paolo tassinari maria-masau-dan milos budin franco pero Una stagione di spettacoli di teatro e danza al Museo di guerra per la pace Diego de Henriquez, dal 19 giugno al 22 agosto. Il teatro fa il suo ingresso ufficiale nel museo dopo il successo di pubblico ottenuto lo scorso anno dalla rappresentazione “A Sarajevo il 28 giugno”, nata dalla collaborazione fra il Comune di Trieste e il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, e presentata in occasione del centenario dell’attentato, riproponendo e ampliando le serate all’interno degli spazi museali. E non solo. Nell’estate 2015 le sale ospiteranno una vera e propria rassegna di spettacoli con cadenza settimanale, ogni venerdì e sabato, con eccezione per la danza di Arearea, in programma invece domenica 12 luglio.
L’innovativa iniziativa è stata presentata stamane, a Palazzo Gopcevich, dall’assessore comunale alla Cultura Paolo Tassinari, dalla direttrice dei Civici Musei Maria Masau Dan, dal presidente del Teatro Stabile FVG, Milos Budin con il direttore Franco Però. Presenti anche alcuni attori e artisti degli spettacoli che andranno in scena fra il 19 giugno e il 22 agosto, tra cui Gianfranco Saletta, celebre interprete assieme ad Ariella Reggio delle Maldobrie di Carpinteri e Faraguna, e Paolo Fagiolo e Adriano Giraldi, nonché il giornalista e scrittore Pietro Spirito e il direttore organizzativo del Teatro Stabile “Rossetti”, Stefano Curti.
In cartellone – è stato spiegato – si succederanno quattro diversi appuntamenti: A Sarajevo il 28 giugno di Gilberto Forti che sarà replicato in due parti con due diversi cast (prima parte/primo cast il 19 e 20 giugno, il 26 e 27 giugno, il 3 e 4 luglio, il 10 e 11 e 17 e 18 luglio; seconda parte/secondo cast il 31 luglio e 1 agosto, e poi il 7 e 8, 14 e 15, 21 e 22 agosto). Per due sere andrà in scena L’ultimo viaggio del Baron Gautsch di Pietro Spirito (il 24 e 25 luglio), mentre con Ruedis_ruote di confine al Museo approderà anche la danza contemporanea della Compagnia Arearea (il 12 luglio alle ore 18).
A Sarajevo il 28 giugno è tratto dal testo omonimo di Gilberto Forti e da un’idea dello scrittore e giornalista Paolo Rumiz. L’allestimento è a cura di Giulia Corrocher e interpretato da una doppia compagnia di artisti: nella prima parte reciteranno Gianfranco Saletta, Fulvio Falzarano, Maria Grazia Plos e Maurizio Zacchigna; nella seconda, saranno in scena Ariella Reggio, Paolo Fagiolo, Adriano Giraldi e Riccardo Maranzana.
A creare un’atmosfera musicale ricca di suggestioni saranno le quattro musiciste del Quartetto Iris (Laura Furlan ed Emanuela Colagrossi ai violini, Maria Lucia Dorfmann alla viola e Cecilia Barucca Sebastiani al violoncello) impegnate in brani di Johann Strauß figlio e Franz Schubert.
Lo spettacolo propone – dividendole in due parti – una decina di testimonianze sul fondamentale momento storico dell’assassinio di Francesco Ferdinando che vengono interpretate dai diversi attori, anche contemporaneamente, in alcuni significativi spazi del Museo. È dunque il pubblico a spostarsi da una sala all’altra, “incontrando” fra i reperti storici i personaggi che hanno vissuto il momento dell’attentato. Un episodio drammatico che ha sconvolto la Storia, avviato il primo conflitto mondiale e che ha di certo lasciato un segno indelebile nelle loro esistenze.
“Questa iniziativa nasce proprio nel momento in cui è in atto una profonda trasformazione delle regole teatrali in Italia. Regole che prevedono di collaborare con gli spazi museali o non deputati a eventi teatrali. Quel 28 giugno 1914 – ha commentato il direttore dello Stabile regionale Franco Però – due colpi di cannone fecero rullare i tamburi in tutta Europa, e nelle fabbriche si misero all’opera per costruire nuove, impressionanti macchine da guerra. Per un mese, un mese esatto rimasero nascoste, pronte ad entrare in azione e portare via il mondo di ieri, per gettarci nel Moderno. Alcuni compresero quei colpi, altri intuirono qualcosa, altri ancora non si resero conto, non videro le armi nascoste. Il 28 giugno iniziò quel terribile work in progress che il 28 luglio vide il suo primo compimento. Il lavoro di Gilberto Forti e l’intuizione di Paolo Rumiz ci raccontano quel mondo di ieri nel momento in cui inizia la sua svolta finale, attraverso le parole di quelli che, nei tanti paesi, quel mondo e quel momento li avevano vissuti.
“Il Museo de Henriquez è un museo che sta crescendo – ha sottolineato l’assessore Tassinari – sia per numero di visitatori che per visibilità. Riteniamo che l’iniziativa, all’interno della degna cornice di questa sede museale, offrirà ai visitatori-spettatori l’opportunità di assistere a originali rappresentazioni con uno sguardo non banale e casuale, all’insegna della cultura e dell’intrattenimento”.
Commenti entusiastici anche da parte della direttrice Masau Dan: “Sono molto soddisfatta di questa bella esperienza che si ripete dopo il grande apprezzamento da parte del pubblico dell’anno passato (circa 700 serate). L’idea del teatro nei musei era già stata elaborata da Franco Però quando anni fa mise in scena Winckelmann al Museo Revoltella. Mi piacerebbe che questa iniziativa diventi un’abitudine e si consolidi nel tempo lavorando assieme su temi che ci riguardano, come questo della Grande Guerra. Finora il de Henriquez è stato visitato già da 600 persone, e contiamo di chiudere l’anno con 15mila visitatori”.
Il presidente Budin ha elogiato la stretta collaborazione con il Comune per un unico obiettivo: la valorizzazione dell’estate triestina e del Museo de Henriquez. Entro fine mese presenteremo il consuntivo della stagione e le anticipazioni del programma per la prossima stagione”.
Il relitto del Baron Gautsch è a tutt’oggi un’icona della prima guerra mondiale, inquietante e allo stesso tempo affascinante: lo scrittore e giornalista Pietro Spirito alla storia sfortunata della nave ha dedicato un romanzo, da cui prende ora vita lo spettacolo L’ultimo viaggio del Baron Gautsch dello stesso Pietro Spirito. Ne sarà protagonista Sara Alzetta, mentre le musiche originali saranno create da Giulio Centis. “L’ultimo viaggio del Baron Gautsch – ha spiegato Pietro Spirito – avvenne il 13 luglio 1914, in una splendida giornata di sole, mentre l’Europa precipitava nel baratro del primo conflitto mondiale. La nave passeggeri del Lloyd Austriaco, salpata da Cattaro e attesa a Trieste, per un errore di manovra, al largo della costa istriana urtò una mina di sbarramento, affondando in pochi minuti. Morirono più di centotrenta persone, in gran parte donne e bambini, profughi in fuga dalle regioni coinvolte nei combattimenti. Furono le prime vittime civili della Grande guerra, e il naufragio del piroscafo divenne subito metafora della fine dell’Impero asburgico e di un’intera epoca. Attraverso le voci dei naufraghi – i passeggeri, i marinai, gli ufficiali di bordo – e le loro vivide testimonianze, lo spettacolo racconta cosa accadde in quei pochi minuti, quando il destino di tante persone si intrecciò con i destini decisi dalla Storia, in un corto circuito in cui il mare diventa, ancora una volta, protagonista e muto testimone delle tragedie di chi cerca scampo dai rivolgimenti del proprio tempo”.
Ma anche la danza – ha detto Stefano Curti – grazie al talento della Compagnia Arearea di Udine – può raccontare la Grande Guerra: va in scena Ruedis_ruote di confine, una coreografia di Marta Bevilacqua eseguita dalla stessa Marta Bevilacqua con Luca Campanella, Roberto Cocconi, Valentina Saggin Anna Savanelli, Luca Zampar. Le musiche originali sono di Leo Virgili e Gabriele Cancelli che le eseguono dal vivo assieme a Marko Lasic. Un’anima d’acciaio (il telaio), curve eleganti (sistema di sterzo), movimenti concatenati dati dagli organi di trasmissione e una verità laterale: le ruote. Per danzare la Grande Guerra Arearea ha bisogno di una bicicletta. Ruedis_ruote di confine è uno spettacolo itinerante articolato in quattro scene che saranno collocate in diversi spazi del Museo “Diego de Henriquez”. Su telai dei primi del Novecento e incalzati da musiche dal vivo d’ispirazione futurista, Arearea porta all’estremo l’elogio del dinamismo che ha spinto il mondo intero dritto alla guerra. Esaltazione, patriottismo e gloria hanno travolto milioni di essere umani. I sei danzatori Arearea ricercano, in quel frastuono, l’affermazione della vita, la bellezza dell’incontro con l’altro, la pace”.
Fondata nel 1992 dal coreografo e danzatore Roberto Cocconi (forte di una notevole esperienza nel campo della danza contemporanea, maturata con nomi quali Carolyn Carlson e il gruppo Sosta Palmizi) Arearea vanta un nucleo stabile, oggi composto dallo stesso Cocconi, Marta Bevilacqua e Luca Zampar, Valentina Saggin e per la sezione organizzativa da Federica Giuliano. Assieme danno vita a creazioni che si articolano nella doppia dimensione dello spettacolo teatrale e della performance negli spazi del quotidiano: la cifra poetica di Arearea, infatti, risiede nella messa in discussione delle consuete logiche di utilizzo del palcoscenico o della piazza. Recentemente la compagnia ha preso parte al Festival TS Danza 1.0 – Primavera 2015 organizzato dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.00, tranne quello di danza che inizierà alle ore 18.00. L’accesso al Museo sarà consentito a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo ai possessori di biglietto, che potranno visitare gli spazi museali.
I biglietti per seguire le serate di Teatro al Museo si possono acquistare in prevendita – a partire da lunedì 8 giugno – a soli 7 euro (ridotto a 5 euro) presso la Biglietteria del Politeama Rossetti e tutti i punti vendita del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: saranno in vendita i posti ancora disponibili anche al Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez” a partire dalle ore 20.00 nelle sere di spettacolo. La biglietteria del Politeama Rossetti segue l’orario d’apertura estivo, da lunedì a venerdì dalle ore 9 alle 14. Si può contattare la biglietteria tramite il centralino del Teatro al numero 040-3593511.

Comts/RF


Museo di Guerra per la Pace Diego de Henriquez, spettacoli, teatro