Lug
03

Spazio ai volti promettenti della consolle: D.j. Thomas Dee

di Katya Malagnini
https://www.facebook.com/katya.malagnini

Mixa, e lo fa con qualsiasi cosa gli capiti sotto tiro, compresi i pezzi delle automobili (da grande appassionato di tuning qual é).

thomas-4.jpgThomas è un ragazzo di venticinque anni, solare, sorridente, che dopo sette di sudata gavetta, vorrebbe sfondare. Il sogno di tanti, la realizzazione di pochi.
Sono oramai le ore 20 quando mi riaccompagna a casa dopo una lunghissima chiacchierata condita da panini col salame e caffè :D.
Il rombo della sua macchina squarcia il silenzio di una stradella di campagna, e mentre lo sento allontanarsi, mi convinco sempre di più che sì, lui è uno che potrebbe lasciare il segno.
Perché fare un’intervista a un d.j. giovanissimo ed emergente? Perché se lo merita, semplicemente. Oltre all’evidente passione che ci mette nel fare questo lavoro, Thomas non ha mai sgomitato e mancato di rispetto a nessuno, anzi, con grande discrezione, è sempre riuscito ad assorbire qualcosa dagli altri, imparando senza fretta e con grande gentilezza, dote che non manca di esternare con nessuno (cosa rara dietro al mixer ai giorni nostri).
Inizia a fare il d.j. per caso. Una sera in cui esce per bersi una birra al “Newport”, suo locale di fiducia, si ritrova a mixare i cd e da quel momento, complice Roby il titolare che ne rimane estasiato, capisce che quella consolle sarebbe ben presto entrata a far parte quotidianamente della sua vita. Da lì in poi, si esibisce in molti locali della zona di Monfalcone (Go) e mandamento, nonché della Slovenia e dell’Austria. Conosce i djs Mr. Roy e Master Dee, con i quali sviluppa un’amicizia sincera e un rapporto di collaborazione stabile. Insieme, diventeranno protagonisti in action alla consolle del prestigioso “Cantera Café” di Sistiana Mare (Ts), locale di punta della movida triestina nelle notti d’estate.
*A conferma che in un mestiere non si è mai arrivati, dopo quindici anni d’interviste parto in quarta, m’impappino e do il meglio di me con la prima domanda :D:D dove gli chiedo:
dammi dei buoni motivi per i quali un locale dovrebbe chiamare a suonarti (???) :D:D:D:D
Il ghiaccio è rotto, risate generali, e finalmente, possiamo partire.

Thomas, dammi dei buoni motivi per i quali un locale dovrebbe chiamarti a suonare?

1) Selezione musicale, a me piace moltissimo guardare la gente. In base a questo, decido di mettere un pezzo in un determinato momento.
2) Quando metto dischi in un locale m’impegno, e il “pierraggio” lo faccio, in molti modi.
3) Lego la gente con la musica
4) Cerco di far scena. Non sono trasandato.

Momento di onestà con te stesso: quanto credi che conti la tua immagine in consolle?
Conta!
Avere una bella presenza agevola o può essere un fattore danneggiante che non permette al talento di trasparire?
Agevola, perché se attrai un pubblico femminile, dopo ballano anche i maschietti. Ha sempre funzionato così. Io non mi reputo bello, lascio agli altri giudicare il mio aspetto e soprattutto, il mio talento in consolle.
Com’é stata la tua gavetta?
Sette anni, è stata lunga, e la più sentita, è stata in “Cantera”. Sono entrato a lavorare lì come light jockey, e pur di entrare, mi sono inventato che sapevo manovrare qualsiasi tipo di centralina. Tutto questo, per stare accanto a Master Dee (*deejay resident del “Cantera” dal 1998) e guardarlo, sognando di affiancarlo.
Che cosa ti ha colpito di Master Dee?
Il carisma, e l’esperienza musicale maturata negli anni!
La prima serata al “Cantera Café” com’é andata?
Tremavo! Non avevo mai visto tanta gente davanti a me! In più, ero a fianco di Master Dee, quindi ero emozionatissimo!
Arrivò il momento fatidico, quando lui ebbe bisogno di assentarsi un attimo dalla consolle. Mi passò un cd degli anni ‘90, mentre io, nella mia prima volta alla consolle del Cantera, non riuscivo a tenere il mixer, e avevo settecento persone in pista! Ero terrorizzato, ma è andata bene e ho pensato: “Che fortuna”! Poi, vedendo che la pista reagì, mi sciolsi.

Essendo giovanissimo, tu non hai vissuto le discoteche nella loro massima espressione negli anni ottanta e novanta e quindi, non hai il termine di paragone. Mi aiuteresti a capire qual é il punto di vista di un giovane sui locali vissuti esclusivamente in chiave odierna?
Vedo ovunque la parola “Crisi”, che porta ad avere dei locali minimali. La crisi influenza i drink, la musica e non solo. Nel 90% dei locali, non vengono serviti prodotti di marca, perché sono quasi tutti portati a fare dei tagli. I gestori non spendono sugli impianti e nemmeno sulle bottiglie, come nella sicurezza e nello staff. Oggi questo è inevitabile. Anche se sei motivato a offrire inizialmente il meglio, dopo un po’ devi cedere e tagliare, perché non ci stai dentro.

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Sei mai stato a fare un giro in una “vera” discoteca, come quelle di una volta?
Sì, a “La Grotta”di Artegna (Ud) e ho pensato: “Che begli anni”! Ti giuro, ho provato invidia per chi è più grande e ha potuto vivere quei tempi. Scenografie, impianto, luci… un mondo meraviglioso!
Ti sarai sicuramente fatto una cultura passata di che cosa sia stato il fenomeno delle discoteche della nostra zona negli anni novanta. Fai finta di avere qualche anno in più; in quale locale avresti voluto girare i dischi?
All’ “Hippodrome”, perché è stata una parte di Monfalcone, e nonostante sia chiuso da dodici anni, è tuttora fortemente presente nelle menti e nei ricordi della gente ed è intoccabile, come fosse un tempio. Quando ci passo davanti, penso: “Chissà quante emozioni si sono sprigionate lì dentro”! Perché Monfalcone è stata così e ora non può più esserlo?
Che cosa ha danneggiato le discoteche?
La moda dei bar e dei discobar che si sono messi a fare musica, anche dal lato del d.j. perché, nei bar l’ingresso non si paga, al contrario della discoteca. Un cliente, così si sente preso in giro: perché pagare per sentire lo stesso d.j. che può ascoltare gratis in un bar?

Come vedi il pubblico nei locali?
Nella nostra zona, non c’é ricettività. Venerdì scorso, era San Valentino ed io ero allo “Square” (*locale di Nova Gorica, Slovenia). La serata si prospettava brutta, con poca gente, e invece, era imballato, tanto che solitamente, la musica viene chiusa alle tre e mezza e invece, abbiamo chiuso alle cinque con la pista quasi piena di un pubblico bello che ballava qualsiasi cosa e valorizzava i pezzi, dandomi soddisfazione! Pensa che io, nel mio Mac, ho delle cartelle che scherzosamente definisco “con la polvere”, perché contiene pezzi che purtroppo, per esigenze di pubblico, difficilmente riesco a suonare nel monfalconese, come Erick Morillo, Swedish House Mafia, Ingrosso, Hardwell, ecc… venerdì, sono riuscito a farlo! In Slovenia, la cultura musicale è varia, e non legata esclusivamente alle hit commerciali.

La domanda di rito al d.j. :D
Sei in consolle, hai la pista piena, ti volti per cercare il disco, e quando torni sulla pista, vedi che il pubblico non risponde più. Che fai?
Dipende dalla pista, ma solitamente, bevo un sorso di Jack Cola e cambio genere in modo drastico. Torniamo al discorso di maschi e femmine, che secondo me, sono un ottimo indicatore. Se vedi che le ragazze iniziano a scemare e rimangono solo ragazzi, sai che la pista non ti terrà, perché abbiamo già detto che i ragazzi solitamente vanno in pista per vedere le ragazze.
A volte basta una parentesi con qualche canzone popolare tra il pubblico femminile, per poi tornare su altri lidi.
Domani vinci il Super Enalotto :D e decidi di investire tutto in un locale: dove lo fai?
Non ho ancora l’esperienza per poterti dire questo, ma di una cosa sono sicuro: non in Italia.
Mi piacerebbe girare il mondo, ho fatto di recente domanda alla “Grandi Viaggi”, per lavorare con la mia fidanzata girando il mondo.

Quale tipo di musica ti piace suonare?
Progressive-electro-house, alla Sebastian Ingrosso. Musica elettronica pura, fatta di suoni e synth. C’é da dire, però, che purtroppo questi pezzi spesso sono anche tutti uguali. Ci vorrebbe la novità fatta dal nome forte, com’è stato per “Wake me up” di Avicii, che se non fosse uscito con la sua firma, secondo me non avrebbe avuto il medesimo successo, non sarebbe diventato una hit. In ogni caso, Pitbull ha seguito le sue orme, quindi è una logica che funziona.

ASCOLTA THOMAS SU MIXCLOUD!
http://www.mixcloud. … j/thomas-d-2013-mix/

Sono i suoni a fare di un disco una hit, oppure dipende tutto dal nome di chi la fa?
Dipende tutto dal nome, indubbiamente. Certo, tra gli anonimi producers, uno su un milione può avere la fortuna che il disco sia sentito nel posto giusto e dalla persona giusta che conosce le altre persone giuste. Quante probabilità ci sono che questo accada? Ci vuole la proverbiale “botta di c…” :D
Facciamo pubblicità: oltre a gestire il mixer del locale, tu partecipi all’organizzazione delle serate alla discoteca “Kuku” situata vicino al Lido di Staranzano (Go).
Che cosa avete in programma?

Dopo la stagione estiva al “Cantera”, io e Giuann Shadai, abbiamo deciso di continuare l’avventura “Miami” in versione invernale. Così, fino a maggio, tutti i sabati saranno marchiati con questo nome, per un mix musicale che da dal raggaeton alla dance.

Perché il raggaeton piace così tanto?
Moda e ragazze. Se una cosa piace alle ragazze, piace inevitabilmente anche ai ragazzi. Pur di vedere un sedere che si muove, si fanno piacere qualsiasi genere.

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*Ocio che arriva … LA DOMANDA IDIOTA :D :D :D
Cosa dovrebbe fare un dj nel 2014… per fare il botto?

Quando lo scopro non mi vedi più.
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Scherzi a parte: investire tempo e mente nel trovare l’idea forte per fare una produzione discografica, che è fondamentale.
La produzione, quindi, è fondamentale. Te la rilancio: molti nostri colleghi (anche di queste parti), ci hanno provato a fare produzioni e ne hanno fatte tante: eppure, sono ancora qui e non ce l’hanno fatta. Perché?
Béh…in effetti! Probabilmente, contano tantissimi altri fattori, come le conoscenze, i cosiddetti agganci.
Anche fare una produzione di qualità con un team serio dietro, aiuta.
Guarda Martin Garrix: è un ragazzino che non ha nemmeno l’età per entrare in una discoteca, eppure… sta diventando il numero uno nel mondo.
Lo invidio tanto, in tutta sincerità! In un anno ha fatto tutto.

Strimpellando, ho notato che “Animals” ha più o meno le stesse note (eseguite al contrario) di un’altra hit emersa nel medesimo periodo: “Thrift Shop” di Macklemore. #Coincidenze ? (siete andati a verificare eh?? :D Adesso lo scriverete tutti su Facebook dicendo di averlo notato voi, ma vabbé fatempocomechez*ovepare :D)
Sarà quindi solo la spinta giusta a fare la hit, oppure anche l’utilizzo di determinate note influenza la psiche della gente?

Sicuramente le note utilizzate avranno la loro importanza, e a proposito di Macklemore, quel pezzo mi piacque subito, iniziai a suonarlo, ma la gente non lo conosceva, e per due mesi mi diceva di cambiare perché quella song gli faceva schifo!! Non reagivano, non ballavano. Poi è esploso in radio e me lo chiedevano sette volte in una sera. Incredibile. Se un brano non viene spinto da radio e tv, non vale niente.

Che progetti hai per il futuro?
Tanti, e prima di tutto…diventare un vero d.j. e non un juke box, come spesso sono costretto a fare per lavorare. Voglio essere un d.j. che la gente ascolta per la musica che fa. Mi piacerebbe provare a uscire dall’Italia, perché come ti dicevo, ho fatto richiesta di lavoro alla “Grandi Viaggi” per inserirmi come d.j. oppure fonico, e spero tanto che la cosa vada in porto! Tutto mi lega a questa zona, ho la mia vita qui, ma sono disposto a mollare tutto perché non vedo futuro. Quando penso a cosa voglio fare da grande, ho una sola certezza: non mi vedo in questo Paese.

Come preferisci mixare?
All’inizio lo odiavo ma ora, grazie a Giuann Shadai che me l’ha fatto scoprire, mi trovo bene con Traktor, per la sua velocità e praticità. Ho iniziato con i cd e sono andato avanti così sette anni sognando di lavorare con il vinile, ma la mia situazione economica non me lo ha mai permesso. In più, mi salva quando sono ubriaco :D perché trovo più facilmente le canzoni! Faccio dei bei mash up in diretta (senza il tasto Sync)!
Il problema di Traktor è la surrealità di acquistare dei brani e poi pagare pure una licenza per poterli utilizzare!
Sì, esatto, però, le compilation in commercio, vantano dai dieci ai venti brani di cui il 60% di essi è inutilizzabile in una serata! Preferisco acquistare le canzoni singole, scegliendo accuratamente ciò che mi serve.

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Sei d’accordo sul fatto che il d.j. debba essere il miglior p.r. di se stesso?
Il d.j. è sì il p.r. di se stesso, l’importante, è che il gestore non si affidi in toto a lui per riempire il locale.
Ma è un’utopia, perché il primo scambio di parole tra gestore e dj, di solito è: “Ciao piacere, Gino, quanta gente mi porti”?
Che cosa ne pensi dei colleghi della nostra zona?
Sono tutti molto validi e con molta esperienza. Tanti li invidio, perché hanno suonato e vissuto nei veri anni delle discoteche.
Tutti validi ma in pochi lavorano…perché?
La zona in cui siamo porta a questo! Inoltre, sono in pochi a spingersi oltre. C’é gente che pur di suonare porta all’esasperazione i gestori, e di conseguenza, li prende per sfinimento. Sono contento per Dario (*Master Dee) perché vive un momento lavorativo positivo, e la scorsa estate, si è fatto anche notare per la situazione di musica italiana che è riuscito a creare a Grado (Go). Oltre alla zona, c’é poco affiatamento e molto parlare alle spalle. Questa, vista dalla nostra parte, può essere una cosa che ci fa incazzare, ma pensa a cosa succede all’orecchio di un gestore di un locale, dove vado io, e parlo male di te; vai tu, e parli male di me. Il gestore cosa fa? Ci lascia a casa entrambi, se è intelligente.
Secondo me, Dario è uno di quelli che…dove lo metti sta, e questa, è una prerogativa davvero di pochi, no?
Sì, esatto! Non è facile! Come dicevo prima, grazie ala sua esperienza, è in grado di far ballare dai junior ai senior! Infatti, io lo chiamo Maestro.

Chi è stato il primo d.j. che hai incontrato sul tuo cammino?
Mr. Ares e Max T, che mi hanno dato l’opportunità di suonare al “Joy” che è stata la mia prima discoteca, dove ho conosciuto Mr. Roy (*ecco la rima, immancabile :D:D) che mi ha davvero illuminato, e con il quale, ho da subito sviluppato un fortissimo legame d’amicizia. Ricorderò sempre un fatto davvero insolito: non ci conoscevamo, io avevo scordato la mia valigia di dischi nell’auto di un amico e dovevo fare una serata in un locale. Lui, senza esitazione, si è avvicinato e mi ha detto: “ti presto io i dischi”. Ero allibito, non mi conosceva nemmeno! Chi l’avrebbe fatto? Poi, ci siamo rivisti davanti a un caffè per la restituzione, e da lì, non ci siamo staccati più. Senz’ombra di dubbio, è il mio migliore amico, la persona che sa più cose di me.
Che cosa apprezzi particolarmente di lui?
Che ha un carattere di mer** !! :D:D:D:D:D (*ride). Roy è una persona strana, ma forse è proprio questo che mi colpisce di lui, oltre a dimostrarmi che sono un amico importante! Mi trovo molto bene.

Nessuno risponde, tuttavia, voglio provare a fare questa domanda anche a te: un collega che proprio non ti piace?
Io mi trovo bene con tutti (ecccccollààà :D:D:D) perché grazie a Master Dee, ho imparato a essere umile nella vita, sempre in disparte. Non direi mai a un collega che sta lavorando: “dai, dammi le cuffie che suono io”. C’é stato un collega con cui ho avuto una serie di battibecchi in una serata, ma sinceramente, non mi va di nominarlo.

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Cosa spinge un gestore a chiamare un determinato d.j. e non un altro?
L’idea che il gestore ha di quel d.j. in rapporto alla gente che potrebbe portargli. Oramai, le tecniche di missaggio, non contano più, perché è importante mettere il disco giusto al momento giusto.
Esiste ancora il d.j. che ha un suo seguito?
Qualcuno eiesce ancora a spostare la sua cerchia di amici, tuttavia, esiste il d.j. che va al ribasso ottenendo il medesimo risultato di uno che non si svende.
All’epoca eravamo noi, che tra gli scaffali, sceglievamo i vinili da proporre. Qual é oggi, il principale riferimento musicale per un dj?
Radio e tv, tutto il giorno, poi spulcio Beatport, e anche Discopiù, oltre a “Shazammare” :D i pezzi che sento in giro per i locali.