aeiou Martedì 7 aprile 2014 alle ore 18.00, via Giulia 5, Trieste.
Spazio5 e MIzArtDep presentano, in collaborazione con La Cappella Underground e l’archivio Carlo Montanaro, la proiezione del documentario “NITSCH” incentrato sull’azione performativa dell’artista austriaco. L’evento è promosso nell’ambito della mostra “A EIOU-Austriens in second 20Century”, curata da Miroslava Hàjek presentata a Spazio5 e da MLZArtDep. Il documentario mette in evidenza l’azione artistica di Nitsch: liberare l’anima e il corpo dalle frustrazioni attraverso riti catartici collettivi, attraverso il contatto con gli istinti primordiali che sono stati progressivamente sommersi dal vivere anestetizzato nella società contemporanea. Il suo “Teatro delle Orge e dei Misteri” è un’operazione d’arte totale che vuole riportare l’uomo, auto-castrato e auto-censurato, ad un reale contatto con la vita, senza i tabù legati alla finitezza del corpo. Il rosso, colore del sangue e della carne, diventa il segno che contraddistingue la sua arte e, al contempo, chiave di volta che permette agli astanti di toccare i lati più profondi del proprio io. Intervengono al talk con il pubblico lo scenografo Pierpaolo Bisleri e l’artista Erika Stocker. L’evento è moderato dalla storica dell’arte Federica Purgatori e dall’architetto Giulio Polita.
La rassegna “AIEOU - Austriens in second 20Century” curata da Miroslava Hàjek, presenta nei due spazi cittadini, oltre ad una sezione documentaria, una selezione di opere di alcuni dei nomi fondamentali dell’arte contemporanea austriaca degli ultimi decenni del secolo scorso. Dai grandi azionisti fino al colorismo delle esperienze pittoriche di Jorrit Tornquist, obbiettivo della MOSTRA è quello di testimoniare una parte del percorso dell’arte austriaca lungo gli ultimi decenni del XX secolo, attraversando quelle decadi meno conosciute degli anni Ottanta e Novanta, in cui il ritorno alla pittura si imponeva quale necessità urgente.
Il ritorno dell’Austria alla ribalta artistica internazionale attraverso il lavoro dei più noti West Zoibernig ed Erwin Wurm, chiude, da una prospettiva simbolica, il lungo capitolo delle ricerche artistiche di Hermann Nitsch, Arnulf Rainer, Giinter Brus e Otto Miihl, capaci di testimoniare sia attraverso la fotografia che con la performance, la forza e la tensione delle loro esperienze corporali. I coevi lavori di Junge Wilde, Siegrfried Anzinger e Herbert Brandi ben seppero interpretare la “sacra” necessità del ritorno ad una pittura che fosse pura e rudimentale, in antitesi alle concettualizzazioni minimaliste dell’arte contemporanea di fine degli anni Sessanta.
Nel dare rilievo a questo percorso che parte proprio dal Wiener Aktionism, spazio5, in via Giulia 5, presenta importanti documenti, materiali originali dalle `Aktion’ che testimoniano quel filo rosso che accomunò in un rapporto privilegiato gli azionisti viennesi e Trieste, com’era stato anche per gli artisti della Secessione. Spazio5 espone, infatti, a dimostrazione di questo legame tra gli artisti, un’opera di Erika Stocker, che operava in stretta connessione con il movimento viennese ed il cui lavoro può essere considerato un chiaro `trait d’union’ tra il movimento austriaco e la città di Trieste.
Sempre a spazio5 si possono confrontare alcune fotografie di Giinter Brus, Rudolf Schwarzkogler, Arnulf Rainer con alcuni lavori storici su tela di Otto Miihl e di Hermann Nitsch (alcuni inediti), provenienti da collezioni private.
Verranno inoltre riprodotte alcune opere sonore, tra cui le registrazioni di pubbliche performance ed un’autorappresentazione psicanalitica di Otto Miihl.
MLZ Art Dep, in via Galatti n 14, focalizzando la fase pittorica del percorso in rassegna, presenta un grande olio con veste di Hermann Nitsch, una tela di Giinter Brus, ispirata alle sue performance di body painting, una crocifisione di Arnulf Rainer colorista e gestuale, assieme ad un lavoro di Sigfried Anzinger, rappresentativo di quel primitivismo pittorico di cui si fecero portavoce i movimenti artistici europei del periodo, dai Neue Wilde berlinesi di Fetting e Metzinger, fino alla Transavanguardia. Chiudono il percorso le ricerche coloriste di Jorrit Tornquist, artista di Graz, residente da anni in Italia e le indagini cosmogoniche di Uta Peyrer, le cui astrazioni pittoriche ne sono testimonianza.
La mostra rende inoltre omaggio ad uno dei grandi scultori austriaci del secolo scorso, Karl Prantl. Nato nel Burgenland e scomparso nel 2010, è oggi considerato una delle figure influenti nella scultura astratta del Secondo Novecento. In esposizione alcuni lavori in marmo a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta.

spazio 5


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