovo molto validi anche il romano Paolo Patane e i siciliani Davide Messina e Luigi Lazzari (Mastik Lickers). Potrebbero tirar fuori qualcosa di bello, ma devono migliorare a livello tecnico.

In linea di massima, dico questo: i ragazzi bravi ci sono, ma non vedo i fuoriclasse.

Chi salvi tra i produttori della “vecchia guardia” (dopo questa dicitura avrò 40 amici in meno su Fb :D) cioè quelli degli anni novanta?

Se vuoi mettere Stefano Fontana negli anni novanta… fallo.

(E naturalmente sì, lo facciamo :D)

Lui è stato molto criticato nel suo penultimo album e addirittura ignorato nell’ultimo. Secondo me, il suo ultimo lavoro è invece molto bello. L’ho recensito su Dj Mag, fa tanto Detroit.
Purtroppo la gente giudica anche in base alla simpatia delle persone, invece non si dovrebbero guardare queste cose, ma soltanto il gusto personale sull’operato. Un conto è il professionista che hai davanti… un altro è la persona.
Dai, fammi tu dei nomi e io ti dico cosa ne penso.

vabbé, dai qualcuno a caso :D
Ti.pi.cal

Non ho capito il loro ultimo album, mi dispiace. Pensavo che arrivassero con altro.
Chi altro ci dobbiamo mettere degli anni novanta? Sono scomparsi tutti: è più facile che tornino quelli degli anni ottanta.
Gli Eiffel? So che uscirà tra poco il loro nuovo album senza Gabry Ponte. Sarà la stessa cosa?
Boh.

E… di un Giorgio Prezioso ( *___________* che per me è pari a una figura religiosa e mitologica da venerare :D ) cosa ne pensi?

Secondo me è un genio!.Sì … è un genio ma non si applica. Rispetto agli altri ha una potenzialità di cento che sfrutta a trenta.
Lui possiede una “Ferrari interiore” ma ci va a fare la spesa, quando con la Ferrari dovresti andare a cuccare la f**a (vi aiuto, non è fuga :D). Giorgio Prezioso è un fuoriclasse messo in un box.

Approfittiamo e lanciamo un appello:
Giorgio… ti amiamo. *_*
Quindi mo … datte na decisa!
Sfrutta er potenziale :D che se no te pijamo pe’ le recchie e t’arzamo come ‘a coppa Uefa :’D
Ce stanno ‘n sacco de “diggei” che te fanno na pippa.
Sveja, che se vive ‘na vorta sola!! !
E nun ce risponne “m’arimbarza” capito? :D
Evviva Radio Cassa Dritta tutta la vita :’D sei ‘na religione :D
Ecco.

Senti, Riccardo… io ora te lo devo chiedere :D mi spiace: il tuo parere sulla Top 100 di dj Mag?
Allora, stabiliamo una cosa: la Top 100 non è una classifica di riflessioni e giudizi da parte delle redazioni.

Non ci sono classifiche oggettive in questo senso, a meno che non citiamo “Forbes“, il quale può stillarne una basandosi su una verifica effettiva di informazioni, controlli incrociati e numero di date, per decretare i d.j. più pagati del mondo. In questo caso, si tratta di dati oggettivi.
Occhio però: chi controlla il controllore? C’é da chiedersi anche questo.
Nelle classifiche di calcio ci sono i goal a decretare il vincitore, mentre a Sanremo ci sono persone che dicono che un brano è bello e un altro non lo è. La classifica di Dj Mag, invece, è fatta da VOTANTI!
Questo significa che c’é gente che vota, dicendo “a me piace questo”, e sono persone che provengono dalle community.
Prima che nascesse l’EDM, le community più forti erano quelle trance
(*_____*)
In passato, nella Top 100 di Dj Mag c’erano solo D.j. trance, poi è venuta fuori l’EDM che è una trance gabberona :D trasportata nell’ hardstyle

(*_____________________________________________* datemi l’adorata cassa. ADESSO :D!).

Di conseguenza, l’EDM abbraccia più persone e muove community molto più forti. Questo ha comportato una spinta verso il basso per molti dsj che si occupavano di un solo genere (come per l’appunto la trance).
Molti dj trance si sono messi a mixare EDM pur di suonare nei Festival.

Eh già, anche i d.j. hardstyle lo hanno fatto -_- (leggi Headhunterz e Showtek-).

Community house non ne esistono più, quelle techno fanno ridere e quelle trance ci sono, ma sono piccoline. La regola è che vince chi ha la Community più grande.

La gente deve smetterla di dire: “ma come, Gabry Ponte è alla posizione nr. 61”,
perché lui ha una community fortissima che ha votato pesantemente… e questo è stato il risultato!

Gli italiani sono rosiconi e detrattori ma Gabry Ponte è: un bel ragazzo, ha una storia dietro, ha dischi d’oro e di platino con gli Eiffel 65, è riuscito ad andare in televisione e s’è tolto un casino di soddisfazioni. Perché non dovrebbe entrare nella Top 100 di Dj Mag? Allora chi ci deve entrare?

Questa domanda la giro a te: chi deve entrare?
Chi doveva entrare è entrato, io non metto becco.
Se poi intendi “fai la Top 100 di Riccardo Sada“, allora Carl Cox è al primo posto.

Sei stato all’Ade. Cosa hai captato dall’Olanda?
Come racconto nelle lezioni che faccio come docente nella scuola dove insegno, ho captato che come accade nella vita di tutti i giorni, c’é la scomparsa della classe media.
Sono aumentati i ricchi e i poveri e nel nostro contesto, questo significa che sono aumentati i djs. da 200.000 euro e quelli da 50 (as known as d.j. pullmino :D).
Stanno scomparendo i djs da mille, quattromila euro.
Alcuni, risucchiati nel girone di quelli da cinquanta euro, altri (che sono quelli che si fanno un mazzo tanto per riposizionarsi a livelli di sound, immagine e credibilità) arrivano a livelli altissimi, fino a prendere centomila euro a serata.

Hai mai pensato: “Cambio Paese e me ne vado dall’Italia”?
Eeeeeeeh mille volte, ma mia moglie mi ha fatto questa casa che è enorme. Se dovessi fare un trasloco ci metterei due o tre anni.
La bimba è ancora troppo piccola per fare un trasferimento e adesso non ne vedo l’urgenza, né la necessità.
Abbiamo pensato più volte all’America e anche a Tel Aviv (nonostante sia pericolosa e vivere sotto le bombe non è bello).
Una cosa te la posso dire con certezza: non andrei mai a Miami. Mi fa schifo, la odio.
Per me, Miami oggi rappresenta ciò che in passato era l’Irlanda.
Un tempo, tutti gli italiani andavano in Irlanda: o a vivere o a fare le vacanze.
Oggi un personaggio di spessore che in passato avrebbe scelto Miami, opta per Berlino.
Ben pochi vanno a vivere a Barcellona o a Londra. Sappiamo tutti che Berlino è più ricettiva e smart, rispetto ad altre metropoli.

Cosa ti attrae particolarmente di Tel Aviv?
C’è un turismo elitario, non c’é quello di massa. La popolazione vive alla giornata, cercando di dimenticare in fretta ciò che succede. Come molti altri Paesi, compresa l’Italia, il popolo non va d’accordo con le decisioni prese dai suoi governanti, pertanto li contesta spesso.
Oltre a Tel Aviv, sceglierei l’America e per la precisione San Francisco: sono due città “peace & love”, molto easy, dove puoi girare vestito come meglio credi e sia io che mia moglie, cerchiamo questo tipo di approccio.
No ai golfini griffati e alle giacchette, siamo gente molto semplice che bada ad altro e non a questo tipo di conformismi.

Che bello sentire ste cose!! :D

Come sarà la scena clubbing tra dieci anni?
Non riesco a vederci dentro il d.j.
o meglio: non riesco a capire quale ruolo possa avere il d.j. da qui a dieci anni.
Il d.j. è l’involuzione del juke box. Per far ballare le persone, basta inserire un gettone all’interno di una macchina che mette su un 45 giri. Era così già negli anni ‘50!
Oggi sento cose assurde nei set… non lo so, non mi convincono. A questo punto, se proprio il d.j. ci deve essere, che ci sia anche l’obbligo tassativo dell’utilizzo del vinile. Ecco, io lo metterei.
Vuoi suonare? Adoperi il vinile.
Non ci sono i pezzi che vuoi suonare tu in formato vinile? Cazzi tuoi.

(La stima suprema! *_*)

Metterei in difficoltà i djs invece di agevolarli.
Che ne sai di che cosa sta realmente facendo il “d.j.” dietro al suo laptop? Magari si sta guardando un film porno. Chissà cosa c’é dentro quella chiavetta.

Una volta c’era il vinile che girava, magari … talvolta aveva il centrino bianco perché era una white label e non c’era Shazam!!
Il d.j. 2.0 NON è un d.j.

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Oggi con quattro tasti (escludendo il Sync) hai fatto un ottimo mixato.
Attenzione: non è che se suoni vinile, fai per forza una figata. C’è anche chi “suona” con il vinile, ma fa schifezze.
Tutto dipende: guarda Benny Benassi, partito con i vinili, si è poi evoluto con cd e chiavette. Al tempo stesso… c’è la possibilità che un bimbominkia (scusate, con la K rende di più :D) munito di sola chiavetta faccia cose altrettanto belle.

Un tempo, l’obiettivo finale era fare un buon mixato. Quando lo avevi fatto, venivi considerato un buon d.j. Oggi, si parte dal mixato e da lì si fa tutto il resto (produzioni, vendite, logo, brand, merchandising ecc…). Si parte da dove una volta si arrivava.

Perché i d.j. italiani fanno così difficoltà a farsi notare e ad arrivare in alto?
Tanti si sentono in difetto, soffrono di esterofilia e fanno continui confronti, con ciò che accade fuori dall’Italia. Inoltre, spesso sono sulla difensiva.
Ti faccio un esempio: all’Ade ho visto un sacco di d.j. stranieri, rapportarsi con: <<Ciao Riccardo, come stai? Cosa stai facendo? Come possiamo lavorare insieme? >>
L’italiano, invece, si avvicinava con battutine e cose che non c’entravano un cazzo con il contesto in cui eravamo. Ma allora: sei qui per fare business o cosa?
Sei qui solo per dire “io c’ero”? Probabilmente sì

Nella loro ottica, se un d.j. non è presente all’Ade non viene considerato, non esiste. Bisognerebbe fargli capire che in realtà, non esistono comunque durante l’anno, anche se sono andati ad Amsterdam.
Niente, non se ne rendono conto; è come farsi Salma Hayek e poi non trombare più per il resto della vita! :D
Non ha senso un exploit annuale, se durante l’anno…poi… scompari.
Un’altra cosa: tanti non sono educati e si pongono male. Vengono lì con la cuffia :D e ti dicono: “senti qua, questa è una hit”.

Ma che hit!! Mai è capitato che quel qualcosa ascoltato nella cuffia di qualche d.j. arrogante diventasse una hit!
Mettetevelo bene in testa: le hit non nascono così!
Partono DA SOLE.

Non è che facendo ascoltare un pezzo in cuffia a Riccardo Sada, questo diventa una hit.
(Sada come Sailor Moon :D:D)
Le hit hanno un LORO potere, una LORO forza e bypassano tutto il resto, compresi Sada, le radio, i giornali, ecc… la hit passa e trascina dietro di sé ogni cosa.

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Torno su Benny Benassi. Ecco, lui è una persona educata, modesta e come tale si rapporta con le persone. Per questo, raccoglie le sue soddisfazioni. Lo potrebbe fare anche Gabry Ponte; con me è sempre stato una persona educata, lavora con uno staff serio.
Queste sono le cose che premiano, come hanno premiato i Vinai e Merk & Kremont e in passato i Djs from Mars.

Investire un sacco di soldi è utile per farsi strada?
Non è spendendo soldi che si fa strada, conta COME fai l’investimento.
Emergere è un discorso di attenzioni al dettaglio: con chi vai in giro, chi ti vende le serate, che logo hai fatto, ecc…
Se cominci a farti vendere le serate da tua mamma, facendoti fare il logo dal caro amico che smanetta un pochino al pc e te lo fa gratis con il Photoshop craccato :D…. adios.
Ecco, a questi io faccio solo una domanda:
“Perché lo fai”?
“Perché fate i d.j.”???
Ammiro molto di più Martin Garrix o un Deadmau 5, che nascono come produttori e vengono spinti con una pedata nel culo a fare i d.j.
Oggi, chi parte come “d.j.” vuole tutto e subito: la console, l’applauso e il faretto puntato su di sé

Molti giovani hanno avuto un imprinting sbagliato: gli è stato insegnato così.
L’unico che ha avuto quasi tutto subito è Avicii… però è Avicii. Tu, Giuseppe Rossi (nome di fantasia, ovviamente) sei come lui? Proprio uguale ? :D
Come mai…allora, non sei nella sua stessa posizione?

Ci vuole anche un gran culo, però.
-mi stronca-

No. Io non credo assolutamente al fattore culo.
Rispetto chi ci crede, io no e per un semplice motivo: se tu continui a grattare i “gratta e vinci”, prima o poi vinci. Quindi non è culo, è perseveranza e metodo.

(Nel frattempo, per vincere duecento euro al gratta e vinci, ne hai spesi quattromila :D:D:D:D
ne approfitto e lancio un altro appello: non giocate ragà, magnateveli piuttosto) :D

Essere la persona giusta nel momento giusto e al posto giusto non è culo, è istinto, cosa che l’essere umano sta perdendo.
Se uno fosse davvero sincero con se stesso, non si tradirebbe mai.
Inevitabilmente, poi arrivano le frustrazioni, derivate dalle aspettative.
Sii sincero con te stesso: ma davvero sei un talento? Un talento de che?
Un artista
?
Tanto di cappello a David Guetta, ma gli artisti erano Raffaello, Michelangelo, Beethoven

Ludwig… L’uomo della mia vita *__________________*

Di Marx, Osho e Gandhi, parli e continuerai a parlare. Degli Aqua non si parla più.

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Saltiamo di palo in frasca :D quante volte ti capita d’innervosirti in una giornata di lavoro?
Un miliardo di volte. Vivo male, malissimo. Vivo in una giungla, ma lo faccio da guerriero.
Mi rapporto con gente che mi stra-ama e mi stra-odia.

Quanti nemici hai?
Tanti!
Sada sta sui coglioni a tanti! In ogni caso, io a loro voglio bene. Se non ci fossero loro, non capirei quelli che mi amano.

Avere un range :D è indispensabile
Non posso apprezzare lo chef stellato senza aver provato almeno una volta il Mc Donald.
Non suscito mai indifferenza. O mi amano o mi odiano.
Una mia caratteristica è che litigo con tutti e con qualcuno, dopo averci esplicitamente litigato, stringo anche dei rapporti.

Eccone un altro che sprigiona il mostro :D:D:D

Pur di accattivarsi le simpatia, pisciano troppo fuori dal vaso.

Quante persone dovrebbero dirti grazie?
Se ci sono due parole delle quali mai m’é fregato nulla, sono: grazie e scusa.
Se sbagli con me, sono inutili entrambe.

(miiiiiii è addirittura peggio di me :D)

Che cazzo vuol dire scusa? Anche se in buona fede, l’errore lo hai commesso. La disattenzione c’è stata.
Al grazie, preferisco altri tipi di gratificazione.
Gianfranco Bortolotti è uno che (a modo suo) mi dava tanti grazie. L’unica persona di questo settore che davvero mi ha illuminato: un papà. Ho dato tanto a tanti, ma Bortolotti è stato l’unico che mi ha forgiato, cresciuto, e mi ha fatto capire chi ero. Dentro e fuori. A livello umano e professionale è stato un Maestro.
Ne ho avuti due: per la discografia e per l’iniziazione a un nuovo modo di comunicare, dico Gianfranco Bortolotti. Peccato che sia uscito da tutto il discorso. Mi spiace.
L’altro mio Maestro è purtroppo mancato lo scorso anno, Franco Rossi. Un grandissimo giornalista sportivo, nonché colui che mi ha dato l’Abc per la carriera che ho intrapreso.

Guarda il video: “Proposta indicente musicale” :D

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Com’é una tua giornata tipo?
Come quella di tanti (penso). Mi alzo al mattino, non molto presto perché vado a letto tardi. Leggo le mail, sistemo lo studio e mi organizzo la giornata con le cose che devo fare. Ci sono momenti in cui scrivo gli articoli e momenti in cui devo recarmi a caccia di notizie.
Faccio casino sui social e riprendo i progetti a cui sto lavorando: il mio nuovo libro e le iniziative come il “Midance“. Sono cose che mi portano via molto tempo e ogni giornata, la divido nel fare queste cose. Poi ci sono le mie edizioni in Warner Chappell, le mie etichette, le produzioni…

Si vabbò, bonanotte :D:D
Prima ero senza limiti. Da quando sono diventato padre (^_^) a un certo orario stacco. Tassativamente.

Puoi anticipare qualcosa del quarto libro che stai scrivendo?
Il mio primo libro parlava di un po’ di tutto e ci ho messo tutto ciò che nel 1994 sapevo sulla storia della dance. Poi mi son buttato nella house e nel 2004 è uscito “Houseology“. Successivamente, ne ho scritto un altro sulle donne d.j. In seguito ho smesso di scrivere libri in base ai miei “innamoramenti” temporanei, perché mi sono reso conto che era una cosa dettata da “fenomeni/mode/tendenze”, più che reale interesse.
Anche se a suo tempo mi piaceva il fenomeno e feci uscire quel libro, penso che non esistano le d.j. donne; esistono i d.j. e basta.

(applausi, grazie :D)

Tornando a noi, il mio quarto libro è un bel plico di quattrocento pagine e parla di un mondo totale, con un focus sulle differenze. Scrivo di come si fa a promuovere, spiego cos’è una casa discografica piuttosto che un festival. Poi mi dedico a spiegare le differenze, tra uffici stampa e giornalisti specializzati in dance. Tra una produzione analogica e una digitale, la differenza tra la deep house e l’Edm e moltissime altre cose, compresa l’evoluzione del d.j. dal vinile ai giorni nostri; è un excursus che tocca anche marketing, branding e tutte le vie odierne, inserendo però, molti ricordi dal passato, perché chi dimentica il passato è condannato a riviverlo.
Io dal passato prendo atto, senza fare troppo il nostalgico.

Quando uscirà?

Non ho pressioni: è probabile che il libro esca nel 2015. Sicuramente sarà cartaceo, ma sarà disponibile anche in versione e-book.
Un libro cartaceo è come un vinile o una chitarra o un qualsiasi altro strumento. C’è.
Pensa che ho un amico che colleziona analogici e parla con loro!
:D
Io amo i matti!
Lo voglio conoscere :D

Profumo e colore preferito di Riccardo Sada.
I miei profumi sono questi: “Cyber Garden” di Costume National, che ho scoperto attraverso la rivista Wired. C’è un’essenza di vinile in questo profumo.

*_____*

L’altro mio profumo è “Happy” di Clinique, nella sua versione maschile. Questo me lo ha fatto scoprire l’amico e produttore Bruno Guerrini. C’è una traccia olfattiva di dance anche qui.
Il mio colore è l’azzurro, forse a causa di un lavaggio del cervello fattomi da mia madre.

La mia casa è tutta fucsia
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e lo studio è completamente nero con sprazzi di giallo.
*_________________*
Vabbé. Sada lo fai apposta :D

Ecco… io non sono mai stata rosa dall’invidia. Ora sto invidiando quest’uomo :D
Cosa ti piace mangiare?

Ultimamente sto “vegetarianando”…
è indecente tutto quello che c’è dietro. Allevi anime per ucciderle, ed è assurdo, inaccettabile. L’evoluzione dell’essere umano avverrà quando non ci sarà più bisogno di uccidere altri esseri viventi.
Siccome sono un ex cuoco, mi sto rimettendo in discussione creando ricette “strane”, con kamut, soia, tofu e altre cose. Penso si possa vivere benissimo senza mangiare animali.
(Bravo ^_^)
Beh se sei al telefono con me, che sono vegetariana dal 1998 vuol dire che sì, si può vivere :D

Per mia figlia sono più “permissivo”. Le do un po’ di tutto, sarà lei a fare le sue scelte quando sarà il momento.
Al tempo stesso, non vedrai mai foto sue sui Social. Non voglio che un domani mi dica: “Papà, perché hai pubblicato foto mie”?

Deep house vs deepop house, nella disperazione

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Arriviamo al dunque dell’imminente evento “Midance”, previsto per il 3 novembre alle ore 20 al Sio Café di Milano. Spiega ai nostri lettori: cos’è il Midance?
Béh, io sono quello scellerato che si è inventato questa cosa!
Nel 2002 ero con degli amici a farmi una birra sui Navigli. Eravamo un bel gruppetto e abbiamo deciso di fare questo evento per la musica. Quando gli altri lo seppero, s’incazzarono a morte. Mi dissero: “ma come, vi radunate e non ci chiamate”?
Qualche mese dopo, abbiamo rifatto il raduno-birra ai Navigli, ma stavolta vennero un sacco di persone, con i bagagliai aperti per scambiarsi tanti promo. Lì capimmo che la cosa andava portata avanti.

All’inizio eravamo io e Pier Di Stolfo (ciao Pier :D) e lui disse scherzando:
Aho, pijamo pe’ er culo er Midem“! :’D
Gli venne naturale il nome “Midance“, degna fusione che richiamasse attivamente Milano e Midem al tempo stesso.
L’idea di base era mia, il nome lo aveva genialmente inventato Pier. Detto questo, andammo avanti e col tempo, si aggiunsero sempre più persone. Ultimamente siamo diventati un terzetto, in quanto si è aggiunto il produttore Roberto Turatti e insieme siamo pronti al nostro tredicesimo anno di Midance.

L’evento è aperto a tutti?
Assolutamente. Sono sempre stato a favore dell’open content. Se son rose fioriranno, non sono il classico italiano che “ruba la crostatina”. Aspetto che la torta si allarghi e che ci siano fette per tutti, è questo lo spirito del Midance. Chiunque può organizzare un Midance nella sua città, basta che rispetti la nostra etica, il logo e non ci sia sfruttamento lucroso. Radunatevi, condividete! L’unica cosa che l’italiano è stato capace di condividere è la Mafia. Per tutto il resto, non riesce mai a mettersi d’accordo.
Lo lascia fare a tedeschi, francesi, olandesi, americani, brasiliani…e a molti altri. Tutti loro hanno creato potenti community, gli italiani NO!
E l’unione fa sempre la forza.

Meditate gente…meditate

Guarda il video in cui Riccardo Sada spiega che cos’ è il Midance

Midance, l’evento qui:
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