Nov
19

Trent’anni d’amore per la radio: intervista al conduttore Corrado Trisoglio, from Rds

di Katya Malagnini

https://www.linkedin … om/in/katyamalagnini

Corrado Trisoglio è un grande appassionato di musica funk, soul, house e ama i classici del rock; da dodici anni è voce amata di Rds (Radio Dimensione Suono) tra i network più ascoltati d’Italia.
A tredici anni, ancora ragazzino, s’imbatte in Radio Luxembourg e da lì capisce che la sua vita sarebbe stata ai microfoni di una radio. Dopo una serie di radio locali dell’ area milanese debutta a Radio Peter Flowers. Questa collaborazione si estende anche al “Rolling Stone” (celeberrimo locale da ballo *tempio del rock* che sorgeva in Corso XXII Marzo a Milano, oggi chiuso e trasformato in uffici e abitazioni). Successivamente, Trisoglio trascorre un periodo a Radio Montecarlo, poi entra a Radio Milano International (successivamente divenuta 101 Network, One O One e poi R 101) per arrivare infine a Rds, dove tuttora conduce. Viaggia tantissimo ed è molto attivo sui social network :D soprattutto Facebook, dove esterna la sua creatività con “stati” divertentissimi, all’insegna dell’ironia e del sarcasmo.
I suoi artisti preferiti sono Donny Hathaway, Gil Scott Heron, Jimi Hendrix e gli Isley Brothers. Tra gli speaker, sceglie uno su tutti: Leopardo, il migliore in assoluto.

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Prima di leggere questa intervista, per capire il livello della sua passione radiofonica, guardiamo il seguente video, dove Corrado si è recato ad Amsterdam per il “Radio Day” (manifestazione che si tiene dal 1977) per intervistare i grandi protagonisti delle radio pirata degli anni sessanta e settanta, che hanno raccontato cosa significava essere un dj allora, in quel determinato contesto. V’immaginate cosa potesse significare … essere i primi a trasmettere i dischi di band in corsa verso il successo mondiale, come i Beatles e i Rolling Stones?

Guardate qui:

Raggiungo telefonicamente Corrado nel primissimo pomeriggio di in un piovoso lunedì di novembre . Il suo deciso tono di voce, ravvivato dalla sua risata squillante, rende molto morbida la partenza dell’intervista (notoriamente complicata) tanto che inizia a raccontarsi da sé.

Mi sono avvicinato alla musica tramite la radio, nello specifico, con Radio Luxembourg che era avanti anni luce rispetto alle altre del periodo. L’ascoltavo nell’intimità della mia cameretta, appassionandomi al funk, al soul, e al rock. In quel periodo a Milano c’era Radio Milano International che s’ispirava proprio a Radio Luxembourg e di conseguenza ho iniziato ad ascoltare anche loro. Leopardo era il mio idolo, un personaggio veramente spettacolare.

Quando hai cominciato esattamente a lavorare in radio?
Alla fine degli anni settanta, in alcune radio dell’ hinterland milanese.

Qualcosa l’ho già accennato io nella intro: ora tocca a te! Racconta brevemente il tuo percorso radiofonico:
A metà degli anni ottanta è arrivata la mia prima grande occasione: ho fatto un provino per Radio Peter Flowers (che all’epoca era molto ascoltata) e mi hanno preso.
Ho trascorso lì tre anni, poi la radio ha iniziato ad avere problemi e ad avviarsi verso la sua chiusura (avvenuta poi nei primi anni novanta).
Dopo un altro provino, stavolta per Radio Montecarlo, mi sono ritrovato a vivere e lavorare lì, ma trascorso un anno, me ne sono andato, perché non mi piaceva vivere a Monaco e ho voluto tornare a Milano, dove conoscevo tutti. La mia amica Simona Marazzi, che allora lavorava a quella che oramai era diventata One O One (ex Milano International), mi disse che la storica speaker della radio stava per andare in maternità e che serviva un sostituto, quindi colsi la palla al balzo e restai in quella radio per otto anni. In seguito, feci un anno a Radio Cuore in Toscana per poi tornare nuovamente a Milano, dove cominciai la mia avventura a Rds, che è la radio dove lavoro ancora oggi.

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Spesso e volentieri si fa confusione tra lo speaker e il d.j. Vuoi spiegare ai non addetti ai lavori quali sono le differenze tra questi due ruoli?

Agli inizi erano la stessa cosa: il d.j. andava in onda, parlava e metteva la musica che più gli piaceva. L’evoluzione della radio ha poi distinto le figure; il d.j. è ora colui che mette musica nei club, mentre lo speaker è quello che conduce i programmi. La definizione di “speaker” tuttavia, la trovo impropria, in quanto sarebbe preferibile utilizzare il termine conduttore! Lo speaker è la voce che fa gli spot pubblicitari, i documentari e i doppiaggi.
Per dirla all’anglosassone, il conduttore radiofonico è un presenter.

Cosa ti piace maggiormente del mezzo radiofonico?
La radio ha sempre avuto una magia, perché creava suggestione nelle persone.
C’era molta fantasia nell’immaginare i personaggi radiofonici, che oggi hanno una visibilità che prima non avevano. Se volevi incontrare i tuoi “idoli” radiofonici, un tempo dovevi aspettarli sotto la radio, non avevi alternative! Era quello l’unico modo per dare un volto ai personaggi.
Con internet, ora è tutto più semplice: ascolti una voce, cerchi il nome del personaggio e in un attimo hai la sua immagine davanti.
C’è troppa immediatezza e questo ha fatto perdere un po’ di magia alla Radio, che prima ti consentiva di crearti un mondo di fantasia. Era stimolante anche se a volte sbagliato, visto che portava a immaginare persone mai corrispondenti alla realtà.

Come si svolge il tuo turno lavorativo in radio?
Attualmente vado in onda di notte, dal martedì al venerdì, dall’una alle cinque del mattino.
Arrivo in radio e preparo gli argomenti che tratterò nella trasmissione. Faccio quattro ore di programma.

Quanti messaggi ricevi da parte degli ascoltatori?
Tanti, la notte è viva, c’é molto ascolto da parte di persone che lavorano o sono in viaggio. Ci sono poi anche tantissime persone che purtroppo soffrono d’insonnia. La notte è magica, fa sì che si crei un particolare legame con gli ascoltatori.

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Tu hai un profilo di Facebook che è molto seguito :D:D:D
(*seguitelo anche voi, qui: https://www.facebook … com/corradotrisoglio)
e nel tuo profilo pubblichi questi stati ironici molto divertenti. Come ti vengono?
Voglio sapere: :D te le pensi prima o ti vengono così?

Facebook è ciò che la radio ti consentiva di essere fino a qualche anno fa: un mezzo per esprimere al 100% la propria creatività, come accadeva ai tempi dei miei esordi in Radio, dove un conduttore diceva liberamente tutto ciò che gli passava per la testa, oggi è un po’ meno così, la radio non consente più le improvvisazioni, si libera la creatività in altre maniere e Facebook è una di queste.
Davvero, mi vengono sul momento e mi diverto :D:D:D

(e ci divertiamo tanto anche noi :’D )

Hai visitato molti luoghi… sappiamo che ti piace viaggiare :P se dovessi andartene dall’Italia, dove ti piacerebbe vivere?
Ho avuto la fortuna di viaggiare tantissimo ovunque … e ti dirò che non è facile scegliere un luogo. Per questo motivo, non ti so rispondere. Ti dico, però, quello che mi è piaciuto di più in assoluto, anche se per me non è il posto ideale dove vivere, in quanto troppo tranquillo. Parlo di Vancouver Island, un’isola sull’Oceano Pacifico al largo di Vancouver. Un luogo fantastico, un’immensa riserva naturale. In assoluto, il luogo migliore che ho visto nella mia vita.
Ideale per una vacanza anti stress, immersa nella natura, dove c’é una bassissima densità di popolazione: ci sarà un abitante ogni 100 km quadrati. Laghi, montagne… e una piccolissima città che si chiama Victoria.
il viaggio è un po’ impegnativo, ma ne vale la pena.

A proposito di viaggi… Corrado, che fai nel tuo tempo libero?
Viaggio!

:D:D:D

Sono stato ad Amburgo dieci giorni fa e prossimamente andrò a Miami. Un altro viaggio in programma sarà quello all‘Isola di Pasqua ma è impegnativo, quindi vorrei organizzarmi al meglio.

*________________________________________* questo è un luogo che ha sempre attirato anche me… ma i costi…e le quaranta ore di volo previste per arrivarci, mi fanno passare persino la voglia di vedere i Moai :D

Ah, io prima o poi ci vado!!

Non avevo dubbi :D
Intanto, al British Museum di Londra ho visto le statue originali: è già qualcosa. Sono enormi!
Guarda!

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*_*

Lasciamo per il momento in pace i Moai e l’ Isola di Pasqua (ma prima o poi … me li vedo anch’io *__*) e avviciniamoci al Natale :D cioè rientriamo in Italia: una tua giornata tipo a Milano ?

Vado spesso a teatro. Ieri pomeriggio sono stato a vedere Walter Leonardi, che è molto bravo. Venerdì sera ero al Conservatorio di Milano a vedere i Musical Box, un gruppo inglese straordinario! Una band identica ai Genesis dei primi anni settanta nei tempi progressive-rock! Il frontman è uguale a Peter Gabriel! Hanno un seguito pazzesco, infatti era pieno di gente.

Fai ancora il d.j. nei locali?
Sì! Negli ultimi anni ho avuto un re-innamoramento per il djing. Per un po’ ne sono stato alla larga e ho fatto altre cose, ma ora, quando capita, faccio volentieri i dj set perché mi diverto tanto, anche se lo faccio da trent’anni. inoltre, sono sempre stato un gran frequentatore di locali, ho iniziato a tredici anni!

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Quali sono i pezzi che suoni più volentieri nei tuoi dj set?
Amo la musica funk, soul e i classici del rock. Per fortuna, mi capita spesso di suonare ciò che mi piace. Adoro mettere anche Soulful, che è l’evoluzione della musica di una volta. Al tempo stesso, non amo la musica elettronica. Ogni tanto mi capita di ascoltarla per sbaglio ed è una cosa che non mi appartiene. Ho sempre investito molto tempo nella ricerca musicale e ho sempre coltivato la passione per i generi che mi appassionano.

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Scegli un disco rock
“All of my love” dei Led Zeppelin

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Ricordi una particolare emozione provata in radio?

Sicuramente è stato un bel momento quando ho iniziato a Radio Peter Flower, il mio primo giorno di lavoro era il 15 agosto ed ero emozionatissimo, perché si trattava della mia prima radio importante!
All’epoca ci si faceva la regia da soli, volevo dare un’impronta al programma e quel ferragosto, per andare in onda, mi ero portato cento dischi, quando ne sarebbero bastati trenta!!! Ero talmente gasato :D e ricco di voglia di trasmettere che mi portai il triplo dei dischi necessari! Talmente tanti che non sapevo quali mettere. Mi presero in giro tutto il giorno per questa cosa!

Ti è mai capitato di ascoltare altre radio (oltre a Rds :D) ?
Sì, lo zapping lo facciamo tutti. Quando viaggio ascolto i miei cd preferiti, altrimenti faccio zapping selvaggio, ma non ho un programma di riferimento.
In Italia le radio sono più o meno tutte omologate, non ci sono grandi differenze. Una volta erano molto più riconoscibili ed era così fino ai primi anni novanta, dopodiché è subentrata l’emulazione. La nuova frontiera è il web, che ricalca la sperimentazione e la creatività delle radio private degli anni settanta.

Fammi qualche nome di conduttori radiofonici italiani che ti piacciono:

Mi piacciono molto Gigi Ariemma, Patrizia Farchetto, Rosaria Renna e Filippo Firli.

Da cosa dipendono le scelte musicali delle radio? Ci sono degli imprinting superiori :D o è la massa che vuole ascoltare solo determinati tipi di musica?
Basta dare un’ occhiata alla classifiche di vendita italiane per avere una risposta :-)

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Cosa vuoi dire ai giovani fruitori dei mezzi di comunicazione?
Di investire tempo nella ricerca ed ascoltare i dischi anche del passato per costruirsi un gusto musicale personale, ma a quanto mi risulta tra i più giovani non sono in molti a farlo.

Lo confermo anch’io, aggiungendo che non è un problema solo dei giovanissimi, ma anche di quelli un po’ più grandicelli. Se chiedi a svariati venticinque-trentenni di chi è “Le Louvre”, l’85% ti risponderà: “Prezioso” :D:D:D perché manco nei loro remoti pensieri sanno chi possa essere Diana Est.

(* che poi quella di Prezioso sia cento volte più figa è fuori discussione :D:D
Con questa dichiarazione, autorizzo gli amanti degli anni ottanta ad annientarmi :D)

Il gusto per la musica di qualità qui in Italia… diciamo che non è esattamente al top :-) basta guardare qual è la musica che funziona.
Internet è una fonte inesauribile di informazioni!

Sì, ma tanti lo usano solo per Facebook o comunque in modo molto limitato, non approfondiscono. Di base è sempre la pigrizia mentale il problema, in biblioteca, come sul web.

Quando avevo 20 anni e andai le prime volte in America, mi portai un sacco di cassette vergini per registrarmi le radio americane, proprio perché non c’erano i mezzi a disposizione oggi ed era quindi l’ unico modo per aggiornarsi
Noi non avevamo il privilegio di sapere tutto quello che accade con un semplice clic.

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Come abbiamo appena detto, oggi c’é tutto e ci sono milioni di possibilità: perché scegliere la radio come mezzo?
Un motivo per ascoltare la radio? Riesce ancora a dare delle emozioni che gli altri mezzi non riusciranno mai a trasmettere! Siate ascoltatori esigenti, usate il vostro senso critico, cercando di crearvi un vostro palinsesto ideale.