maria giulia picchione Lo sfogo del senatore Russo (PD): “Il no di Picchione al volley in Piazza Unità supera il ridicolo” - Dopo una lunga ed estenuante battaglia, la Regione Friuli Venezia Giulia riesce ad avere la meglio su quella che viene definita la “reincarnazione del signor No”, alias Maria Giulia Picchione.
La nostra è la prima Amministrazione regionale in Italia a siglare con il ministero dei Beni e delle attività culturali un protocollo (leggi qui il testo integrale) d’intesa (nell’arco di 6 mesi, poi, sottoscriverà un accordo più complessivo) che va finalmente a regolare le autorizzazioni di occupazione di suolo pubblico nelle zone in cui è prevista la tutela del Codice dei Beni culturali e che molti problemi sta creando a esercenti e commercianti nei centri storici e nelle località turistiche. Lo hanno confermato oggi da Trieste e da Udine l’assessore regionale alla Pianificazione territoriale Mariagrazia Santoro e la presidente Debora Serracchiani (in videocollegamento dalla sede della Regione nel capoluogo friulano) spiegando che mercoledì scorso a Roma è stato firmato il relativo protocollo tra lo stesso assessore Santoro ed il segretario generale del dicastero, Antonia Pasqua Recchia: «Un percorso condiviso per chiarire alcuni aspetti interpretativi in via definitiva e, nelle more di una disciplina temporanea, stabilire congiuntamente regole e tempi certi per le future autorizzazioni», ha dichiarato l’assessore.

In particolare si è stabilita, in via definitiva, la non assoggettabilità all’autorizzazione della Soprintendenza per l’utilizzo di tavolini, sedie e simili, ombrelloni o strutture di copertura caratterizzate dall’assenza di interventi di infissione al suolo di tipo strutturale, da temporaneità e facile chiusura/rimozione, così come non è necessaria per il posizionamento di fioriere, divisori e similari caratterizzati dalla possibilità di rimozione a fine giornata lavorativa.

«Un lavoro importante, portato avanti dall’assessore Santoro, che qualifica la nostra Regione, per dare risposte immediate alle categorie, per superare un problema complesso per i nostri Comuni, per gli imprenditori del settore, per la stessa Amministrazione regionale, nell’impossibilità di trovare con il soprintendente regionale (Anna Maria Picchione, Ndr) ai Beni architettonici e paesaggistici delle soluzioni equilibrate e di costruire un dialogo», ha osservato Serracchiani. «Il ministro Dario Franceschini ha accolto il nostro appello - ha indicato la presidente - consentendoci di siglare un accordo con il ministero che va nella direzione di semplificare le procedure amministrative legate alle autorizzazioni delle Soprintendenze e ci permetterà ora di dare in questa nostra regione risposte che purtroppo da troppo tempo sono mancate o sono state negative».

«Parallelamente a questa prima azione direttamente operativa - ha quindi illustrato l’assessore Santoro - è stato attivato un tavolo di lavoro ministero-Regione che avrà il compito, nell’arco di 6 mesi, di elaborare un accordo per disciplinare lo svolgimento di attività di interesse comune relative all’occupazione di suolo pubblico mediante dehors nelle aree pubbliche aventi particolare valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico e interessati da flussi turistici particolarmente rilevanti. Questo testo sarà volto a definire le misure di semplificazione, ivi comprese quelle relative ad altre autorizzazioni, nulla-osta o pareri di competenza del dicastero, della Regione e dei Comuni territorialmente competenti, per il rilascio di occupazione di suolo pubblico con dehors».

Crediamo di riuscire a costruire questo accordo anche prima dei sei mesi indicati, ha sostenuto la presidente Serracchiani, «dimostrando così al Governo nazionale che questa competenza può essere anche regionalizzata, dimostrando di esercitare al meglio la nostra autonomia e la nostra specialità».

In attesa del perfezionamento dell’accordo, con il protocollo ora in vigore, ha quindi specificato Santoro, viene dunque individuata una disciplina transitoria per le concessioni di suolo pubblico mentre le autorizzazioni in essere al 2013 si intendono prorogate, comprese le strutture, le opere e le caratteristiche estetiche dei dehors, senza necessità di ulteriori atti di assenso. I rinnovi dei titoli comunali che vengono a scadenza non necessitano, altresì, di ulteriori atti di assenso salvo quello comunale. Inoltre, al fine di accogliere le esigenze manifestate dalle categorie, ha ricordato infine l’assessore Santoro, non è richiesta l’autorizzazione per le manifestazioni culturali e sportive, i mercati, gli spettacoli a carattere temporaneo della durata comunque non superiore al mese.

Dopo il veto sul volley in piazza Unità, ultimo dei tanti “niet” della soprintendenza, riportiamo la lettera del senatore Francesco Russo:

“Si è ormai superato anche il livello del ridicolo. Nelle scorse settimane avevo già segnalato al Ministero che - nella vicenda dehors - la Sovrintendenza rischiava di mettere in difficoltà un intero comparto economico della città, ma sul “niet” al volley in piazza Unità si sono davvero raggiunte vette da teatro dell’assurdo” - Così il Senatore del PD Francesco Russo in merito alla decisione del Sovrintentente Picchione riguardo all’utilizzo di Piazza Unità.
“Tutti noi - prosegue Russo - teniamo al decoro degli spazi pubblici, ma vorrei chiedere alla dottoressa Picchione se si ricorda di aver studiato che le piazze della città italiane ed europee nascono come straordinario luogo di socialità, capaci di ospitare la vivace democrazia nascente ad Atene, l’attività dei mercanti, degli artigiani e dei cambiavalute medievali, i moti indipendentisti e risorgimentali, gli artisti di strada e i giochi dei bambini. Spazi di incontro unici (che gli USA provano inutilmente a surrogare con i grandi centri commerciali) in cui fare comunità, senza distinzione di classi sociali, di età e di estrazione culturale, lontane certamente da quell’idea asettica e vagamente museale che traspare dalle scelte che vorrebbe imporre a tutti i triestini.
Per questo, oltre al senso di fastidio che viene dal percepire che una intera città sembri “presa in ostaggio” da inutili rigidità burocratiche, voglio denunciare l’idea di una città di serie A e di una di serie B che traspare dalla proposta di spostare il volley “nelle periferie” quasi che queste fossero luoghi meno degni di attenzione e rispetto. Se questa è l’idea della dottoressa Picchione sappia che non è la nostra e, se non lo ricorda, che anche i beni architettonici sono stati pensati e realizzati come “beni comuni” che la Sovrintendenza dovrebbe preoccuparsi soprattutto di rendere quanto più possibile fruibili. Evitando scelte incomprensibili - conclude Russo - che causano la messa in ridicolo ed il discredito delle Istituzioni dello Stato”.


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