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“Risuonanze 2015 - incontri di nuove musiche”, giunta alla sua quarta edizione, ha offerto al pubblico un raffinato e “ghiotto” programma di giovani Compositori con prime assolute ed italiane di 12 Autori provenienti da tutto il mondo e selezionati tra i migliori musicisti contemporanei (tra di essi, gli italiani Giuseppe Colardo, Gilberto Bosco, Fabrizio De Rossi Re, Carla Rebora e Davide Pitis) ed alcune proposte arrivate tramite la Call for Scores (la fortunata “chiamata a raccolta” di spartiti da compositori a livello internazionale) fra cui Chun-Hay Shing, Morgan Greenwood, Monika Kedziora e Min Jung Woo. Iniziativa pressoché unica per portare alla ribalta e mettere in luce grandi talenti di un mondo (la musica contemporanea) ritenuto un po’ di nicchia e non molto conosciuto al grande pubblico. La Rassegna, organizzata dall’Associazione culturale TKE, ha visto in programma cinque concerti dal 31 maggio al 2 giugno, nelle sedi dell’ Auditorium di Casa della Musica di Trieste, a Carso in Corso di Monfalcone, a Villa De Rubeis Florit di Tarcento ed al Teatro Garzoni di Tricesimo. Tutti i concerti sono stati ad ingresso libero e molti degli Autori eseguiti e presenti in sala, unitamente agli interpreti, hanno potuto confrontarsi e condividere opinioni e visioni musicali in un momento conviviale al termine di ogni concerto.
Straordinario successo il 31 maggio alla Casa della Musica di Trieste; auditorium pieno, applausi calorosissimi per i tre raffinati interpreti: Tommaso Bisiak al flauto, Paola Fundarò all’oboe e Reana De Luca al pianoforte. Musiche di M. Ferrari, D. Pitis, B. Schumann, M. Greenwood, C. H. Shing, C. Rebora, J. Duran-Loriga, G. Simonacci, F. De Rossi Re, P. Tanzi, S. Magnin e G. Bosco.
Nella preziosa carellata di Autori vi sono stati pezzi sia per Ensemble che per i singoli esecutori. Ogni voce ha reso al meglio il brano interpretato valorizzando la composizione. Il pezzo che mi ha maggiormente colpita per la sua complessa ed originale struttura armonica è stato “In trio” di Gilberto Bosco. Articolato sapientemente fra gli strumenti coinvolti ha fuso le varie voci in un unico, magnifico “racconto”, un dialogo strumentale di grande pregio ed impatto emozionale. Ogni Autore, naturalmente, meriterebbe un’analisi approfondita, come Tanzi, Shing, Pitis e tutti coloro sopra menzionati ma preferisco citarli in relazione alle interpretazioni.

Tommaso Bisiak, al flauto, ha dato un’ottima prova di padronanza dello strumendo toccando vari registri, spaziando in una gamma espressiva di fraseggi dal nitore timbrico ai preziosi frullati evocando, nell’incalzare delle note, fantastiche percezioni quasi visive ben avvertite nei brani di Ferrari, Rebora, Duran-Loriga e De Rossi Re.

Paola Fundarò ha reso le sonorità armoniche, a volte cristalline a volte intense e cupe, dell’oboe “volteggiando” in bellissimi, vivaci fraseggi dove si percepiscono non solo il suo dominio ma anche la viva anima di chi lo suona, brillando nei virtuosismi. Magnifica l’interpretazione a solo di Simonacci dove la complessa struttura musicale viene espressa con preziose coloriture, quasi un dialogo fra i vari registri armonici che esprimono nostalgiche riflessioni. “Turbinosa” e di forte impatto emotivo l’esecuzione del pezzo di Schumann.

Reana De Luca ha dato alla sua interpretazione pianistica una grande purezza di suono ed incisività, passando da delicati trilli acuti a cupi a potenti fraseggi, come nei brani di Greenwood e Magnin.

La fusione armonica fra flauto, oboe e piano (nelle composizioni a tre voci) è stata perfetta, nessuna prevaricazione di uno strumento sull’altro ma un vivacissimo, brillante dialogo che ha comunicato gioia ed oniriche riflessioni ed in cui le singole voci si “sono rincorse” magicamente con grande purezza di suono ed incisività.
Calorosissimi applausi hanno coronato il successo della serata.


MARIA LUISA RUNTI

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