liberta terapeutica E’ stata illustrata al Museo d’Arte Orientale, la mostra “L’alfabeto essenziale di Ugo Guarino”, allestita al Museo Revoltella di via Diaz 27, inaugurata il 24 giugno e visitabile fino all’11 ottobre 2015. La mostra che il Comune di Trieste, città natale di Guarino, e la Fondazione Rizzoli Corriere della Sera dedicano all’artista, è un omaggio a un uomo che, con il suo tratto, ha segnato molto di più che la cronaca su un importante quotidiano. Guarino, versatile autore, grafico, vignettista, pittore e scultore, è un artista entrato dentro la cronaca non limitandosi a registrarla e interpretarla ma contribuendo a fare Storia della cronaca stessa, come negli anni in cui, accanto a Franco Basaglia, contribuì a cancellare i manicomi e a dare vita alla rivoluzione culturale della Legge 180. Le sue vignette erano attese giorno dopo giorno dai lettori della pagina di Lettere al Corriere del Corriere della Sera. Per decenni e fino al 2014, Ugo Guarino, artista “produttore di immagini”, ha continuato ad essere l’“ingenuo, dolce, tenero, perverso, oscuro redattore di una sorta di “pagina sottotitolata per non… leggenti” come venne definito in una ormai storica “Stanza” di Indro Montanelli. Il Museo Revoltella gli rende omaggio individuando alcuni nuclei significativi declinati in più modalità espressive che caratterizzano tutto il suo percorso artistico: dai disegni sospesi “fra il surrealismo, la satira e la favola” che hanno incantato Dino Buzzati nei primi anni cinquanta alle sculture-robot create con gli scarti della civiltà tecnologica, per approdare alle caustiche vignette del Corriere della Sera. Per l’allestimento della mostra sono state selezionate circa duecento opere di straordinaria qualità grafica, recuperate grazie al riordino e alla catalogazione di oltre tredicimila unità dell’Archivio storico della Fondazione Corriere della Sera e alla mappatura presso collezionisti privati e istituzioni. “Questa mostra è il riconoscimento ad un artista straordinario – ha detto il Sindaco Cosolini – che ha caratterizzato la sua opera con grande impegno civile e umano e di cui ringrazio innanzitutto l’assessore Tassinari e la direttrice Masau Dan e tutti coloro che hanno contributio e collaborato a questo ennesimo ottimo lavoro, molto atteso e complesso. A dimostrazione che l’alta qualità delle mostre finora organizzate, come “La grande Trieste” appena conclusasi con notevole successo di pubblico, costituiscano un forte richiamo attrattivo turistico a livello internazionale. Un grazie anche a coloro che hanno ’stimolato’ questa mostra, da Peppe Dell’Acqua a Franco Rotelli e Fulvio Rogantin col suo grande lavoro persuasivo sui social. Aspetto tutti all’inaugurazione!” “E’ il frutto di un importante lavoro di ricerca scientifica – ha spiegato l’Assessore Tassinari – in cui il Comune ha creduto. Una mostra che ha avuto come ‘madre’ la Fondazione RCS, conservatrice dell’archivio di Guarino, come ‘padre’ il Comune che ha indirizzato e definito le sue caratteristiche e ‘parenti’ tutte quelle persone che a Trieste hanno promosso, contribuito, sostenuto la realizzazione dell’esposizione, da Michele Zanetti alle persone che ne hanno lanciato l’idea molti anni fa, quali Fabio Dorigo e Fulvio Rogantin. L’importanza del percorso artistico di Guarino sta nell’aver portato avanti la costruzione di un linguaggio sviluppato attraverso la pratica continua quotidiana, contraddistinta dall’aver partecipato alla grande stagione dell’Ospedale psichiatrico di Trieste ma anche a ragioni geografiche: i suoi spostamenti da qui a Milano e poi a New York, accrescevano di volta in volta il bagaglio e il linguaggio artistici. Un ringraziamento particolare va anche all’amica di Ugo, Gigetta Tamaro e a Lorenzo Michelli e Laura Forcessini per il loro contributo”. “La completa diversità di questa mostra rispetto ad altre, grazie alla preziosa opera di archiviazione di Silvia Magistrali e Francesca Tramma - riflette la personalità artistica di Guarino. Un vero artista nel senso ‘romantico’ del termine – ha sottolineato la Direttrice Masau Dan – che ha vissuto l’arte senza badare alla gestione organizzativa del suo lavoro. E qui sta la difficoltà nel mettere insieme e allestire un’esposizione del genere. Un uomo libero da vincoli di qualsiasi genere, non ingabbiato da logiche di mercato. E che è stato caratterizzato e influenzato da diversi periodi della sua vita, da quello milanese a quello vissuto a Trieste e poi ancora a New York. Per cui si è cercato di dare unità raccontando la sua storia dall’inizio alla fine. Materiale fotografico, disegni, era questo il ‘cuore’ della collezione di Guarino che tornando nella sua Trieste compirà indubbiamente una sorta di ‘rimpatriata sentimentale’. Una mostra che si era parlato di organizzare negli anni, tra cui di recente, nel 2011, con l’allora assessore Andrea Mariani e che ora si presenterà in maniera del tutto originale e pregevole”. Gigetta Tamaro ricordando i tratti significativi dell’opera di Guarino – che nel 1954, negli anni giovanili, aveva realizzato la sua prima e unica mostra a Trieste – ha evidenziato come l’azione sia stata per lui parte di un processo di comunicazione che varia nel tempo. Nella pittura, ma in particolare nelle opere scultoree, create in modo originale attraverso l’impiego di materiali di recupero”. Il percorso espositivo, ideato dalle curatrici Silvia Magistrali e Francesca Tramma, si snoda attorno ad alcuni nuclei tematici della produzione di Guarino: dagli scenari di cronaca della sezione “Inconscio urbano” alle proiezioni cosmiche de “Il futuro è già cominciato”; dalla grafia rapida e corrosiva dell’impegno in “Cuore di Ugo Guarino” alla sintesi del vocabolario maturo nelle vignette di “Lettere al Corriere”. Gli episodi di cronaca raffigurati sulle pagine de “la Cittadella” e de “La Domenica del Corriere” offrono lo spunto per divagazioni su surreali scenari urbani attraversati da ibridi umani ed animali: viene riproposta una selezione mirata della ricchissima produzione grafica di questi anni, che mostra la continuità con la ricerca pittorica, nelle sperimentazioni sull’espressività della linea e nelle cromie di ascendenza informale. L’immaginario futuribile, nell’incontro di tecnologia, design e pratica del costruire, costituisce un fil rouge fra le diverse fasi dell’attività creativa di Guarino: la presentazione delle imponenti opere scultoree realizzate in fabbrica con scocche di motocicletta si pone idealmente sulla linea dei disegni dei primi anni Cinquanta, con l’esplorazione di una dimensione inedita dell’opera di Guarino, nelle ricerche grafiche tendenti all’astrazione dei primi anni Sessanta. Dalle graffianti vignette per la versione sessantottina di “Cuore” di Edmondo De Amicis alla documentazione grafica di “Zitti e buoni!” del 1979: la partecipazione al processo di rivisitazione delle gerarchie e degli spazi presso l’Ospedale Psichiatrico di Trieste si connette ad una generale riflessione sulle modalità della comunicazione visiva. I materiali illustrati realizzati per il “Corriere della Sera” rappresentano il punto d’arrivo delle ricerche sulla cronaca e sul segno, in un linguaggio grafico calibrato sulla riuscita sintesi espressiva di revisione etica e distacco ironico. Le immagini di Guarino si spogliano delle divagazioni della linea per disvelare l’iconografia di un’umanità universale: la scelta di un linguaggio ridotto a un alfabeto essenziale, pone in primo piano la necessità di una comunicazione “partecipata”. Disegni, dipinti e sculture, insieme a una consistente documentazione fotografica arricchita dai servizi di Fabio Battellini, Sergio Benedetti, Claudio Ernè, Gianni Berengo Gardin, Uliano Lucas, Paola Mattioli, Ugo Mulas, consentiranno di accostarsi alle modalità operative nei diversi ambiti di produzione, anche delle installazioni oggi perdute, offrendo una prospettiva trasversale sulla storia recente. Il catalogo, edito da Corraini, si pone come omaggio all’artista, valorizzando l’ironia e la forza espressiva di opere e materiali grafici inediti, e vuole nel contempo offrire, attraverso testimonianze e documenti d’archivio, un primo importante tracciato dei percorsi umani e professionali dell’autore, nel confluire di stimoli e relazioni tra Trieste, Milano e New York. Ugo Guarino. Trieste, Museo Revoltella, 24 Giugno - 11 Ottobre 2015. Direzione della Mostra: Maria Masau Dan. Mostra a cura di Silvia Magistrali e Francesca Tramma; promossa dal Comune di Trieste e dalla Fondazione Rizzoli Corriere della Sera RCS. Allestimento: Gigetta Tamaro e Lorenzo Michelli. Progetto grafico: Giulia Garbin. Catalogo Corraini Edizioni con interventi delle Curatrici e Guido Botteri, Lino Carpinteri, Peppe Dell’Acqua, Claudio Ernè, Raffaele Fiengo, Giorgio Lupieri, Giuseppe Lupo, Giulio Montenero, Alfredo Pigna, Franco Rotelli, Fulvio Scaparro, Maurizio Vitta, Michele Zanetti. Si propone inoltre un’antologia di preziose testimonianze di illustri personalità quali Enzo Bettiza, Dino Buzzati, Alfonso Gatto e Marisa Dalai Emiliani.

Info: www.museorevoltella.it Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.663499 info@studioesseci.net


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